« Contro Bush abortite do sole »

« Contro Bush abortite do sole » USA Dopo le restrizioni all'interruzione volontaria della gravidanza « Contro Bush abortite do sole » Un movimento dà consigli pratici alle donne WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Un movimento che insegna alle donne ad abortire senza bisogno di assistenza si è diffuso in America negli ultimi mesi, in reazione a una sentenza della Corte Suprema e a un veto del presidente Bush. La sentenza, emessa dalla Corte la scorsa estate, pone una serie di limitazioni al diritto della donna ad abortire; il veto del Presidente, in vigore da domenica, esclude l'assistenza sanitaria gratuita per la vittima dell'incesto o dello stupro che vuole abortire. Il movimento, detto del «self-help abortion», esisteva negli Stati Uniti da una ventina di anni, ma era in crisi dopo la legalizzazione dell'aborto nel '73. Secondo il New York Times, sta riguadagnando rapidamente terreno con videocassette, libri, conferenze ed esperimenti. «Centinaia di donne hanno abortito da sole o aiutandosi a vicenda — ha scritto ieri il New York Times — come avveniva fino agli Anni Sessanta, quando era ancora proibito». Il leader del movimento è Carol Downer, una californiana che ha fondato una catena di cliniche, i «Centri femministi della Salute», in tutta l'America. Altri dirigenti: Cindy Pearson, presidente della Rete Sanitaria Femminile, Vickie Algarin Randle, controllore di «Womancare», Assistenza donna, e Barbara Radford, la direttrice della Federazione dell'Aborto. Il movimento sta organizzando un convegno «per diffondere metodi sicuri per porre fine alla maternità non voluta». Vickie Algarin Randle ha dichiarato al New York Times che «molte donne che non possono pagarsi il medico preferiscono ricorrere all'aiuto delle compagne». Ha aggiunto di essersi sottoposta due volte all'aborto «senza il minimo problema». Il metodc più popolare, ha spiegato, è quello della suzione. Secondo Vicki Algarin Randle, il diritto all'aborto negli Stati Uniti è in pericolo e va difeso. Per questo, le videocassette e i libri hanno titoli combattivi: «Non si torna indietro», «Libertà di abortire», «Quando il controllo delle nascite fallisce...». Le riviste della controcultura, cfime Outweek, fanno una pubblicità esplicita ed aggressiva al «self-help abortion». In molti Stati l'aborto «in casa» è illegale. Ma nell'incertezza provocata dalla sentenza della Corte Suprema e dal braccio di ferro tra Bush e il Congresso, quasi nessuno ha ancora adottato provvedimenti. L'esito della battaglia tra abortisti e antiabortisti ò molto incerto: a livello locale, la sentenza della Corte è stata rovesciata da alcuni parlamenti, come quello della Florida, e Bush è stato accusato di discriminare, in caso di stupro e di incesto, tra le donne ricche, che non hanno bisogno dell'assistenza sanitaria per abortire, e le donne povere, che invece non ne possono fare a meno. Contro il movimento si sono scagliate molte Chiese, tra cui la Cattolica, gruppi antiabortisti e persino associazioni che difendono l'aborto ma ritegono troppo pericoloso quello fatto da sé, come «Planned parenthood», cioè pianificazione familiare. La vicepresidente di questa associazione, Louise Tyrer, ha affermato che i casi d'infezione tra le donne che auto-abortiscono sono numerosi. Ha contestato in particolare il metodo della suzione, sebbene un medico, Joseph Schulman, abbia dichiarato che «può essere appreso da chi abbia un minimo di preparazione». «Il selfhelp abortion non è degno di una società civile», ha affermato Louise Tyrer, insistendo perché le donne americane si mobilitino contro la Corte Suprema e il piusidente Bush: «La battaglia per l'aborto va vinta sul piano delle leggi». Nonostante le critiche, il movimento ha cominciato a fare propaganda anche all'estero, soprattutto in Centro America. Alcune dirigenti si sono recate in Messico, in Nicaragua e in Guatemala, dove hanno aperto consultori. Ennio Carette

Luoghi citati: America, Centro America, Florida, Guatemala, Messico, Nicaragua, Stati Uniti, Washington