Eltsin «E Gorbaciov il mio persecutore Vuol liberarsi di me» di Emanuele Novazio

Eltsin: «E' Gorbaciov il mio persecutore Vuol liberarsi di me» Il pcus e i radicali alla rottura Eltsin: «E' Gorbaciov il mio persecutore Vuol liberarsi di me» MOSCA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Boris Eltsin alza il tono della polemica, e dopo le denunce generiche nei corridoi del Soviet Supremo contro chi «vuole screditare un deputato», attacca direttamente Michail Gorbaciov con una dichiarazione distribuita ai giornalisti occidentali, e minaccia «misure appropriate» se la «persecuzione» contro di lui continuerà. L'uomo dello scandalo torna a ruggire, dunque: il Presidente sovietico si è prestato a una «farsa politica portando il caso in Parlamento», accusa Eltsin, e lo scopo è uno solo, «minare la mia salute ed escludermi dalla battaglia politica»: «I miei persecutori hanno sparso sui giornali storie su ài me, hanno sparso voci sulla mia vita privata. Tutti costoro sono legati nella stessa catena di azioni contro di me, sotto la direzione di Michail Gorbaciov». Eltsin rimprovera al vertice del Paese di aver mescolato «menzogne e verità» nell'esposizione del suo caso in Parlamento, e accusa la stampa ufficiale di «aver esagerato e averne fatto una vicenda di prima grandezza». E spiega il complotto con la «collera dell'apparato» di fronte alla nascita del «Gruppo interregionale», quattrocento deputati riuniti sotto la presidenza dello stesso Eltsin, di Andrei Sacharov e dello storico Iuri Afanasiev. C'è l'apparato, denuncia il leader del nuovo populismo russo, «all'origine delle voci più inverosimili sulla mia condotta e sulla mia vita privata», e questo è un segno devastante, perché «è inammissibile e pericoloso che la lotta politica dia spazio a metodi immorali e senza principi, che mirano all'annientamento morale e psicologico dell'avversario». Questi metodi sono capaci di condurre il Paese al «diktat totalitario». E', forse, il grido d'agonia di un uomo stretto alle corde. E', certo, la conclusione di un'alleanza turbolenta ma efficace. Ma il nuovo scandalo esploso attorno al nome del deputato più famoso dell'Urss — che la notte del 28 settembre è stato trovato fradicio nella zona delle dace, ha denunciato di essere stato rapito e buttato nella Moscova, ma ha poi ritrattato — è qualcosa di più che l'imbarazzante vicenda di un uomo, per quanto simbolico nella lotta fra schieramenti. La nuova fase politica avviata col Plenum di settembre ha smosso gli equilibri, ha spostato le alleanze, e l'intera ala radicale pare diventata all'improvviso troppo ingombrante per un SegretarioPresidente impegnato nella difesa degli obiettivi strategici della perestrqjka, ma soprattutto teso nella preparazione di elezioni locali cruciali per il partito, a partire da febbraio, e poi in quella del ventottesimo congresso del pcus, anticipato all'autunno prossimo. Tanti segnali indicano una frattura sempre più netta fra il grande centro riunito attorno a Gorbaciov e l'ala radicale, nel passato recente stretta al Segretario generale da un patto strategico almeno. Sotto accusa sono Eltsin certo, ma anche lo storico Afanasiev, al quale la «Pravda» rimproverava l'altro giorno posizioni incompatibili con la linea del partito. Sotto accusa sono i giornali più esposti e più avanzati sulla via delle riforme, quelli dal linguaggio più sciolto e meno formale, quelli diventati ormai il riferimento critico dell'«opposizione». La settimana scorsa, in una riunione a porte chiuse con i responsabili dei mass media, Gorbaciov avrebbe accusato alcuni giornalisti di «diffondere allarme», secondo il resoconto del direttore di «Moskovskie Novosti», Egor Yakovlev. Secondo altre testimonianze, avrebbe attaccato alcuni di loro, in particolare il direttore di «Ogoniok», Korotich, e quello del più diffuso giornale dell'Urss, «Argumenti i Fakti», Vladislav Starkov. Lunedì il responsabile dell'ideologia, Vadim Medvedev, avrebbe convocato Starkov e lo avrebbe invitato a dimettersi per aver pubblicato un poco lusinghiero sondaggio sulla popolarità dei dirigenti sovietici. Starkov avrebbe rifiutato, e parte della redazione avrebbe minacciato uno sciopero di solidarietà. Ieri, 35 deputati hanno scritto a Gorbaciov per avere chiarimenti. Chiedono: «Perché uomini che hanno lanciato la glasnost sono adesso sotto accusa?». Emanuele Novazio Il leader radicale Boris Eltsin in un comizio al ritorno dall'America

Luoghi citati: America, Mosca, Urss