Raf: successo (e soldi) già a 22 anni

Raf: successo (e soldi) già a 22 anni Progetti, sogni e frustazione di un cantante (ora trentenne) che ha vinto il Festivalbar Raf: successo (e soldi) già a 22 anni «Maforse tutto questo è davvero accaduto troppo infrenai» r T 11 „ j* Sembrava un bluff. Una bolla di sapone pronta a scoppiare in un baleno. A non lasciare traccia. E tutto per colpa di quel successo improvviso. Per quelle seimila copie di dischi venduti con la prima canzone in inglese. Si pensava fosse l'ennesimo ragazzo innamorato della musica d'oltrealpe, destinato a sfamare le esigenze di mercato musicalmente effimero: quello della disco dance. «Sucesso, soldi. E' accaduto tutto in fretta», dice Raf, ricordando il suo debutto come musicista nel'83. «Avevo 22 anni, volevo introdurmi nel mondo della musica. E grazie a una cassetta con inciso il ritornello di Self Control, che avevo spedito a una casa discografica, ci sono riuscito. Ma in quel periodo non ero ancora pronto per entrare nello show business, non ne conoscevo le regole. E da ragazzi trovarsi improvvisa¬ 4. _ _l *. j_ll'_j.i * mente al centro dell'attenzione, a volte, crea un po' di confusione, nella vita, nelle abitudini. In tutto, insomma». Così Raf, all'anagrage Raffaele Riefoli, 30 anni, pugliese trapiantato a Milano, e vincitore del Festivabar di quest'anno, ha vissutto mesi di confusione, sballottato da una sala d'incisione a un'altra, e di euforia al tempo stesso. «E' vero, è stato entusiasmante ma anche caotico, il mio primo anno da cantante. Sempre di corsa, sempre con l'affanno di essere un giorno in Italia e un altro chissà dove a cantare in una televisione. E poi gli autografi, sapere di essere popolare. Certo, queste cose fanno piacere». Superate le prime paure, Raf ha dato una svolta alla sua carriera. E da pseudo cantante inglese si è trasformato in un promettente cantautore: ha collaborato a un disco con il torinese tt 1 l_ m ! • _ e* Umberto Tòzzi, e forse non tutti sanno che il brano vincitore al Festival di Sanremo del 1987, «Si può dare di più», inizialmente era suo. «Si, è vero», dice. «Tuttavia il mio nome non è mai stato citato. In parte perché io stesso ho abbandonato l'impresa. A un certo momento gli altri autori hanno preso in mano la canzone, apportandole diverse modifiche. Tanto che io non l'ho più sentita come una mia cratura. E l'ho lasciata a loro. Ecco tutto». Passata questa piccola delusione, Raf si è dedicato soltanto alla musica nostrana. Da questa ricerca musicale, portata avanti con il paroliere Gianfranco Bigazzi, suo talentscout, qualche mese fa è uscito il nuovo album, «Cosa resterà...», che indaga sugli stati d'animo della gioventù alle soglie degli Anni 90, che si pone degli interrogativi sul mondo e 11 _ _ • a _ sulla vita. «Il prossimo disco che ho in mente sarà diverso», afferma Raffaele Riefoli, reduce dal tour italiano e pronto a partire per un giro in Europa e alcuni concerti in America e in Canada. «Desidero prendermi un bel po' di tempo prima di ratizzarlo. Voglio che sia un lavoro pensato, frutto di una lunga gestazione». Nel frattempo, «Cosa resterà...» sta per essere lanciato sul mercato straniero. «L'uscita del disco in Inghilterra è imminente», dice soddisfatto. «E rappresenta ima specie di secondo debutto. Ma se penso che la versione inglese, che avevamo previsto per l'occasione, non si farà per il grande successo riscosso dal disco in lingua originale, sono ancora più felice. Per me questo si che è avere successo». Noemi Romeo jp :... / JESLHS IME ■i m r Raf: il suo vero nome è Raffaele Riefoli

Luoghi citati: America, Canada, Europa, Inghilterra, Italia, Milano, Sanremo