Milano, Craxi contro i giudici di Francesco Cevasco
Milano, Craxi contro i giudici «Libero chi ci lancia le molotov» Milano, Craxi contro i giudici MILANO. «Nella magistratura milanese c'è qualcuno che non conosce la differenza tra fie bombe molotov e i pomodori». Bettino Craxi, ieri, ha parlato nella «sua» sezione psi di Lambrate, violata, l'altra notte, da una bottiglia incendiaria, ed è stato duro. Se l'è presa con i giudici «comprensivi» nei confronti dei giovanotti (autonomi? punk? metallari? rockettari?) che occupavano e occupano pezzetti di metropoli (ieri il centro sociale Leoncavallo e quello di via Conchetta, oggi l'ex cinema Alcione). Parole dure: «In questa città è stato possibile lanciare decine di bombe molotov contro le forze dell'ordine e i responsabili sono stati immediatamente rilasciati da un magistrato comprensivo» (allusione, anzi riferimento esplicito, agli occupanti del Leoncavallo sgombrati dopo un'ora di guerriglia con poliziotti e carabinieri). E ancora: «Si trattava di bombe confezionate secondo l'uso bellico e non di frutta marcia». Un pretore milanese, la settimana scorsa, ha messo sotto inchieste i dirigenti delle società immobiliari (tra cui Carlo Cabassi, fratello del finanziere Giuseppe) e i responsabili di polizia, carabinieri e vigili urbani che hanno chiesto, coordinato e assistito allo sgombero e al successivo intervento delle ruspe. Il giudizio di Craxi su questo magistrato è una sentenza: «Ha pensato bene di agire contro chi si proponeva nient'altro che di rimuovere situazioni di patente illegalità». Craxi ha detto queste cose dopo aver guardato, circondato dallo stato maggiore del psi lombardo, il vetro rotto e le macchie di fumo nero sulla facciata della sezione psi di cui si è definito «il più fedele iscritto». Una folle rivendicazione del mini-attentato è arrivata all'agenzia di stampa «Ansa» di Milano con una telefonata di questo genere: «Siamo stati noi, i tossicodipendenti». E l'argomento-droga lo ha tirato in ballo anche Craxi: «Perché questi atti di violenza contro di noi? Qual è la nostra colpa? Si sono organizzate manifestazioni contro di noi per la lotta che abbiamo ingaggiato contro la droga». E poi, ecco la saldatura tra droga e neo-terrorismo: «Le tracce di tentativi di riorganizzazione e di preparazione di progetti terroristici sono già state individuate lungo piste interne e internazionali che sono state evidentemente riattivate. Violenza e terrorismo finiranno con l'essere l'arma dei narcotrafficanti». Visto che c'era, Craxi ha tirato una frecciatina anche ai suoi nemici del «partito trasversale» (Repubblica - Panorama - L'Espresso): «Le minacce, gli attentati, le campagne d'odio ben orchestrate, dirette e trasversali, non ci faranno né arretrare né cambiare strada». Mentre a Lambrate volavano queste parole grosse, all'altro capo della città i giovani che occupano l'ex cinema «Alcione», saputo dal loro avvocato (anche loro ce l'hanno) che il pretore Virginia Maisano aveva firmato l'ordine di sgombero, annunciavano la loro parola d'ordine: «Resistenza!». Più «banale», meno «politico», il problema dei condomini del palazzo: «L'occupazione dei fondi nel nostro edificio è illegittima», sostengono in un esposto alla magistratura. I giovani e chi è solidale con loro rispondono con una manifestazione prevista per stamane. Francesco Cevasco
Persone citate: Bettino Craxi, Carlo Cabassi, Craxi, Leoncavallo, Maisano
Luoghi citati: Milano
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