MANN E LE STREGHE

MANN E LE STREGHE MANN E LE STREGHE Dai diari inediti le pagine contro il maccartismo, in difesaì SFRANCOFORTE ARANNO in libreria entro fine ottobre: 350 pagine di diari, 500 pagine di annotazioni della curatrice Inge Jeris, 100 pagine di testi inediti. Il tutto in un volume dell'editore Fischer di Francoforte: Thomas Mann, Tagebiicher, 285-1946 - 31-12-1948, quasi mille pagine per due anni e mezzo di materiali sulla vita di uno dei maggiori scrittori tedeschi del Novecento. Il settimo volume di quei diari postumi, la cui pubblicazione potè iniziare solo dopo vent'anni dalla morte di Thomas Mann (1875-1955), secondo le precise volontà dell'autore. Il volume precedente (194446) — uscito in Germania più di due anni fa — terminava con un'annotazione del primo di aprile. I diari compresi nel nuovo volume riprendono in data 26 maggio 1946, dopo l'interruzione di quasi due mesi per l'operazione chirurgica a cui Mann era stato sottoposto. E riprendono con una breve storia della malattia, della diagnosi e della convalescenza. Poi continuano con lo stesso ritmo e con lo stile spesso telegrafico degli altri volumi pubblicati a partire dal 1977 e che destarono un certo scalpore per le rivelazioni dell'autore sulle proprie tendenze omosessuali. Appunti, più che diari pensati per la pubblicazione. A parte le considerazioni sul tempo e altre banalità quotidiane, le indicazioni sugli incontri, la corrispondenza, la salute e le visite, e i molti appunti di lavoro, i temi che caratterizzano il diario di questo periodo sono fondamentalmente due, uno letterario e uno politico. Quello letterario riguarda la parte finale della stesura e le reazioni alla pubblicazione del Doctor Faustus-La vita del compositore tedesco Adrian Leverkùhn narrata da un amico (quel biografo di nome Serenus Zeitblom, dottore in lettere, che inizia a scrivere su Leverkùhn lo stesso giorno in cui Mann cominciava la stesura dell'opera: domenica 23 maggio 1943). Un tormentato romanzo, ultima grande opera letteraria di Thomas Mann, in cui si ritrova il dramma della Germania moderna attraverso l'immaginaria biografia di un artista (vagamente ispirata alla vita di Nietzsche). Seguito a ruota da una ricca e gustosa narrazione: La genesi del Doctor Faustus-Romanzo di un romanzo, pubblicata ad Amsterdam nel 1949. Proprio sul Doctor Faustus (terminato alle undici e trenta di mercoledì 29 gennaio 1947, come si legge in un appunto scritto eccezionalmente con l'inchiostro rosso) si trovano in appendice al volume alcune ghiottonerie: le pagine che, all'ultimo momento, Mann non volle pubblicare. Uno di questi preziosi documenti riguarda il capitolo trentottesimo: tre pagine a stampa in cui l'ottimo Zeitblom, con molti giri di parole, accenna alle «propensioni» omosessuali del protagonista Leverkùhn. Che Mann avesse intuito le tendenze intime di Nietzsche, messe in luce solo recentemente? O si riferiva semplicemente a se stesso? Il fatto curioso — più per gli storici e per i biografi che per la critica letteraria — è proprio l'esclusione di queste pagine dall'edizione definitiva (1947). Il tema politico dominante, invece, è legato al «maccartismo», la fase più buia e più vergognosa della recente storia americana. Thomas Mann si schierò in modo netto e molto duro contro l'involuzione antidemocratica negli Stati Uniti d'America che lo ospitavano: quella «caccia alle streghe» contro gli intellettuali di sinistra e quell'anticomunismo stupido e viscerale che, agli occhi di chi aveva vissuto le precedenti crisi politiche europee, assumeva i connotati di un pericoloso e preoccupante clima «pre-fascista». Potrebbe sembrare strano, o almeno curioso, che Thomas Mann sia approdato a posizioni politiche così decise, lucide, inequivocabili, come quelle che sostenne durante la sua coraggiosa lotta contro il maccartismo. Nel 1918, a 43 anni, scriveva le «Considerazioni di un impolitico», un saggio debole ma estremamente significativo per tutta una generazione di intellettuali tedeschi che si era fatta coinvolgere dalla ventata di sciovinismo della Prima Guerra Mondiale. La Germania guglielmina, con le sue mire imperiali e le manie di grandezze, aveva fatto perdere il senso della realtà a molti grandi letterati e pensatori. Heinrich Mann (1871-1950), fratello maggiore di Thomas, era stato una delle rare eccezioni. Fu pacifista e democratico, al punto che la divergenza di vedutevsu guerre e militarismo aveva provocato un'aperta rottura tra i fratelli. Sanato appieno solo di fronte alla nuova realtà del nazismo, da entrambi i fratelli Mann respinto senza compromessi, questa rottura portò Thomas ad avviare un lento ma decisivo processo di politicizzazione, che culminerà con le sue molteplici attività antinaziste durante l'emigrazione negli Usa. La lotta aperta contro il maccartismo non fu, per Mann, che una logica conseguenza del suo antifascismo e antitotalitarismo. Molti di questi suoi scritti, discorsi e interventi politici contingenti non furono mai pubblicati. Appaiono qui in anteprima mondiale gli appunti (scritti solo parzialmente in inglese) dell'appassionato discorso tenuto da Thomas Mann al Masonic Tempie di Hollywood durante la seduta conclusiva della «Peace Conference», manifestazione organizzata dal comitato hollywoodiano per la pace. Era di domenica, il 6 giugno 1948. Lo scrittore, che proprio quel giorno compiva 73 anni, annotò nel diario: «Parlato per secondo, bene. Applausi persistenti». Claudio Pozzoli

Luoghi citati: Amsterdam, Francoforte, Germania, Hollywood, Stati Uniti D'america, Usa