La disfatta dei satelliti laser

La disfatta dei satelliti laser Gli Usa spendono ogni anno 17 milioni di dollari per la prevenzione dei terremoti La disfatta dei satelliti laser California sotto controllo, ma il rischio rimane Negli ultimi vent'anni la California è diventata un colossale laboratorio per la ricerca geofisica: una sofisticatissima rete di laser, appoggiata anche da misure compiute con speciali satelliti, registra ogni minimo movimento della crosta terrestre. Queste ricerche hanno, ovviamente, un obiettivo pratico: la salvaguardia di una popolazione che, soltanto nella zona a più alto rischio, supera i 10 milioni di abitanti. Ma hanno anche una finalità di pura conoscenza scientifica. La faglia di San Andreas, che attraversa in direzione NordSud la California e si dirama in una complicata serie di faglie minori, è anche un affascinante oggetto di studio per mettere alla prova la teoria della «tettonica a zolle», cioè quella teoria che dalla metà degli Anni 60 in poi, ha gradualmente convinto la maggioranza dei geofisici, offrendo una spiegazione unitaria di fenomeni apparentemente molto diversi, come i terremoti, il vulcanismo, la formazione delle montagne, l'esistenza di fossili marini su vette himalayane o di giacimenti carboniferi in Antartide. «La civiltà — ha scritto lo storico Will Durant — esiste grazie a un consenso geologico soggetto a modifiche senza preavviso». I sismologi cercano oggi di farsi dare questo preavviso, spiando tutti i possibili indizi dei terremoti: dagli sciami di microsismi all'emissione di un gas radioattivo, il radon, che filtra dal sottosuolo. Addirittura si tenta, pompando acqua in profondità, di controllare e scaricare preventivamente le tensioni elastiche che si accumulano nelle regioni tormentate da sistemi di faglie (giunzioni tra frammenti di crosta terrestre). Negli Stati Uniti il Geological Survey spende ogni anno 17 milioni di dollari in ricerche sulla previsione dei terremoti e altri 43 milioni in studi generali sul rischio sismico e sull'edilizia antisismica, ma secondo il geofisico Franck Press ci vorranno ancora decine di anni per ottenere previsioni attendibili. La California, dove si verifica un terremoto catastrofico ogni 140 anni ed è concentrato un decimo del patrimonio industriale degli Stati Uniti, è anche una delle regioni in cui la popolazione è meglio preparata ad affrontare una situazione di emergenza: lo si è visto, per esempio, nell'esodo dallo stadio di Candlestick Park, dove si assiepavano sessantamila persone per assistere a una partita di baseball. Tutta la faglia di San Andreas è sottoposta a un accuratissimo monitoraggio: 500 sismometri elettronici inviano i loro dati in tempo reale, per cavo o per radio, al Centro di elaborazione di Menlo Park, a Pasadena. In un anno si registrano così circa diecimila microsismi. Inoltre una fitta rete di stazioni laser operanti su due lunghezze d'onda per rendere minimi i disturbi causati dall'atmosfera è disposta a cavallo della faglia e misura in continuazione le minime deformazioni del terreno, e quindi l'accumularsi di tensioni elastiche. Strumenti speciali sono stati inventati per rilevare altri segnali premonitori del terremoto. Uno di questi è costituito da un filo metallico teso all'interno di un tubo lungo 30 metri e collocato nel terreno: serve a rilevare piccolissime deformazioni del suolo e il cosiddetto «scorrimento asismico». Un altro strumento, progettato da Selwyn Sacks alla Carnegie Institution di Washington, è costituito da un pallone pieno di gas e compresso in un pozzo molto profondo. Il fluido che sfugge al pallone permette di misurare anche i più piccoli sollevamenti della crosta terre¬ stre. Tra le tecniche più avanzate per tenere sotto controllo una regione a forte rischio sismico ci sono i satelliti artificiali costituiti da numerosi specchietti in grado di riflettere un raggio laser inviato verso di essi da una stazione a terra, mentre altre stazioni sono in grado di raccogliere il raggio riflesso. Misurando con orologi atomici il tempo impiegato dalla luce per compiere il viaggio di andata e ritorno si ottiene una valutazione estremamente precisa della distanza tra le stazioni e il satellite, e di qui si deducono eventuali minimi spostamenti della crosta terrestre, spostamenti che vanno da uno a otto centimetri all'anno. Uno di questi satelliti è «Lageos», una sfera di 60 centime- tri in orbita a seimila chilometri dalla Terra. Sulla sua superficie sono scavate 426 nicchie in ognuna delle quali è sistemato uno specchio in silice fusa e germanio. Le stazioni fisse al suolo che gli inviano i loro impulsi laser e che ne raccolgono i «lampi» riflessi sono una decina, sedici sono quelle mobili. Con «Lageos» si è visto che in California, per effetto degli spostamenti della faglia di San Andreas, San Diego e Quincy, lontane in linea d'aria 896 chilometri, si avvicinano di 62 millimetri all'anno (con l'incertezza, in più in meno, di 9 millimetri): un dato in accordo con il valore stimato (55 millimetri) per il moto relativo tra la zolla pacifica e la la zolla nordamericana all'origine del terremoto dell'altro ieri. [p. b.] EPICENTRO DEL SISMA STATI UNITI grassa La parte superiore del ponte della superstrada 880 è crollata, schiacciando le automobili che passavano al piano inferiore

Persone citate: Carnegie, Sacks, Will Durant