FORSYTH: IL DISARMO SCATENA I FALCHI di M. Ne.

FORSYTH: IL DISARMO SCATENA I FALCHI FORSYTH: IL DISARMO SCATENA I FALCHI SFRANCOFORTE IGNORE, se vuole davvero parlarmi, prima mi salvi, andiamo via di qui». Assediato da tanti Theo a caccia di autografi, il flemmatico Frederick Forsyth, uno dei cinque maghi che sanno dare un brivido al mondo intero, assomiglia all'agente 007 in uno dei suoi rari momenti difficili. S'infila in una delle minuscole sale di riunione del suo editore tedesco, Piper. Rassetta l'abito blu, gessalo, accende una sigaretta che ha infilato in un bocchino dorato. E' capace di parlare del suo romanzo più recente, «Il negoziatore», in qualsiasi lingua. Fuori dell'oblò decine di fans non perdono i gesti controllati di chi ha creato l'emozionante «Giorno dello sciacallo». Nel «Negoziatore» (pubblicato in Italia da Mondadori) Forsyth fa fare un passo indietro alla distensione planetaria. Il tentativo di disarmare tutto viene ostacolato in modo brutale da chi vuole rialzare la tensione. In lotta contro tutte le forze schierate, un tenace eroe alla Forsyth: il duro, scettico e mai crudele Quinn. Visto il successo di Le Carré con la sua «Casa Russia» prò distensione, non crede che sia finito il momento di scrivere di guerre fredde? Al contrario. Proprio quando da entrambe le parti ci sono due leaders, come ora, decisi ai tagli degli armamenti, allora c'è da temere il peggio. C'è sempre qualcuno che nell'ombra ricuce le trame dell'opposizione armata. Mosca e New York non sono mai state così piene di falchi. Ha letto «Casa Russia»? Le piace? Sì. Ma è così diverso dai miei romanzi e anche da quelli pre¬ cedenti di John. Lui è sempre stato tutto atmosfera e niente azione. Ma almeno, una volta, alla fine dava un colpo di coda. Qualcosa che faceva precipitare tutto in una direzione inaspettata. Ora non c'è più questa sferzata. La sua via personale ai bestseller? Prima di tutto non scrivere tutti i giorni. Divertirsi, mettersi al tavolo solo ogni cinque anni. E poi partire con una semplice domandina. Cosa succederebbe se... What if... Nel «Negoziatore» mi sono domandato: come riuscire a buttar giù un presidente americano senza ucciderlo. Senza fare come con Kennedy, un morto diventato martire, con il risultato che tutte le sue proposte poi sono state approvate. Ecco venirmi in soccorso, piccolo passo in avanti nella nascita del romanzo, l'amendment 25 della Costituzione americana. Dice: si può sollevare un presidente dal suo incarico se a deciderlo sono il vicepresidente e cinque membri del Gabinetto. Via così. I grandi eventi dell'Est europeo di questi mesi potrebbero fornire una trama per un prossimo romanzo? Sarebbe straordinario riuscire a sfruttare il presente. Pensi solo se Polonia, Cecoslovacchia, Ungheria diventassero tutte veramente occidentali e democratiche. Sarebbe la fine di Gorbaciov. L'opposizione politica lo annienterebbe. E cosa ne sarebbe dell'equilibrio europeo? Ecco una prima domandina... C'è un thriller che le ha insegnato più di altri? «La spia venuta dal freddo» di Le Carré. Ha aperto la strada al thriller moderno. Prima di lui tutti erano convinti che James Bond fosse la realtà. Quel romanzo ha dimostrato che il solo • James Bond reale è un uomo piccolo, qualunque, con un vecchio impermeabile. Apprezza qualche autore italiano del genere? Non ne ricordo. Frederick Forsyth si dichiara conservatore. Dal suo feudo fuori Londra segue con attenzione la cronaca politica, soprattutto quando questa è più scura. «Ah! Calvi, ah! Sindona, ah! Licio Celli. Quanti bei soggetti». Crede nell'incrollabilità di Mrs Thatcher. Ancora giovane e in grado di chiedere quello che vuole per le sue parole, lascia di corsa questa Buchmesse priva di autori alla sua altezza di anticipi. Torna nella sua isola: «Londra, in fondo, con tutte le sue vecchie istituzioni un pò' compassate ma ancora funzionanti, come Whitehall, il Secret Service, l'Ml5, è sempre una gran bella città», [m. ne.]

Luoghi citati: Cecoslovacchia, Italia, Londra, Mosca, New York, Russia, Ungheria