L'«alibi» di Vittorio Emanuele

L'«alibi» di Vittorio Emanuele Denuncia irregolarità nell'istruttoria condotta dai giudici francesi L'«alibi» di Vittorio Emanuele «A Cavallo non fu solo il prìncipe a sparare» PARIGI NOSTRO SERVIZIO Una seconda arma resa al proprietario senza alcun accertamento tecnico, una perizia balistica affrettata e imprecisa, la totale assenza di una ricostruzione dei fatti come imporrebbe la prassi giudiziaria. Vittorio Emanuele di Savoia ieri è passato ad un deciso contrattacco. Mercoledì era stato rinviato a giudizio di fronte alla corte d'assise della Corsica per l'omicidio preterintenzionale del giovane tedesco Dirk Hamer, il 18 agosto 1978 in una baia dell'isola di Cavallo. Venerdì il suo legale, Paul Lombard, aveva presentato un ricorso in Cassazione che quantomeno sposterà — se respinto — l'inizio del processo all'autunno 1990. Ieri, infine, il principe ha fatto conoscere le sue perplessità «tecniche» sullo svolgimento delle prime indagini, tramite un co¬ municato all'agenzia France Presse. Un comunicato diramato da «parenti del principe». Almeno questa è la traduzione più fedele del termine «proches» che può anche significare amici intimi. Vittorio Emanuele, 52 anni, ha evidentemente chiesto loro di far conoscere la «sua» verità su ciò che accadde quella notte di undici anni fa, su quegli spari (provocati da una lite col medico romano Niki Pende) che lo portarono in prigione per quasi un mese. «Quell'inchiesta — sostengono i suoi amici — ha gravi infrazioni di procedura, venne fatta molto male, in fretta. C'era una seconda pistola che venne resa al proprietario, un italiano, nonostante fosse stato accertato che anche da quell'arma erano partiti dei colpi. Il principe Vittorio Emanuele ha sempre affermato, in ogni fase dell'istruttoria, di aver sparato due volte, in aria. Noi abbiamo ritrovato sei testimoni che affermano di aver udito almeno quattro detonazioni. Un revolver fu rinvenuto nella barca degli italiani che avevano discusso col principe. E mancavano due cartucce nel tamburo. Ma gli inquirenti non ne tennero conto. L'arma fu ridata al proprietario senza che fosse effettuata una perizia balistica e senza che l'interessato fosse interrogato». «La pallottola estratta dal corpo di Hamer era di piombo, mentre i proiettili del fucile del principe erano ricoperti di rame. Gli inquirenti hanno lasciato ripartire i battelli presenti quella notte senza aver fatto il sopralluogo necessario per accertare la traiettoria del proiettile che colpì alla gamba il giovane tedesco, e soprattutto per capire da quale barca potesse essere stato esploso». Paolo Potetti

Persone citate: Cavallo, Dirk Hamer, Hamer, Paolo Potetti, Paul Lombard, Vittorio Emanuele

Luoghi citati: Parigi