Battaglia al computer

Battaglia al computer Padova, 12 ore per battere il pirata venuto dalle Azzorre Battaglia al computer // virus attacca due banche dati PADOVA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE , Anche se con qualche giorno di ritardo rispetto all'«allarme rosso» previsto per venerdì scorso e poi spentosi senza conseguenze, alcuni istituti universitari italiani hanno vissuto una notte di terrore per l'attacco sferrato da un "«pirata dei computer» che voleva far saltare la memoria di una rete elettronica con cinquemila terminali sparsi in tutto il mondo. Cento di questi terminali, tutti collegati con gli archivi elettronici della Nasa a Houston e del Cern di Ginevra e quindi considerati della massima importanza scientifica, sono collocati nelle Università di Milano, Pavia, Trieste e Padova. Proprio nella città veneta, l'altra sera, è scattato improvvisamente l'allarme. Un rapido controllo, e i tecnici hanno scoperto che stavano assistendo a un vero e proprio attacco alla rete. Per qualche minuto, con la comparsa sui videoterminali di un virus a for¬ ma di verme, si è anzi temuto il peggio. Il pirata si è anche firmato con una sigla in inglese (Wank) che richiama una vaga organizzazione antinuclearista. La battaglia contro i pirati del computer è durata tutta la notte tra martedì e mercoledì scorsi. Alle dieci del mattino la vittoria: il pirata si è ritirato. Positivo il bilancio: soltanto due terminali, a Milano e a Trieste, sono stati messi fuori uso. Ma la «memoria» del sistema elettronico assicurato dalla Span e dalla Hepnet, le due reti scientifiche internazionali, ha resistito. «Il nostro sistema di protezione ha funzionato alla perfezione e il pirata che ci ha attaccati non è riuscito a trovare neppure un varco per introdursi nelle nostre memorie», ha spiegato uno degli specialisti dell'Università di Padova. La. «battaglia» dell'altra sera, in un certo senso, era attesa. Una settimana prima dell'ora «X», considerata come quella scelta per scatenare in tutto il mondo gli assalti ai computers, dalle sedi centrali della Span e della Hapnet era partito un avviso urgente per tutte le reti collegate. L'ordine era tassativo: «Inserire il grado più elevato previsto dal sistema di protezione, è imminente un attacco». Il «Security Officer», una specie di super-controllore elettronico in grado di studiare chiunque s'inserisca in rete, aveva individuato qualche giorno prima il pirata che poi si è fatto realmente vivo martedì sera. Il terrorista, ha accertato lo stesso «Security Officier», è riuscito ad introdurre il virus-verme attraverso un computer del tipo Microvax II piazzato quasi sicuramente alle Azzorre o alle Canarie almeno una settimana prima dell'attacco poi fallito. Cosa poteva accadere se invece l'operazione fosse riuscita? Probabilmente sarebbe stata la distruzione totale delle banche dati dei due sistemi: milioni e milioni di preziosissime informazioni scientifiche utilizzate dagli studiosi di tutto il mondo potevano andare in fumo. Antonello Francica

Persone citate: Antonello Francica, Span