Gli esperti in Giappone
Gli esperti in Giappone Gli esperti in Giappone «Da noi i danni sarebbero stati minori» TOKYO DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Il Giappone ha seguito con angoscia e partecipazione le notizie sul terremoto di San Francisco, mentre studiosi ed esponenti governativi rassicurano la popolazione dicendo che un sismo della medesima entità non avrebbe nel Sol Levante gli stessi effetti disastrosi avuti sul capoluogo californiano. Un eminente sismologo, il professor Makoto Watabe, dell'Università di Tokyo, ha dichiarato in televisione che sulla base degli elementi disponibili appare chiaro che le tecnologie antisismiche impiegate a San Francisco non erano sufficienti, poiché non avevano previsto le lenti scosse ondulatorie: sarebbero state queste a provocare il crollo del ponte sulla Baia. Tutte le fonti ufficiali, in televisione e in dichiarazioni a giornali, tengono a mettere in risalto che la tecnologia giapponese delle costruzioni dei ponti e dei sovrapassaggi stradali, per non parlare degli edifici, è più avanzata. Tutte le strutture sarebbero in grado di resistere a terremoti fino a 8 gradi di magnitudine, cioè la forza che viene sprigionata dal sisma. Al professor Watabe si unisce un alto funzionario dell'Agenzia per la prevenzione dei terremoti e dei disastri naturali, Hideyaki Oda. Precisando di basarsi soltanto sui pochi dati finora disponibili, tenendo conto di un epicentro a 80-100 chilometri di distanza dalla gran- de concentrazione urbana, anche il professor Oda asserisce che in Giappone non si avrebbero i disastrosi effetti avutisi a San Francisco. Altri esperti sono tuttavia molto meno ottimisti. Un noto urbanista, Yugiro Ogawa, pur non mettendo in discussione quella che appare essere una tecnologia antisismica tra le più avanzate, esprime dùbbi sulla tenuta della rete stradale giapponese in caso di emergenza. A parte alcuni grandi viali, infatti, Tokyo è strutturata in un fitto dedalo di viuzze: un terremoto creerebbe panico e il meccanismo di soccorso e di evacuazione avrebbe difficoltà a mettersi in funzione in un tale sistema di comunicazioni. In un panorama generale di asserita maggiore sicurezza, il Paese ha tuttavia seguito con angoscia quanto è accaduto nel capoluogo californiano. Ne ha avuto praticamente la visione in diretta, poiché la maggiore rete televisiva, la «Nhc», stava trasmettendo in diretta il campionato di baseball da San Francisco. Milioni di persone hanno quindi potuto assistere in diretta al panico allo stadio dopo le prime scosse. Tutte le reti hanno poi trasmesso notiziari e le visioni terrificanti di quanto è avvenuto. Dal terremoto di sessantasette anni fa, Tokyo ha un sistema di prevenzione che praticamente rammenta tutti i giorni alla popolazione la possibilità di un sismo, che è peraltro atteso da tutti gli esperti. Ogni giorno, tra le 4 e le 5 del pomeriggio, in tutta la città, tramite 2700 punti strategici in cui sono collocati altoparlanti che diffondono la voce in tutto il rione, vengono ricordate le modalità da osservare in caso di scossa. Ogni famiglia ha istruzioni specifiche da seguire. La paura del terremoto è familiare a ogni giapponese e ognuno è invitato a prepararsi per questa eventualità. Fernando Mozzetti
Persone citate: Fernando Mozzetti, Makoto Watabe, Ogawa, Watabe
Luoghi citati: Giappone, San Francisco, Tokyo
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