I guru di Usa e Giappone

I guru di Usa e Giappone I guru di Usa e Giappone Leontiejf: «La nostra economia è sana» Oba: «Stavolta la Fed non fa da sola» RIMINI. Nell'opinione del premio Nobel per l'Economia Vassily Leontieff «vi sono ragioni per un moderato ottimismo», la crisi/della Borsa di New York «non pare destinata a trascinare verso il basso i mercati finanziari internazionali». Ci potrà essere una lieve flessione dell'economia americana, «che è cresciuta troppo negli ultimi tempi», ma nessuna crisi è in vista. Leontieff è in Italia per partecipare a un seminario sul Terzo mondo. Nell'intervallo del mezzogiorno di ieri, Leontieff ha abbandonato il dibattito e ha discusso con i giornalisti sul Venerdì Nero, improvvisando una tavola rotonda con Tomomitsu Oba, presidente del Centro della Finanza Internazionale di Tokyo, e con Robert Hormats, direttore di Goldman Sachs International. «L'economia americana e quella giapponese sono forti — ha detto Leontieff—, i loro tassi di crescita corrispondono a valori reali dell'attività produttiva. Se si può osservare una incertezza nei mercati finanziari, questo dipende soprattutto dai comportamenti del denaro straniero investito a New York. Ma quel denaro che arriva allo stock exchange è certamente un elemento di forte stabilizzazione». Ha concluso: «Sarebbe davvero una grande sorpresa se ci fosse..una crisi drammatica, come quella del lunedì nero di due anni fa». Oba ha spiegato anche lui perché a Tokyo non si sia ripetuta quella crisi: «L'economia giapponese ha alti tassi di crescita e alti saggi di profitto; uno squilibrio nel mercato delle azioni appare ancora come solo temporaneo, riflesso di una crisi esterna, e il suo recupero è perciò destinato ad avere tempi molto rapidi». Oba ha escluso qualsiasi paragone possibile con due anni fa: «A quel tempo è mancato una reale collaborazione tra le capitali finanziarie, e la Banca del Giappone e la Bundesbank tedesca si sono mosse indipendentemente dalla Banca Federale Americana». Robert Hormats ha affermato anche che l'interdipendenza dei mercati finanziari è una convinzione diffusa, «e se New York si stabilizza, allora si stabilizza anche il resto del mondo». Sulle cause della crisi di venerdì, il direttore del Sachs ha tenuto un profilo molto basso. «Nessun problema strutturale, solo una coincidenza di congiunture: i problemi della vendita delle United Airlines, i dati dell'inflazione, il mancato intervento sul deficit di bilancio». La polemica tra Usa e Giappone, però, che era rimasta nascosta nelle convinzioni ripetute da Leontieff e Oba sulle rispettive economie nazionali, è venuta fuori subito dopo. Ha detto Oba: «JJli.Usa sono. iL,più grande debitore del mondo, il Giappone è il più forte credito¬ re. Il collegamento tra queste due potenze formula una sorta di Scudo Stellare economicp, perché il Giappone finanzia il deficit americano, che nasce soprattutto dalle spese militari; e le spèse militari servono anche alla difesa del Giappone. C'è una evidente integrazione e una interdipendenza. Però la crisi esplosa venerdì nasce dallo squilibrio che si registra tra i ritmi di riduzione del deficit americano e la riduzione del surplus giapponese: il Giappone ha già provveduto con misure fiscali e monetarie a incrementare del 4% la sua domanda interna, e a tagliare dell'1% quella estera; ora debbono essere gli Usa a incrementare la propensione e la capacità del loro risparmio». Leontieff ha ribattuto con prontezza. «Non c'è dubbio che le spese militari siano una delle cause principali del nostro deficit di bilancio. Ma le nostre spese militari servono anche al Giappone. Forse Tokyo potrebbe contribuire a quella parte delle spese militari che gli americani sarebbero già oggi in condizione di ridurre». Oba non se n'è stato zitto. «Voglio soltanto ricordare che le nostre spese militari sono basse perché sono spese orientate esclusivamente alla difesa». Come dire che anche nel nuovo clima di distensione il nodq_ delle strategie. ereditate dalla guerra del '45 non è stato ancora risolto. [m. e]

Persone citate: Robert Hormats, Tomomitsu Oba