MARATONETA IN PAGINA

MARATONETA IN PAGINA MARATONETA IN PAGINA DI una cosa si pub essere pressoché certi, alla fine della lettura di L'anello rosso (Biblioteca Universale Rizzoli, pp. 226, L. 8.500), il romanzo di . Gelindo Bordin campione olimpico di maratona a Seul 1988: che lo ha scritto lui. Mai un libro di argomento sportivo ha goduto sinora, e pensiamo non solo in Italia, di una firma così celebre e vera insieme. Il perché della nostra certezza appartiene alla consuetudine che abbiamo con Bordin, con la sua fede in un mondo pulito, con il modo suo di pensare e di parlare, nonché dalla conoscenza delle sue poesie, dei suoi racconti, offerti anche in versione estemporanea, nei conversari dopo la grande vittoria. Bordin è proprio questo Gionni, ragazzo purissimo che, in un mondo devastato da una tragedia nucleare e governato dal durissimo e grigissimo «sistema», si ostina a praticare la corsa, specialità sportiva che il re- girne incoraggia, senza nessun ausilio chimico, contrariamente a quella che è la prassi corrente. La vicenda è melodrammatica, la scrittura è ingenua, le situazioni ora sono troppo rapprese in un intimismo elementare, ora si espandono in una drammatizzazione con forti dosi di incredibilità. Gionni e quelli che credono in lui maratoneta olimpionico si trincerano in un villaggio per allenamenti, inespugnahile dalla pur feroce polizia del «sistema». Per Gionni un allenatore pescato in una prigione, trasformato da rottame umano a guru dell'atletica, tanti ragazzi entusiasti e due donne, una «a perdere», visto che va a drogarsi (ma si redimerà), l'altra per l'esercizio di una devozione anche fisica, e assai poco femministica, utile alla salute del campione. La maratona viene vinta, è proprio quella di Seul, Gionni-Gelindo la descrive in diretta. Dichiara Bòrdin: «Scrivere questo libro è stata un'avven- tura. La vita è un'avventura. Tutto è nato dal fatto che quando corro e mi alleno ho bisogno di tenere la mente occupata. Coisì penso e costruisco storie fantastiche che ogni tanto attraversano la realtà e la toccano». Lo stile è elementare, e dunque comprensibile. La vicenda è sentitissima, e dunque commovente. Le tesi sono onestissisme, e dunque accettabili: fanta-atletica su una realtà almeno chimica già attuale. Il romanzo è un romanzo pulito, onesto, in cui Bordin si offre tutto: muscoli, cuore, polmoni, cervello. Per chi avesse diffidenza per la retorica, il perbenismo e la poesia a tutti i costi, ricordiamo che una vicenda ancor più piena di buoni facili sentimenti ha dato vita ad un grande film, «Momenti di gloria». Vediamo appunto il libro di Bordin trasportabile in un film: con le sequenze di Seul alla fine, per il «cinéma-vérité». Gi&n Paolo Orinezzano ììordin ha scrino un romanzo

Persone citate: Bordin, Gelindo Bordin, Gionni, Paolo Orinezzano

Luoghi citati: Italia