Vicini: «Baggio batti Sochaux» di Franco Badolato
Vicini: «Baggio batti Sochaux» Il et telefona alla Fiorentina Vicini: «Baggio batti Sochaux» PERUGIA DAL NOSTRO INVIATO «No, il presidente non c'è, ma riferirò, sono Raffaele Righetti, il suo omonimo e segretario». Erano le 9 di ieri quando Azeglio Vicini ha chiamato la sede della Fiorentina. Il et ha inoltrato all'amico Righetti un messaggio per tranquillizzare Baggio: «Ho telefonato perché i tifosi e tutto l'ambiente della Fiorentina distinguano tra quello che dichiaro e le interpretazioni che ne conseguono. In breve, dite a Baggio che pensi a battere il Sochaux». Vicini ha chiuso così quella che stava diventando una situazione pesante da gestire. Baggio non giocherà più in azzurro? Il selezionatore della Nazionale fa capire di non averlo mai pensato. Sul campo di Perugia, dove oggi alle 17 la Fiorentina tenterà di ripetere l'exploit di tre settimane fa con l'Atletico e assicurarsi un discreto margine di vantaggio sul Sochaux in vista del match di ritorno, Robertino Baggio, concluso l'allenamento, ha dichiarato: «Anche se Vicini non si fosse fatto vivo per me sarebbe stato lo stesso. Ero tranquillo ieri, lo sono oggi. E va bene, forse un pochino di più dopo il suo intervento. Pensiamo dunque al Sochaux che può crearci problemi». Ci vuole un altro atteggiamento rispetto a quello deludente delle ultime due gare perse in campionato e Baggio ritiene che solo Dunga, sabato scorso «nemico» a Bologna, possa contribuire a risvegliare in tutti lo spirito battagliero: «Carlos sa quando è il momento di urlare in campo. Io glielo dico sempre che deve essere il nostro leader lì in mezzo. Tocca a lui sentirsi di svolgere questo ruolo. A volte è difficile ascoltare i suggerimenti che vengono dalla panchina troppo lontana. Ecco che lui può diventare una specie di secondo allenatore in campo». Come dire, tanto per interpretare: la voce di Dunga si sente più di quella di Giorgi, specialmente durante un incontro difficile. E finora la voce di Dunga ha latitato. Il brasiliano non sembra scosso dall'invito di Baggio: «La mia determinazione non è mai venuta meno». Sì, però la squadra reclama uno sforzo maggiore, che torni a essere un punto di riferimento. Risponde Dunga: «E' vero che l'anno scorso giocavo più con il cuore che con la testa, quest'anno ragiono di più, o almeno tento. Anche perché mettendo il cuore di mezzo ci rimetto solo io, nascono delle polemiche e invece voglio la tranquillità». Che sia Giorgi dunque ad aver spezzato l'incantesimo, ad aver tolto a Dunga la voglia di combattere? «Macché — sbotta il tecnico che tra questo doppio confronto e il match con la Sampdoria si gioca forse la panchina — più che mai anzi io pretendo che Dunga si ponga nelle condizioni ideali per rendere al massimo. Ho sempre sostenuto che doveva cercare di contenere quelli che mi sem¬ bravano atteggiamenti poco consoni a una società come questa. Ma per il resto, diamine, Dunga faccia quello che faceva, è il suo ruolo stesso di perno del centrocampo a esigerlo, a imporglielo». Sembra dunque che oggi, con una Fiorentina semirivoluzionata per le assenze di Iachini e Di Chiara infortunati, Dunga abbia nuovamente licenza di «comandare». Eaccenda farà il libero e a centrocampo salirà Battis.tini: «Cambiamo pelle — afferma Giorgi — e avremo un reparto più geometrico con Battistini». Dunga però dovrà lottare anche per lui e senza Iachini al fianco. Giorgi ha visto il Sochaux perdere a Metz in campionato. «Ma sono convinto, come mi ha detto anche Platini, che questa squadra si avvicini come modulo alla Francia champagne che vinse gli Europei dell'84. E' un telaio armonioso, con le punte Lada e Carrasco che giocano larghe per consentire gli inserimenti da dietro di Bazdarevic. La Fiorentina deve passare il turno, questa può essere la chiave per ricominciare a far bene anche in campionato». Ha tanti assi in mano Giorgi. «Prima di tutto Baggio, che deve essere messo nelle migliori condizioni per ritrovare la strada del gol. Quindi sia Buso che Kubik torneranno molto per favorire le sue giocate al fianco di Dertycia». Il cecoslovacco, che rientra in squadra dopo la gara di Madrid in cui accusò un infortunio, non è tipo però da accettare tatticismi esasperati: «Non vorrei essere sacrificato troppo, mi piace stare avanti». L'1-Oa Perugia starebbe bene a Giorgi in vista del ritorno. Basterebbe per scacciare certi incubi e pensare che il peggio sia passato. Franco Badolato
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