Giurì di super-esperti per il giallo della Torre di Liliana Madeo

Giurì di super-esperti per il giallo della Torre Domani esaminerà la relazione che suggeriva la chiusura cautelativa del monumento-simbolo di Pisa Giurì di super-esperti per il giallo della Torre Forse il responso in settimana, poi deciderà Prandini Il ministro: «Per ora comunque il campanile resta aperto» ROMA. Il problema della Torre di Pisa sembra assumere i colori del «giallo» e si costella di ripicche, sfide, silenzi ostinati, diffide. Intanto nasce una nuova commissione di superesperti che la prossima settimana (forse già domani) esaminerà la relazione consegnata dai tecnici al ministro dei Lavori Pubblici. E' difficile capire le ragioni di tanto mistero e del clima creatosi intorno a un. «caso» che è anche un incrocio di responsabilità e investe questioni di pubblica incolumità, di salvaguardia di un'opera d'arte, di prevenzione, di interventi tecnici, di economia di una città. L'on. Biondi, ph, vicepresidente della Camera, pisano, con un'interrogazione urgente chiede che Prandini riferisca in Parlamento quali sono le motivazioni tecniche per cui si vuole chiudere la Torre. Le notizie ufficiali sono scarne. Il ministero dei Lavori Pubblici — con un comunicato — fornisce l'elenco dei sette membri del comitato tecnico-scientifico insediato da Ferri nel settembre '88 per studiare le condizioni della Torre: sei professori universitari e un alto dirigente del ministero. Precisa che la relazione sui risultati del loro lavoro è stata «informale». Ripete quanto già si sapeva: Prandini ha riferito «soltanto» al presidente de! Consiglio, ha già convocato il Consiglio superiore dei Lavori Pubblici perché esamini il rapporto del comitato ed esprima il suo parere ufficiale, «soltanto dopo le conclusioni cui perverrà il Consiglio superiore prenderà gli opportuni contatti con le autorità preposte alla salvaguardia della Torre di Pisa per le opportune iniziative». Impossibile sapere qualcosa di più sul famoso rapporto che ha messo a rumore il mondo dell'arte e un'intera città, perché i tecnici sono così pessimisti da suggerire di chiudere la Torre e di transennare le zone limitrofe. «Siamo stati diffidati dal capo di gabinetto dal dire qualsiasi cosa» dichiara un membro della commissione. «Non ci sono notizie da dare» dice un funzionario della segreteria edilizia del ministero, dove esiste un ufficio apposito per la Torre di Pisa. Anche al ministero dei Beni Culturali c'è silenzio. «Ma non siamo stati scavalcati, come qualcuno ha maliziosamente suggerito» precisano i dirigenti. Il dicastero dei Lavori Pubblici è il massimo organo tecnico dello Stato — viene spiegato — ed esiste una legge che gli affida la specifica competenza tecnica. «Noi - aggiungono — ci chiediamo quali sono le novità nel monitoraggio cui la Torre è sottoposta da anni. Un cambiamento ci dev'essere stato, se i tecnici sono così preoccupati. Ma anche i dati possono essere letti in modo diverso». Lunedi verrà installata una nuova commissione di superesperti, la prima interministeriale, formata da sei persone designate da Beni Culturali e Lavori Pubblici, presieduta dai ministri Facchiano e Prandini. Si vogliono stringere i tempi degli interventi da prendere. E si vuole evitare di acuire la tensione che si è creata fra Roma e Pisa. «Ho la responsabilità di prevenire eventuali disastri — dichiara Prandini —. Per ora comunque !a Torre non chiude. Prima di prendere una decisione del genere attenderò i risultati cui giungerà il Consiglio superiore dei Lavori Pubblici». Respinge l'accusa di «catastrofismo» che il sindaco di Pisa gli ha rivolto e replica: «Capisco cosa vuol dire dal punto di vista economico per la città se si decidesse di chiudere la Torre. Ma P„nso sia più importante salvaguardare il monumento: ricordiamoci di Pavia». Se la decisione della chiusura uscirà da queste riunioni, il ministro — per chiedere l'attuazione del provvedimento - ha due strade, in base alla legge comunale. Può rivolgersi al sindaco o al prefetto: se sceglie il primo e questi si rifiuta interviene il secondo. Il provvedimento verrebbe attuato comunque. Ma resta la strada dei ricorsi: al Tar (che può disporre una sospensiva e far riaprire) e poi al Consiglio di Stato. Liliana Madeo PERCHE' PENDE i PIANO ; DI FONDAMENTA ORIGINALE ■ 12,7 CHILOGRAMMI I AL CENTIMETRO QUADRATO PRESSIONE SUL TERRENO r9,6 CHILOGRAMMI AL CENTIMETRO QUADRATO

Persone citate: Facchiano, Prandini, Torre Di Pisa

Luoghi citati: Pavia, Pisa, Roma