Amaro debutto del nuovo Honecker di Tito Sansa

Amaro debutto del nuovo Honecker La promessa di liberalizzare i viaggi all'estero non convince i tedeschi dell'Est Amaro debutto del nuovo Honecker Contestato da operai, dissidenti e Chiese BERLINO EST DAL NOSTRO INVIATO La prima giornata di Egon Krenz come segretario generale del partito comunista della Ddr non è stata proprio incoraggiante. Recatosi di buon mattino nella fabbrica di macchinari «Sette ottobre», il nuovo capo del partito è stato subissato dalle lamentele degli operai, rimasti in pochi perché molti colleghi sono fuggiti nella Germania federale. Nel pomeriggio poi, quando ha ricevuto nel castello di caccia di Hubertusstock, sul lago di Wernbellin, il presidente dei vescovi della Turingia, Werner Leich, e il capo del Concistoro delle Chiese del Brandeburgo, Manfred Stolpe, gli è stato consegnato un documento di severe critiche redatte in settembre dalla lega delle Chiese evangeliche. Sicuro di sé, sorridente, il segretario generale ha incoraggiato gli operai a parlare apertamente. E — come riferisce sorprendentemente l'agenzia ufficiale Adn — ha trovato gli operai «molto adirati». La televisione, che finora aveva sempre censurato qualsiasi critica, ha addirittura trasmesso una parte del colloquio di Krenz con i lavoratori. «Perché sono fuggiti i tuoi colleghi?» ha domandato Krenz a un giovane metalmeccanico, Ronald Berus. E questi, senza esitare, ha rispo- sto: «A causa del divieto di viaggiare, forse. Ma a farli fuggire è stata tutta una somma di problemi. L'errore del partito è stato di non discutere, la gente non vedeva più una via di uscita». «Ma negli ultimi giorni avete cominciato a parlare» ha replicato il segretario generale. «Troppo tardi — ha risposto il giovanotto — e poi non basta parlare». Krenz, come a dire «sono qui per questo» ha replicato: «Sì, bisogna agire, lavorare, lavorare e ancora lavorare, regali non ce li fa nessuno». Nulla, invece, è trapelato del colloquio pomeridiano con gli esponenti della Chiesa evangelica che appoggia i gruppi di dissidenti. La scelta dell'interlocutore non è stata casuale. Ieri mattina infatti, mentre tutte le organizzazioni di riformisti e anche diversi intellettuali si sono dichiarati delusi per il contenuto del discorso televisivo di Krenz alla Nazione, i portavoce della Chiesa hanno espresso giudizi moderatamente positivi e speranzosi. Tra la popolazione di Berlino Est la nomina del nuovo segretario generale non ha suscitato entusiasmi. Studenti in attesa dinanzi all'università Humboldt dicevano ieri mattina che il cambio di guardia è avvenuto «troppo tardi», che Krenz potrà fare poco perché è uh «capo provvisorio» (soffre di cirrosi epatica) che «durerà al massi- mo fino al congresso del partito a maggio» e che nulla cambierà perché è uno stalinista. Una studentessa ungherese, invece, ritiene che Krenz avrà — su suggerimento di Mosca — lo stesso compito che nel 1956 a Budapest fu affidato a Janos Kadar, destalinizzare il vertice del partito. Nessun articolo di commento alla nomina di Krenz è comparso sui giornali della Ddr. Manca però anche, e non era mai acca¬ duto, qualsiasi parola di ringraziamento per Erich Honecker. Le buone notizie per la popolazione verranno pubblicate domani: il presidente del Parlamento, Horst Sindermann, ha annunciato che d'ora innanzi nella «Camera del popolo» «si discuterà apertamente» e il ministro della Difesa ha fatto sapere che i soldati avranno maggiori concessioni durante la libera uscita. Il quotidiano «Tageszeitung» di Berlino Occiden¬ tale, invece, pubblica una dichiarazione di dubbio gusto del cantautore Walf Biermann, espulso nel 1976 dalla Ddr dopo che era fuggito nella Germania di Bonn. «Krenz è il più miserabile dei candidati — scrive Biermann —. Per me è una nullità, un ubriacone veterano della gioventù comunista, il giullare del Politburo, una mascella che ride in permanenza». Tito Sansa li nuovo leader della Germania Orientale Krenz discute con alcuni operai durante la visita alla fabbrica «7 ottobre»