A morte gli assassini del panda di Renata Pisu

A morte gli assassini del panda La Cina, difendendo l'animale in estinzione, cerca di attirare simpatie ecologiste A morte gli assassini del panda Sentenza di un tribunale del Sichuan contro 2 bracconieri Due uomini sono stati condannati a morte e altri due all'ergastolo per aver ucciso dei panda, una quindicina. E' successo nella provincia meridionale del Sichuan dove i panda sono in via di estinzione e sono protetti per legge. Il panda è l'animale più coccolo che esista, mite e languido con quei suoi occhi cerchiati di pelo nero, vegetariano perché si nutre soltanto di germogli di bambù. In Cina è diventato un simbolo nazionale ancora prima che il World Wildlife Found ne facesse il proprio emblema. C'era addirittura una mistica del panda negli Anni Settanta quando l'immagine dell'orsetto bianco e nero andava lentamente ma inesorabilmente sostituendosi addirittura a quella di Mao, il Grande Timoniere: statuette di porcellana di mamma e baby panda, borsettine a forma di panda, fazzoletti con su dei panda ricamati, teiere con il panda, termos con il panda, catini con il panda, sigarette marca Panda. Il pandismo stava dilagando come ideologia dolciastra buona per grandi e piccini, per cinesi e stranieri, perché ovunque c'erano panda nella Cina che si slava rifacendo la faccia dopo gli eccessi villani della rivoluzione culturale. Con i panda, mandandoli addirittura in regalo ai capi di Stato stranieri, la Cina tentava di farsi riaccettare nel consesso dei popoli civili. Ma nessuno però avrebbe mai pensato che di pandismo si potesse morire, invece in Cina si è arrivati a questo. Come mai? Il ragionamento è semplice: si sa che i popoli civili amano gli animali, anzi, più un popolo è civile più protegge gli animali, più un Paese ha distrutto la natura e le specie che la abitano, più uggì si fa paladino dell'ecologia, della sopravvivenza degli animali e dei loro diritti, e cosi i cinesi hanno voluto dimostrare di essere civili anche loro in questo senso. Dopo aver fatto inorridire il mondo intero facendo strage di uomini a Tienanmen, ora pensano di ottenere il plauso del mondo intero uccidendo chi uccide i panda. Forse ci sarà qualche animalista di punta soddisfatto per la sentenza, non so, tutto può essere. Il fatto però è che è la prima volta che, in una società civile o presunta tale, un uomo viene ucciso per aver ucciso un animale. Accadeva nelle società arcaiche, quando gli animali erano sacri. Ma non ci è stato detto e ripetuto che da allora ne abbiamo fatta di strada? Ma forse non è così e nel nuovo ecologismo c'è forse chi ancora vede negli animali dei totem. Ma torniamo alla Cina: purtroppo se questa esemplare sentenza di morte in nome dell'ideologia del pandismo è stata emessa sperando di ottenere consensi, i cinesi hanno dimostrato ancora una volta di non essere in sintonia con il comune sentire delle altre società cosiddette civili che, per lo meno, sanno fingere meglio sia che si tratti di proteggere gli uomini che gli animali. Dopo Tienanmen hanno dichiarato di aver usato i carri armati perché non avevano idranti e lacrimogeni e per questo si aspettavano comprensione. Avrebbero fatto meglio a stare zitti Ora, per proteggere i panda, sia pure dolcissimi e deliziosi quanto si vuole, ammazzano gli uomini. Pochi mesi fa un contadino che aveva ucciso la sua bambina di quattro anni — le femmine sono considerate inutili in Cina — buttandola in un pozzo è stato condannato a sei anni. Chissà se quella bambina amava i panda e se ne portava a letto uno di pezza tutte le sere. Renata Pisu

Persone citate: Mao

Luoghi citati: Cina