COME PROGETTARE NUOVI MUSEI. E POI NON FARLI

COME PROGETTARE NUOVI MUSEI. E POI NON FARLI COME PROGETTARE NUOVI MUSEI. E POI NON FARLI SFORLÌ' I conclude stamane a Forlì un convegno dedicato a «I luoghi dello spettacolo». Organizzato dall'Elart (Associazione fra Enti locali, artisti e operatori culturali) si propone di sollecitare la costruzione o il riuso di edifici e spazi appositi, riservati alla cultura. In sostanza, come ha detto Bruno Grieco, presidente della stessa Elart, vista la crisi sociale che stiamo vivendo, dare un segnale dell'esigenza di contrastare, pure con tali mezzi, l'attuale «inciviltà delle macchine». Insieme al convegno, due mostre, rispettivamente, nelle gallerie Comunali d'Arte di Forlì e Cesena. In entrambe, una documentazione, con progetti, fotografie e plastici, di ciò che è stato realizzato di recente o ci si propone di fare in questo campo, sia in Italia che all'estero. Purtroppo, soprattutto all'estero. Infatti a parte il programma di recupero dei teatri ottocenteschi portato avanti in EmiliaRomagna, da noi, per ora, il raccolto è davvero magro. Come testimoniano, appunto, le due mostre, esclusi pochi casi in «costruzione» — per esempio, il teatro Carlo Felice di Genova e il Piccolo Teatro di Milano —, più che altro progetti. Fra i quali, da ricordare, i due teatri di Torre del Lago e di Catanzaro, nonché il centro di Cultura ed Arte dell'Alto Jonio in provincia di Cosenza di Paolo Portoghesi, i progetti per il Teatro di Forlì di Maurizio Sacripanti e quello per Rimini di Adolfo Natalini. Come ho accennato, oltr'Alpe la situazione è ben diversa. Lasciando perdere il «fenomeno Parigi», qui documentato dal parco de La Villette e dall'O- péra-Bastille, sarà sufficiente osservare ciò che stanno facendo i francesi, fuori della capitale. Oltretutto chiamando architetti anche stranieri. Sempre per rimanere alle due mostre in questione, valga l'esempio della Maison de la Culture di Chambéry, progettata dal ticinese Mario Botta. Oppure la Maison de la Confluence nel Commune d'Avoine e il Centro Culturale/Medioteca di Reze dell'italiano Massimiliano Fuksas. Episodi emblematici di un'azione lungimirante che — ripeto — in altre nazioni è molto più sviluppata che in Italia. Un ritardo, il nostro, che rischiamo di pagare salato. Non soltanto come impoverimento di architetture moderne o non riuso di idonei edifici esistenti, ma perché non diamo risposte ad una necessità urgente. Durante il convegno e nelle due mostre annesse, molti i segni di tale urgenza. Per fare qualche altro esempio, citerò il progetto di ristrutturazione e recupero a centro sociale dell'ex tabaccheria a Castrignano dei Greci vicino Lecce e il progetto per riutilizzare l'ex ospedale di Forlì. Ma occorre non perdere altro tempo e non limitarsi ai progetti. Come ha scritto l'assessore alla Cultura del Comune di Cesena, nel catalogo curato da Mario Pisani: «I progetti costano poco e soddisfano subito l'ansia di protagonismo di molti assessori. Le realizzazioni invece richiedono un impegno costante e tempi lunghi che spesso non coincidono con quelli amministrativi». Lodevole ammissione di un amministratore pubblico che speriamo si generalizzi e porti un'inversione di tendenza; Vale a dire, meno preoccupazioni e furbizie elettorali e maggiore sollecitudine per l'interesse generale. [£ y J // progetto di.Ican Nouvel perii Grand Théatre de l'Opera di Lione (in costruzione)

Persone citate: Adolfo Natalini, Bruno Grieco, Mario Botta, Mario Pisani, Massimiliano Fuksas, Maurizio Sacripanti, Nouvel, Paolo Portoghesi