Super bello di Piero Zanotto
Super bello everett Super bello VENEZIA. I fragili scenari veneziani, già «quinte» teatrali come le ebbe a definire Tonino Cervi quando vi ambientò un suo film, da alcuni giorni (fino al 2 novembre), sono gli sfondi di una storia di ordinaria perversione, tutta inglese, che lo sceneggiatore Harold Pinter ha riscritto dal romanzo «Comfort of strangers» di Ian McEwan. Regista è Paul Schrader, già autore di «Colletti blu» e «Mishima» e a sua volta sceneggiatore di fiducia di Martin Scorsese per film come «Taxi driver» e «L'ultima tentazione di Cristo». Il cast è a dir poco eccezionale: con Cristopher Walken e Rupert Everett, fanno parte, nei ruoli delle loro rispettive compagne, Helen Mirren e Natasha Richardson. Ma nel credit tècnico e artistico (la produzione è di Angelo Rizzoli), troviamo vari nomi italiani: dallo scenografo Gianni Quaranta al direttore della fotografia Dante Spinotti, quindi Armani che ha disegnato gli abiti del quartetto protagonista, a Mariolina Bono costumista e coordinatrice di tutto il resto. Compreso il responsabile delle riprese logistiche lagunari, il veneziano Giorgio Padoan. Ordinaria perversione. Si tratta di due coppie di inglesi, una un poco più matura dell'altra. Si conoscono a Venezia. Cominciano a frequentarsi. Stringono amicizia. E a poco a poco la coppia più anziana avviluppa l'altra come in una tela di ragno, i cui fili sono altrettanti lacci di ambigua sessualità. I più giovani finiscono per soccombere psicologicamente, senza con ciò evitare che da tale confusione scaturisca il dramma: Walken (pare), finisce per evirare prima e uccidere poi il giovane Rupert. La Venezia rappresentata è impalpabilmente ambigua. Una sorta di Casbah arricchita di echi bizantini. E bizantino, cioè di sottile ambiguità, appare anche il titolo che il film assumerà per il circuito italiano: «Cortesie per gli ospiti». Abbiamo pedinato la troupe al lavoro per più giorni, da quando Schrader ha dato il primo «ciak» sulla spiaggia lidense dell'Hotel Excelsior, in una mattinata grigia, coperta da nubi che sembravano esplodere di lì a poco in una pioggia fatalmente attesa, ai «si gira» in piazzetta San Marco, tra i tavolini del Caffè Chioggia, con Walken impegnato nei primi cortesi approcci con Everett e Natasha Richardson, appena conosciuti. La macchina da presa piazzata appena sopra i pochi gradini che portano alle «procuratie», rivolta verso Palazzo Ducale. E Walken in un elegantissimo candido vestito che doveva pronunciare verso qualcuno fuori campo questa frase, leggendola sulla lavagna tenuta davanti a lui da un tecnico (il «gobbo», in gergo), nella grafia volutamente sbagliata per consentirgli una corretta pronuncia: «Senti, lascia Staray...». E poi, sulla riva degli Schiavoni, davanti all'Hotel Gabrielli che nella finzione ospita i protagonisti. In questi giorni la troupe sta girando in notturna in campo Santa Maria Formosa. Sempre senza poter valicare quella sorta di cordone... sanitario che la produzione ha imposto finora anche alla stampa. Accade sempre così, quando il budget di un film diventa particolarmente importante, in quanto appartiene a una particolare combinazione produttiva. Lo fece anche Spielberg, quando a Venezia venne (bloccando per due giorni addirittura il Canal Grande, in piena estate turistica), per girarvi le sequenze di «Indiana Jones e l'ultima crociata». Ma le indiscrezioni filtrano egualmente, e singolarmente i componenti la troupe sono gentili, amabili, disponibili. Sappiamo così che «Confort of stranger» sarà interamente girato a Venezia, salvo poche riprese, per il finale, a Londra. Tra «calli e campielli» dei palazzi-abitazione dei protagonisti visti solo nella facciata esterna. Gli interni, infatti, verranno «pirati» in studio. Alcove che il passato di Venezia ha reso preziose, di nuovo complici e attuali. Piero Zanotto Rupert Everett: sta girando a Venezia un film sceneggiato da Harold Pinter
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