Occhetto tende la mano a Craxi di Alberto Rapisarda

Occhetto tende la mano a Craxi Appello da Budapest del leader pei Occhetto tende la mano a Craxi BUDAPEST DAL NOSTRO INVIATO La stella rossa posta in cima alla cupola del Parlamento è ancora al suo posto, ma non risplende più nella notte. Il nuovo partito socialista ungherese le ha tolto la corrente. E nessuno sa dire ora quale sarà il futuro di quel simbolo unificante dei Paesi del «socialismo reale», diventato di colpo tanto imbarazzante. Achille Occhetto sbarca per una veloce visita ai dirigenti del partito socialista ungherese, nato dalle ceneri del partito socialista operaio (che era comunista), e trova un Paese in preda ad una frenetica smania di liquidazione. Un attivismo, allarmato che ha ormai superato ogni problema di riferimenti politici, per puntare al sodo. Ai dirigenti del nuovo Psu interessa trovare crediti, investimenti, sbocchi commerciali subito. Lo chiedono all'Europa occidentale e sono disposti a ricevere aiuto da chiunque. «Anche dalla Thatcher» ammetterà Occhetto al termine della visita lampo. Per l'immediato il Psu si rivolge ai partiti socialisti dell'Europa, meglio se sono al governo, e quindi in grado di offrire qualcosa di concreto. Questa logica non li può spingere ad avere un rapporto preferenziale con i socialisti italiani? «Non è che grazie al psi vengono presentati nella famiglia socialista europea. Di soci ne conoscono già e di importanti. La Spd tedesca, i socialisti austriaci» precisa Giorgio Napolitano, che accompagna il segretario del pei come ministro degli Esteri «ombra». Eppure il dubbio deve esserci nei due dirigenti del pei arrivati primi tra tutti a dialogare con i dirigenti del nuovo corso socialista ungherese. Perché passando da un colloquio col presidente del Psu, Rezso Nyers, all'incontro col candidato alla Presidenza della Repubblica Imre Pozgay e ad un altro e conclusivo col ministro degli Esteri Gyula Horn, ricorrerà sempre lo stesso tema e lo stesso schema di dialogo nei resoconti che Occhetto fa ai cronisti. «Ci vedono oggi più vicini di ieri. Nyers ci ha visto come un loro punto di riferimento. Non come qualcosa che sta alle loro spalle, bensì davanti o di fianco». «Horn ci ha definito un partito maestro che è stato di grande insegnamento per loro» assicura il segretario del pei. Ma è vero che Pozsgay ha fatto le dichiarazioni che hanno permesso a Craxi di dire che per gli ungheresi «il pei è più arretrato del Psu»? Si incarica di rispondere lo stesso Pozsgay: «E' assai improbabile che io abbia fatto una affermazione del genere». Ma sono quei continui riferimenti al passato che creano un sottile disagio nei comunisti italiani. Perché nessun ungherese sembra mettere in dubbio che il pei ha dato un aiuto importante per fare allontanare quel Paese dall'Est, ma ora l'Ungheria potrebbe trovarsi nella necessità di avere referenti diversi per avvicinarsi all'Ovest. E, vista la fretta che ha, il Psu potrebbe essere tentato di entrare nella Internazionale socialista ancor prima che lo facciano i comunisti italiani, se gli schiudessero le porte. Certo, non per calcolo politico-ideologico, ma per impellenti interessi economici e per avvicinarsi il più possibile alla Cee. Ma il pei rimarrebbe ugualmente spiazzato, visto come si svolge la polemica politica in Italia. Di questo Occhetto e Napolitano debbono aver parlato con tutti. La conclusione è che gli ungheresi propongono la nascita di un gruppo di lavoro «che affronti insieme col pei i rapporti e le prospettive della euro-sinistra». E a proposito dell'ingresso possibile nell'Internazionale socialista Occhetto spiega: «La posizione è molto simile se non identica. Entrambi lavoriamo per una prospettiva di rapporto organico. Insomma, si va avanti insieme. Ma ci deve essere una identica valutazione di altre forze socialiste». Che sarebbe poi, il psi. Occhetto porge la mano a Bettino Craxi e gli ricorda che durante i funerali di Nagy parlò di mettere una pietra sul passato del pei rispetto all'Ungheria: «Oggi dico che è bene che le pietre, quando sono messe, non vengano risollevate». Ma il cambiamento del Psu non riproporrà al pei il problema di cambiar nome? «Faremo il cambiamento quando ci saranno mutazioni grandi come qui, quando ci saranno nuove possibilità di aggregazione. Un nuovo battesimo a freddo sarebbe poco serio». E mentre riparte Occhetto, dopo meno di 24 ore di sosta, già gira la voce che stia per arrivare Craxi. Alberto Rapisarda

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