Per una notte la tv al governo del Paese di Furio Colombo

Per una notte la tv al governo del Paese Da una festosa diretta di sport alla cronaca di un dramma Per una notte la tv al governo del Paese ALLE 20,04 ora di New York la rete televisiva Abc stava trasmettendo in diretta la partita di baseball fra la squadra dei Giants di San Francisco e gli «Athletics» di Oakland, qualcosa come un «derby» cittadino nel campionato di calcio italiano. All'improvviso la telecronaca sportiva si è trasformata in un grande reportage sul terremoto e credo che il fatto sia destinato a restare nella storia delle comunicazioni di massa. Ci sono tre protagonisti in questa storia. Il primo è la televisione e i suoi uomini. A partire dal momento in cui si è vista l'inquadratura tremare e i giocatori fermarsi e guardare stupiti verso le tribune, uno dei telecronisti, Al Michaels, ha capito al volo quello che stava accadendo, ha preso l'iniziativa. Ha cominciato, a descrivere la sequenza di eventi, ha indicato la durata del•la scossa (che a lui in quel momento era sembrata di trenta secondi), è diventato cronista di una «diretta» che è continuata per ore. In quel preciso istante era crollato il sistema telefonico di tutta la regione ed era mancata la luce. Da quel momento gli Stati Uniti, compreso il governo, hanno avuto un solo legame con la zona del disastro, la «diretta» della Abc. Lo si è capito quando lo studio centrale, da cui il giornalista Ted Koppell coordinava la trasmissione, si è collegato con la Casa Bianca. Sia il presidente Bush, sia il capo del suo staff, Sununu, non avevano le notizie (il «Bay Bridge» crollato, l'aeroporto chiuso, le autostrade impraticabili, molti incendi) che la televisione stava già trasmettendo. E' cominciato uno di quei lunghi momenti che fanno apparire unico nel mondo il sistema tv americano: la televisione governa il Paese. Persino i vigili del fuoco e la polizia di San Franci¬ sco guardavano sul monitor per sapere dove era scoppiato un incendio, dove era crollata una casa. La Abc disponeva di elicotteri (si sarebbe dovuta vedere la partita dall'alto) e soprattutto dell'aggancio col satellite, che ha mantenuto in funzione tutta la notte senza interruzioni pubblicitarie. Una delle sequenze più belle è quella di cui è stata protagonista una giovane reporter di una stazione locale, agganciata fortunosamente alla rete Abc. Di lei il conduttore non sapeva neppure il nome, è una persona che nella vita quotidiana racconta solo notizie secondarie, per pochi secondi. Affacciata a una finestra del suo studio televisivo, illuminata da una lampada a mano, ha nar¬ rato quello che vedeva della città ferita da crolli e incendi, identificando i luoghi e cercando di valutare con pacatezza quello che stava accadendo. Negli Usa esiste il premio Pulitzer per i giornalisti di questa bravura. Il secondo protagonista sono stati i giocatori, e la folla. Chi guardava in televisione ha notato un improvviso silenzio nell'istante in cui l'inquadratura ha iniziato a tremare. I giocatori (molti sono californiani, molti vivono in California da anni, e dunque nella cultura del terremoto) sono stati la presenza esemplare. La folla infatti era muta, la polizia confusa. I giocatori, calmi e seri, hanno cominciato a prendere i bambini dalle prime file, sollevandoli in alto, stringendo¬ li, portandoli nel luogo che ovviamente appariva più sicuro, il campo. Dalle graduiate tranne qualche piccolo gruppo colto dall'euforia dello scampato pericolo, la folla è restata ferma e in silenzio, una straordinaria dimostrazione di calma nel luogo che in caso di panico avrebbe potuto essere il più pericoloso. Il terzo protagonista è Washington, 'e non consolerà dire ^he «tutto il mondo è paese».. 'Washington, ho già detto, non sapeva quello che la televisione sapeva, non aveva un suo satellite da attivare né linee privilegiate di contatto con i centri di soccorso californiani. E non li ha avuti per tutta la notte. Neppure i governi più orgogliosi dei loro potenti mezzi di controllo della realtà sembrano in grado di parare i colpi tragici della natura. Si era visto in America col ciclone Hugo ed è accaduto di nuovo, a San Francisco. Forse è tempo di cambiare gli strumenti della potenza e gli apparati della difesa. Il governo della televisione è ammirevole, ma non basta. Furio Colombo

Persone citate: Bush, Michaels, Pulitzer, Sununu

Luoghi citati: America, California, New York, Oakland, San Francisco, Stati Uniti, Usa, Washington