L' Acna: fateci riaprire

L' Acna: fateci riaprire La fabbrica assicura che tra 5 giorni i lavori saranno finiti L' Acna: fateci riaprire La richiesta al ministro Ruffolo, ma il «via» spetta al Parlamento Domenica in Val Bormida si vota per il referendum sull'inceneritore ROMA. L'Acna annuncia che il 25 ottobre finirà i lavori del muro di contenimento del percolato, misura di sicurezza richiesta dal governo. E in una lettera al ministro dell'Ambiente chiede di poter riaprire la fabbrica, chiusa il 6 luglio scorso, appena saranno stati compiuti i collaudi. Ruffolo terrà questa mattina al Consiglio dei ministri una relazione sulla situazione della Val Bormida. Ma in commissione Ambiente ieri si è impegnato a non prendere nessuna decisione finché sulla questione Acna non si sarà pronunciato il parlamento. Il dibattito era stato interrotto dalla crisi di governo e a Montecitorio risoluzioni presentate da diversi gruppi parlamentari (primi i Verdi) aspettano di essere discusse e messe ai voti. La richiesta di riportare in aula la questione è stata avanzata dal presidente della commissione, il de Botta. Per l'Enimont, l'azienda di Cengio è ormai in forte deficit e, tra i miliardi spesi per i lavori e quelli persi per la chiusura, potrà forse tornare in attivo solo fra molti anni. Ma è diventata ormai un simbolo: «L'espressione della volontà di conciliare 10 sviluppo industriale con le esigenze ambientali del territorio», come esordisce la lettera spedita dall'amministratore delegato Zanini. La fabbrica di vernici e coloranti che per decenni ha inquinato la Val Bormida ricorda i patti stipulati prima nel settembre '88 e rinnovati lo scorso maggio con nuovi impegni che comportano investimenti per 122 miliardi. Più della metà sono stati spesi — ricorda Zanini — rispettando i tempi concordati. Il muro che deve contenere verso valle le acque contaminate che colano dal terreno dove sorge la fabbrica sta per essere completato. Per i Verdi invece la situazione è ancora «interlocutoria». Secondo la deputata verde Laura Cima «se ne è convinto anche 11 ministro Ruffolo che si è impegnato infatti a non decidere prima che si pronunci Montecitorio». Gravi dubbi, afferma Ci¬ ma, sono stati sollevati dal rapporto del servizio geologico al governo, divulgato dagli ambientalisti. Secondo i geologi sopra la marna vi sarebbe uno strato di ghiaia che renderebbe molto alto il rischio di contaminazioni della valle in caso di una grossa piena del Bormida. «Un rischio che diventerebbe drammatico — aggiunge Cima — se il terriccio contaminato della fabbrica contenesse davvero la diossina, come da tempo sospettiamo». Le analisi ordinate dalla Usi di Acqui dovrebbero arrivare dall'America fra una decina di giorni. Intanto continua la controversia sul nuovo impianto ReSol che dovrebbe smaltire i rifiuti della lavorazione dei coloranti producendo sali sodici. La Regione Liguria aveva dato il permessso per la costruzione, ma dal ministero dell'Ambiente è poi arrivata la richiesta di una verifica dei fumi. Sull'inceneritore il 22 ottobre si terrà un referendum popolare il cui risultato avrà certo un valore ben più ampio. [m. g. b.]

Persone citate: Laura Cima, Ruffolo, Zanini

Luoghi citati: Acqui, America, Cengio, Liguria, Roma