San Francisco si sveglia da un brutto sogno di Giancarlo Masini

San Francisco si sveglia da un brutto sogno San Francisco si sveglia da un brutto sogno Di nuovo la luce, funzionano i tram, aperti i negozi di generi alimentari SAN FRANCISCO NOSTRO SERVIZIO L'inconfondibile squillo della campanella del «kable car», il caratteristico tranvai sanfranciscano trainato da un cavo che scorre sotto terra in mezzo ai binari, è stato il primo segnale che la vita a San Francisco sta tornando rapidamente alla normalità. Una volta ristabiliti i collegamenti telefonici, nel giro di poche ore, dopo il terremoto, un quartiere dopo l'altro, fra ieri e oggi, sta riottenendo il beneficio dell'energia elettrica, mentre vengono rimossi i filobus che erano rimasti bloccati in mezzo alla strada per il black out. Autobus e filobus, così pure la metropolitana che attraversa la baia, hanno ripreso a funzionare regolarmente. Per tutta la giornata di ieri scuole, uffici e negozi sono rimasti chiusi, ma un numero sufficiente di «grocery stores», dotati di generatori elettrici, sono rimasti aperti giorno e * notte per la vendita di alimentari. Così hanno fatto anche alcune catene di fast food. Le stazioni radio hanno dato regolarmente le indicazioni dei vari punti di vendita aperti al pubblico. Per questo non ci sono stati né resse né accaparramenti drammatici. Purtroppo un intero distretto della città, quello della Marina, il più colpito dal sisma con crolli ed incendi e con ampie fessure nelle strade, ha dovuto essere isolato dalla polizia e dai vigili del fuoco. Gli abitanti che erano stati fatti evacuare tempestivamente sono stati richiamati uno per uno perché potessero prendersi le cose più care con l'aiuto dei vigili del fuoco prima delle demolizioni. Qui sono molte centinaia le case pericolanti sconnesse alle fondamenta che dovranno essere rase al suolo. Forse l'intero quartiere — ha detto il sindaco Art Agnos — dovrà essere demolito e ricostruito con criteri diversi. Si tratta di casette, una attaccata all'altra, a due o tre piani, mono o bifamiliari; vi sono anche numerosi palazzi più alti suddivisi in appartamenti. Erano le abitazioni di fronte alla baia, a ridosso del Golden Gate Bridge, preferite dai vecchi emigranti italiani che le acquistarono una volta messisi a posto col lavoro. Da qualche anno però i nostri oriundi hanno lasciato in larga parte quel quartiere, per trasferirsi nei sobborghi residenziali fuori San Francisco, in mezzo al verde. Praticamente San Francisco, al di là delle distruzioni della Marina e del crollo di un edificio nella Sesta Strada vicino a Market Street, non ha avuto altre distruzioni. Le persone che vi hanno perso la vita sono nove. La vera tragedia provocata dal terremoto è invece quella di Oakland, dove il piano superiore dell'autostrada 880 è crollato schiacciando centinaia di auto che percorrevano il pianò sottostante. .V E' una carneficina lunga circa due chilometri. I lavori per il recupero di queste macchine con i cadaveri che contengono prosegue meticolosamente ma richiedono molto tempo. Il numero delle vittime appare molto più alto di quello che era stato indicato fino ad oggi. Fra i morti una donna di nome italiano, Kathy Scarpa. Per scoprire le ragioni e le eventuali responsabilità di questo crollo come per quello che è avvenuto a Oakland le autorità californiane hanno disposto un'inchiesta. Negli Anni Settanta in seguito ad un altro terremoto nella zona di Los Angeles, che aveva provocato simili guai in due autostrade, era stato eseguito un accurato controllo ed erano state rivolte raccomandazioni perché le colonne di sostegno del viadotto di Oakland fossero opportunamente rinforzate. Per quanto riguarda invece il Bay Bridge i test compiuti allora avevano indicato la capacità delle strut¬ ture di resistere a movimenti sismici di ben maggiore ampiezza. La porzione del piano stradale staccatasi corrisponde ai punti di collegamento fra due di quei segmenti del piano stradale che nei ponti di quelle dimensioni debbono essere lasciati separati per controbilanciare le escursioni termiche e per un opportuno assorbimento elastico delle vibrazioni del traffico. Gran parte degli uffici e le scuole di San Francisco resteranno chiusi fino a lunedì mattina, ma intanto già oggi riprende il servizio postale. Da quanto abbiamo vissuto e visto in queste 48 ore dopo il terremoto dobbiamo dire che i piani di emergenza predisposti dalle autorità comunali e statali non solo sono stati tempestivi, ma estremamente efficienti. Per questo non vi sono state scene di panico. Non vi sono state manifestazioni isteriche di massa né tantomeno confusione negli uffici di coordinamento dei servizi d'emergenza. I mezzi di soccorso sono arrivati a destinazione senza problemi e le circa duemila persone rimaste senza tetto hanno avuto immediatamente le indicazioni dei luoghi di raccolta dove trovare rifugio e pasti caldi. Lo ha riconosciuto con soddisfazione ieri, in una conferenza stampa, il coordinatore dei piani di emergenza di San Francisco, Cari Koon, anche se ha tenuto a precisare che questo sisma non è stato «the big one», previsto in 8,3 gradi della scala Richter. «Un terremoto che si stava aspettando e per il quale ci eravamo preparati — ha detto Koon —. Questo più terribile sisma forse verrà in seguito e quanto abbiamo fatto fra ieri e oggi ci sarà servito da prova generale». A San Francisco non vi sono stati litigi né resse negli uffici delle aziende del gas, del telefono e dell'energia elettrica; non si sono registrate nemmeno aspre polemiche fra gli abitanti dei quartieri rimasti senza gas e senza elettricità, mentre magari i palazzi delle strade di fronte avevano ripristinato questi servizi da molte ore. Le azioni di solidarietà fra gli abitanti più fortunati e quelli meno fortunati di San Francisco sono state continue, generose e proseguono tutt'oggi. Sulla natura e le caratteristiche geologiche della faglia sismica che ha provocato il terremoto e che potrà generarne altri più o meno disastrosi c'è un'ampia discussione fra i sismologi. C'è chi sostiene che quanto è successo martedì po meriggio è solo un prodromo di un ben più ampio e distruttivo movimento tellurico prevedibile da qui all'anno 2003. C'è chi sostiene che il sisma che abbiamo vissuto è un risultato di tardivo assestamento di quello del 1906. Nei giorni scorsi e anche ieri sera si sono registrate altre piccole scosse sismiche ma di intensità estremamente debole. Giancarlo Masini

Persone citate: Art Agnos, Kathy Scarpa, Koon, Richter