«La paura fa grande la Juve» di Bruno Bernardi

«La paura fa grande la Juve» Domenica a Marassi Schillaci ritrova Scoglio, suo maestro nel Messina, e spiega «La paura fa grande la Juve» «Per il timore di perdere il posto diamo sempre il massimo» «Contro il Genoa dobbiamo ripetere la prova di Parigi» TORINO. Dopo Rui Barros a Parigi, adesso tocca a Totò Schillaci a Genova. Il portoghese non ha avuto pietà del suo vecchio maestro Tomislav Ivic, sotto la cui guida s'era coperto di gloria nel Porto, segnando un gol, il primo ufficiale della stagione nella Juventus, in Coppa Uefa. «Ho rotto il ghiaccio e spero di continuare», dice Barros. Più che il Paris St. Germainl'aveva spaventato la sassaiola pre-partita, ma lui ha risposto per le rime, in campo. Un gol che vale doppio, un'ipoteca sulla qualificazione in attesa del ritorno del 1° novembre allo stadio Comunale. Saprà fare altrettanto Schillaci a Marassi contro il professor Franco Scoglio, l'uomo che l'ha plasmato nel Messina, per un rilancio in campionato? Al Pare des Princes, il picciotto ha sfoderato lo spadone. Sembrava Rinaldo. Non ha segnato, però ha fatto segnare Barros. All'83', stremato ma felice, ha ceduto il posto a Casiraghi. Aveva fatto in pieno il proprio dovere. «Come tutta la squadra», si schermisce Totò. «Gioco con la paura di perdere il posto, una paura che ora abbiamo in molti dopo la salutare sconfitta con l'Atalanta: è una molla che ci spinge a dare il massimo, la svolta che ci ha consentito di ritrovare la determinazione senza la quale non ci può essere continuità di risultati», aggiunge. E ritiene che i francesi non siano ancora del tutto domati. «Non hanno più niente da perdere ma se giochiamo come a Parigi è fatta: e dovremo ripeterci già a Genova contro avversari che corrono come matti, veloci e grintosi comandati da Scoglio, un grande allenatore cui debbo molto», ammonisce il bomber. A Parigi, Schillaci si è trovato più coinvolto nel gioco che in altre trasferte. «Deve migliorare, essere più altruista a tre quarti di campo, mentre in area, talvolta, l'egoismo non guasta», osserva Dino Zoff. E Giancarlo Marocchi fa notare che Schillaci «sta imparando che anche dare il pallone indietro è importante». Marocchi, con l'arretramento di Fortunato alle spalle della difesa, ha assunto una posizione più centrale ed è stato il miglior juventino in assoluto. Non si monta la testa per i voti alti in pagella: «Prima ero un po' più decentrato, ora cerco di aiutare Aleinikov nella costruzione del gioco, nel vivo dell'azione, entrando in area con maggior convinzione: il mio colpo di testa aveva varcato la linea e poteva essere il 2-0». Sarebbe stato il suo secondo eurogol dopo quello al Gornik. In campionato ne ha già realizzati tre, centrando due pali. A Parigi c'era Picchio de Sisti, inviato speciale di Vicini per visionare Marocchi e Fortunato. Marocchi più che alla Nazionale («dove gioco con la paura di sbagliare e faccio cose normali mentre nella Juventus dò tutto») pensa a Marassi: «In Coppa Uefa abbiamo collezionato tre successi in tre partite. In campionato deve finire l'altalena. E Genova può essere una tappa decisiva. Vincere, convincendo, significherebbe scoprire la nostra vera dimensione». Zoff confermerà la stessa formazione con Fortunato libero e Tricella in panchina. «Nessuna rivoluzione, un semplice avvicendamento che può essere definitivo oppure no», non si sbilancia l'allenatore. Però la formula funziona e l'ex atalantino ha perfino orchestrato, con profitto, la trappola del fuorigioco: «E'un ruolo che mi piace. Non ho problemi». Zoff ne prende atto. E non è d'accordo con chi ha visto i due sovietici sotto tono: «Spero che Zavarov giochi sempre così. Chi inventa 10 fa a sprazzi, non per novanta minuti». Il morale della squadra è alto. «Questa vittoria è arrivata al momento giusto: il pericolo era di diventare troppo pessimisti ma ora non passiamo dalle stalle alle stelle, stiamo con i piedi per terra», avverte. Sa che a Genova l'ambiente sarà osiile per 11 mancato trasferimento di Aleinikov in rossoblu: «Un campo "caldo" dove il pubblico genovese dà una gran carica alla squadra. Sarà molto dura. Scoglio? E' un buon tecnico. Ambizioso? E chi non lo è?». Bruno Bernardi Sul palcoscenico. Aleinikov affronterà il Genoa dopo il giallo dell'estate

Luoghi citati: Genova, Parigi, Torino