«Vertice pansocialista sull'Est»

«Vertice pansocialista sull'Est» Craxi annuncia un «invito personale» ai leaders europei per discutere la svolta «Vertice pansocialista sull'Est» Ma lancia un duro attacco al nuovo corso pei ROMA. Con l'ormai consueto metodo di alternare sberle a blandizie, il segretario del psi picchia ancora sull'incudine della sinistra. E' attento ai casi dell'Est, l'onorevole Craxi, e in questa direzione annuncia una grande e spettacolare iniziativa socialista a livello europeo. Poi però va giù pesante coi comunisti italiani. E ignora del tutto, almeno per ora, gli ammonimenti di Norberto Bobbio. Il leader socialista concludeva ieri la festa napoletana dell'Avanti!, al Maschio angioino. Ovviamente ha parlato a lungo di quei temi che sono oggi la trincea politica del suo partito: la droga, la criminalità organizzata, lo sviluppo del Mezzogiorno; e su questi campi ha sollecitato il governo di Andreotti affinché «faccia presto». Poi però, a sorpresa e non senza provocare effetto, ha annunciato che si accinge ad indirizzare «un invito personale a tutti i leaders socialisti europei» per un incontro sulla nuova situa¬ zione che si è creata nei Paesi dell'Est europeo. Un vertice pansocialista con Mitterrand, Gonzàlez e tutti gli altri big, «che serva ad individuare le linee di azione più utili e costruttive», perché «dalla crisi degli Stati e delle società comuniste si deve prendere spunto per allargare le vie della pace e della fiducia». Lo scenario è cambiato rapidamente, è ora del tutto nuovo, spiega Craxi, e l'Italia «ha un ruolo importante da svolgere sia nell'ambito dell'Alleanza Atlantica, che in quello della comunità europea, che nel quadro delle sue relazioni bilaterali dirette». Più o meno è quanto avverte anche il comunista Giorgio Napolitano, che in partenza per Budapest con Occhetto su invito dei comunisti magiari freschi di abiura, ha dichiarato che in Ungheria «ora si volta pagina rispetto al passato»; e che il ribattezzato partito socialista ungherese «si avvicina alle forze del socialismo euro¬ peo cercando, come ha detto più volte Nyers, di congiungere le tradizioni migliori sia dell'ala comunista sia dell'ala socialista e socialdemocratica del movimento operaio europeo». E il ministro ombra degli Esteri non manca di far osservare: «E' su questa linea che noi comunisti italiani ci muoviamo da tanto tempo». «Migliori» è un aggettivo congeniale all'onorevole Napolitano. Ma tanta sintonia non trova lo sperato riscontro sulla sponda socialista se Craxi, scendendo con l'uditorio napoletano dall'Europa agli affari di casa nostra, cambia registro e ammonisce: «Cominciamo ad avere l'impressione che il nuovo corso comunista, per i rapporti con noi, sia persino peggio del vecchio». Già, perché «dal cilindro del nuovo corso è uscito il settarismo storico che un tempo riusciva ad intimorire e a dividere i socialisti, e che oggi li fa solo più uniti e determinati». Ecco, così, la stoccata cra- xiana: «Se, nel suo contorto procedere, il revisionismo all'italiana del nuovo corso comunista si manifesta più massimalista e settario, allora si creerà una complicazione che naturalmente affronteremo, così come ci è capitato altre volte di dover fare». «Complicazione» è un sostantivo che notoriamente non spaventa il leader socialista. Certo, ci si potrebbe chiedere se tali toni da condanna senza appello siano soltanto un episodio della campagna elettorale romana (quanti bulgari e romeni in questi giorni, sui mercati e le borgate della capitale!). O se non siano piuttosto la conferma di quanto spiega Norberto Bobbio in una lunga intervista all'Espresso anticipata sui quotidiani di ieri: il vecchio e autorevole pensatore socialista dice che la democrazia è in pericolo a Gianni Pennacchi CONTINUA A PAGINA 2 3<» COLONNA

Luoghi citati: Budapest, Europa, Italia, Roma, Ungheria