Pronta una diga per Piazza Affari di V. S.
Mondadori Mondadori Già pronti550 miliardi per Voperazione Ascoli MILANO. Il gruppo Mondadori ha fornito alla Consob, nel tardo pomeriggio di venerdì, alcuni dettagli sull'operazione di cessione, da parte delle cartiere di Ascoli e Marsoni, delle attività industriali finora possedute. La prima novità contenuta nel comunicato riguarda il criterio in base al quale è stato determinato il valore della Ascoli (e della Cartiera FA. Marsoni, che questa possiede al cento per cento), che ha portato al prezzo di 230 miliardi, rettificato per 147 miliardi. Il secondo elemento riguarda il valore di carico, pari a 18 miliardi, con il quale verrà inserito nel portafoglio della Ascoli il 26,4% del capitale della jointventure (controllata al 52% dal gruppo Sottrici e dove sarà presente un terzo partner, la Svenska Cellulosa, con il 22%) nella quale tali attività confluiranno. Infine, si precisa che la Ascoli non avrà più alcun debito finanziario, e che mezzi liquidi per 212 miliardi saranno «disponibili per reinvestimenti nel settore della comunicazione, tali da assicurare una adeguata remunerazione del capitale». Infine viene detto che le operazioni di scorporo e di cessione dei rami aziendali saranno completate entro il gennaio del 1990. Non è chiaro come mai ci sia voluta una settimana per aggiungere al primo comunicato questi dati. La cifra di 212 miliardi era stata anticipata, tra l'altro, già martedì scorso dallo stesso Carlo De Benedetti in occasione dell'assemblea Cir. E allora, perché lasciare sospeso un titolo per un arco così lungo di sedute? A proposito delia-valutazione della Ascoli e della Marsoni, la nota precisa che i 230 miliardi di lire concordati sono stati «determinati in base a criteri patrimoniali-reddituali, tenuto conto del patrimonio netto contabile consolidato della Cartiera di Ascoli Spa proiettato al 31 dicembre 1989, rettificato per circa lire 147 miliardi complessivi a fronte del maggior valore delle immobilizzazioni e dei beni immateriali facenti parte dei complessi aziendali». I vertici Mondadori non dicono quali attività entreranno a far parte della Ascoli, ma è opinione comune che si tratti dell'Editoriale l'Espresso o dell'Editoriale La Repubblica che, una volta fusa con Ascoli, potrebbe arrivare direttamente al listino. Secondo le cifre confermate lo scorso aprile dall'amministratore delegato di Mondadori, Emilio Fossati, la casa editrice di Segrate si era impegnata a pagare per il 100% del gruppo Espresso 555 miliardi: 393 al 51,84% acquistato dagli azionisti che facevano capo a Caracciolo e Scalfari e altri 163 miliardi per la restante minoranza. Sempre in aprile, Mondadori aveva 160 miliardi di liquidità «disponibile» e prevedeva di raggiungere entro l'anno un cash-flow di altri 170 miliardi. Aggiungendo a questi 330 miliardi i 221 miliardi di liquidità che la Ascoli riceverà entro gennaio, si arriva a coprire interamente, anzi a superare, il costo complessivo dell'operazione. Senza contare che, mentre i 393 miliardi a Caracciolo e Scalfari sono stati già pagati, i restanti 163 verranno liquidati, parte in contanti e parte in titoli Ascoli, attraverso un'Offerta Pubblica già annunciata, ma per la quale non è stata ancora stabilità la data. [v. s.]
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