BAMBINI, RIDERE VI SALVERA' di Ferdinando Albertazzi
BAMBINI, RIDERE VI SALVERA' BAMBINI, RIDERE VI SALVERA' Incontro con Christine Nòstlinger, premio Andersen per l'infanzia Divertirsi con la fantasia nella società delle cose MILANO 'infanzia non è un paradiso e nemmeno un - «, gioco da bambini. \ LAnzi: è il periodo difficile nella vita di un uomo, perché alla straripante vitalità corrisponde una dipendenza quasi assoluta dagli altri. Lo dice Christine Nòstlinger, scrittrice viennese per bambini tradotta nelle lingue più importanti. Nell'84, non ancora cinquantenne, la Nòstlinger ha meritato il premio Andersen: una consacrazione che nella letteratura per i ragazzi, «vale» il Nobel. Christine è a Milano per il lancio de L'invenzione del signor Batìman) e di Che m'importa di re cetriolo, due storie che vanno a tener compagnia al fortunato II bambino sotto vuoto, suo primo titolo ne «Gl'Istrici» della Salani. La collana, diretta da Donatella Ziliotto, unisce felicemente qualità letteraria e successo commerciale: tutti i titoli hanno infatti venduto più di 10 mila copie. Nei due libri freschi di stampa Christine Nòstlinger racconta protagonisti strampalati in situazioni cosmicamente al di sopra delle loro risorse, in cui si affaccendano con ideazioni e comportamenti strapparisate. «Scrivo soprattutto per i bambini molto vivaci, grassocci e poco sportivi, com'ero io da piccola. Parto da un'idea minuscola e cerco di trasformarla in storia attraverso personaggi e fatti divertenti, proprio perché ci tengo moltissimo a divertire i bambini. Non mi propongo, invece, di insegnar loro qualcosa, neppure tra le righe; è talmente stucchevole, la cosiddetta narrativa pedagogica», sorride Christine, gli occhi teneri e guizzanti di un Giamburrasca. La Nòstlinger scrive la notte, nello studio di Vienna o della casa di campagna, nel Waldviertel, a due ore di macchina dalla capitale. Scrive con la stilografica, su di un quaderno a righe. Poi corregge e scrive a macchina. Collabora a giornali e riviste con articoli d'opinione che scandagliano la vita degli anziani, il ruolo delle donne. «Cerco di riflettere sulla giustizia sociale intesa quale difesa dei più deboli, accantonati dalla società. Per una persona come me, che vive agiatamente divertendosi con questi lavori, è un dovere interessarsi di chi sbarca il lunario con mestieri umili e in situazioni difficili. Me ne occupavo già da ragazza, quando ero dall'altra parte della barricata, per così dire. A 2025 anni avrei scommesso sulla vittoria del socialismo, che mi sembrava la proposta politica più vicina alle esigenze fondamentali degli esseri umani. Insieme con tanti altri intellet- tuali, mi sono battuta invano per questo successo. Però non è stata solo una sconfitta ideologica: ha perso l'uomp, che oggi abita un mondo orribile, ormai devastato, in cui si può unicamente avere paura perché non si possono più nutrire speranze, né individuali né collettive», si rattrista Christine. Questa «infelicità senza desideri», dice la scrittrice citando l'amico Peter Handke, coinvolge purtroppo anche i bambini: «Hanno tutti i beni di consumo possibili e immaginabili però mancano dell'essenziale, che è appunto la possibiltà e la forza di nutrire delle speranze. Lo sanno, i piccoli, se rie rendono conto benissimo e raccontano la loro visione catastrofica del futuro in temi che fanno accapponare la pelle. Per questo io cerco di divertirli», si riaccende Christine. I cortissimi capelli color rame fanno adesso da visiera allo sguardo allegro e ammiccante, che riaggalla da un'infanzia spensierata, vissuta soprattutto insieme con il padre, la persona fondamentale della sua vi-ta: «Mamma lavorava in ùn asilo. Papà era invece disoccupato, così me lo sono goduta moltissimo. Qualunque cosa facessi, sentivo che l'avrei comunque trovato ai mio fianco: sapeva accarezzarmi l'anima. Ha giocato tutta la vita: con se stesso, con gli amici, con mia sorella e con me». Proprio come il Wolfgang di Che m'importa di re cetriolo, l'unico terrestre a tener testa con «botte d'ingegno» allo scansafatiche Re-Cetriolo-ZuccaIncoronata e alla sua sgangheratissima fantarmata brancaleone. E come il protagonista de L'invenzione del signor Bat(man), un «inventore di miracoli» che si fa in quattro per trasformare le cose quotidiane in pirotecniche imprevedibilità. «Ai bambini piacciono tanto, i fuochi d'artificio. Fanno il tifo per i personaggi sorprendenti perché, inconsciamente, sentono che solo- certe deviazioni dalla norma possono regalarci qualcosa di positivo, che ci invogli a camminare», ribadisce la scrittrice. Che cosa augura, ai bambini, Christine Nòstingler? «Di realizzare i desideri che continuano a fermentare sotto le ceneri delle paure. Succede quando incontriamo l'uomo con in tasca le parole e i modi, adatti a ciascuno di noi, per raccontarci il nostro valore di esseri umani irripetibili. Un valore individuale e collettivo insieme, di cui siamo dotati alla nascita e che coltiviamo volendoci per ciò che siamo davvero, senza cercare di diventare chissà chi, seguendo i modelli del momento». Ferdinando Albertazzi - «, \ n i i e i i pfb
Persone citate: Andersen, Bambini, Christine Nòstingler, Christine Nòstlinger, Donatella Ziliotto, Peter Handke, Salani
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