«Evitata un'altra Armenia»

«Evitata un'altra Armenia» Continuano le scosse di assestamento, ma per le autorità il peggio è passato «Evitata un'altra Armenia» Hanno retto tutte le costruzioni antisismiche WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Un terremoto simile a quello che distrusse l'Armenia nell'88 ha colpito la regione di San Francisco; facendo 271 vittime, secondo i primi calcoli, ma forse molte di più, il peggiore disastro naturale in America dal terremoto del 1906, in cui perirono oltre 400 persone. Una tremenda scossa tellurica (6,9 gradi sulla scala Ritcher) ha squassato la più bella città degli Stati Uniti, e con essa Oakland, dall'altra parte della sua baia, e l'intera zona circostante, proprio nell'ora serale di punta, le 17,04 locali di martedì (l'I,04 di ieri mattina in Italia). Sinora i feriti sono oltre 500, alcuni dei quali gravi, e i danni superano il miliardo e mezzo di dollari (due mila miliardi di lire). In un grande cerchio del diametro di 150-160 chilometri, abitato da 6 milioni di persone, lavorano freneticamente la Croce Rossa, la Guardia Nazionale e un'equipe di tecnici con cani alla ricerca dei sepolti vivi, tra frequenti scosse di assestamento. Il terremoto si è abbattuto su San Francisco lungo la falda tellurica di Sant'Andrea, partendo da Hollister, subito a Sud di Santa Cruz e di San José, il cuore di Silicon Valley, centro dell'industria elettronica americana. La formidabile scossa di 15-25 secondi, seguita venti minuti più tardi da una di assestamento di ben 5,7 gradi Ritcher, ha colto i pendolari all'uscita dagli uffici e dalle fabbriche, in auto sulle autostrade sopraelevate e sui ponti a due piani della zona. Allo stadio di Candlestick Park stava per incominciare la terza'partita della finale di Coppa di baseball tra i Giants di San Francisco e l'Atletic di Oakland. In diretta alla tv, l'America inorridita ha visto oscillare il colossale stadio gremito da 62 mila spettatori e ha udito all'altoparlante un urlo di terrore: «Sento tremarmi la terra sotto i piedi, sento piombarmi il cielo addosso». Poi un silenzio di tomba, e un flusso inarrestabile di tifosi e di atleti sul campo. E' stata la prima volta nella storia che un intero Paese ha vissuto in diretta, sconfiggendo il tempo e lo spazio, la tragedia di una sua piccola parte. Ai nostri occhi e a quelli di decine di milioni di americani sono subito apparse immagini sconvolgenti. Le telecamere hanno inquadrato il Bay Bridge, il ponte che collega San Francisco a Oakland e a Berkeley. Come un'orrenda ferita, un buco s'era aperto nel piano superiore: quasi dieci metri d'asfalto erano crollati su quello inferiore, e due auto vi erano andate dietro, ma per miracolo i passeggeri s'erano salvati. Quindi un'altra vivida inquadratura, un isolato in fiamme per una fuga di gas presso il Molo dei Pescatori, meta prediletta dei turisti, coi pompieri a difendere il resto del quartiere. E dovunque gente terrorizzata, famiglie senza notizie dei propri cari, poliziotti disorientati, strade ingombre di detriti, vetri rotti. Al calare delle tenebre, San Francisco è rimasta senza telefonine luce. E' occorsa mezz'ora circa perché la tragedia emergesse in tutta la sua gravità. Poco dopo le 17,30, le prime radio e tv hanno raggiunto l'austrostrada sopraelevata che dal Ponte di San Matteo a Sud, all'interno della baia, corre verso Nord lungo Oakland e Berkeley. Hanno scoperto un'ecatombe. La sopraelevata, a due piani come il ponte, aveva ceduto per un tratto di quasi due chilometri, il piano superiore aveva schiacciato quello inferiore. La gente del posto ha dichiarato di aver sentito un boato e di aver scorto una immensa nuvola di polvere alzarsi al cielo. Quando è accorsa, ha trovato decine di macchine distrutte tra un piano dell'autostrada e l'altro, e pochissimi superstiti: a un bambino di tre anni, ancora vivo, hanno dovuto amputare le gambe per estrarlo dalla tomba di cemento. Volontari hanno scavato invano per alcune ore con sbarre di ferro e con piccozze. «I morti — ha detto il vicegovernatore Leo McCarthy — sono 253, forse di più. E' una cosa spaventosa». Nel tramonto, l'incendio di San Francisco e altri due a Oakland e Berkley hanno conferito alla baia un aspetto infernale. In preda a un indicibile spavento, abbandonando le vetture e fuggendo lungo i ponti e le autostrade, gli automobilisti hanno raggiunto a piedi le case più vicine. Il traffico si è paralizzato, mentre arrivavano i primi soldati delia Guardia Nazionale per" partecipare ai'See^ corsi e mantenere l'ordine. Presso il Molo dei Pescatori una piccola folla ha assalito negozi e ristoranti, e la polizia è intervenuta: gli scontri hanno fatto tre vittime. Le notizie provenienti da Santa Cruz e San José erano confuse: uno «shopping center», un centro commerciale, era crollato facendo sei vittime, bruciavano parecchi palazzi, altri risultavano semidistrutti. Ma paragonato a quello di Oaklnad e San Francisco, il bilancio non sembrava drammatico. Le speranze di trovare ancora superstiti sono diminuite col passare delle ore. Tra il terremoto e ieri pomeriggio, notte inoltrata in Italia, la regione di San Francisco ha registrato circa 40 scosse di assestamento. Continuerà così, ma con frequenza sempre minore, hanno detto 1 geologi, per almeno quindici giorni. Resta perciò il pericolo che le strutture indebolite cedano: la polizia ha avuto l'ordine di mantenere intere strade sgombre. Il vicegovernatore McCarthy ha osservato che il disastro sarebbe stato ancora più grave se gli edifici non fossero stati quasi tutti costruiti con criteri antisismici: «Abbiamo evitato un'altra Armenia». Ennio Carette Un pompiere passa accanto a un edificio pericolante in una delle zone più colpite di San Francisco

Persone citate: Berkley, Cruz, Ennio Carette, Leo Mccarthy, Ritcher