«L'Inps crollerà? Sì, tra vent'anni» di B. G.
«L'Inps crollerà? Sì, tra vent'anni» L'ispettore capo della ragioneria dello Stato «L'Inps crollerà? Sì, tra vent'anni» NOVARA DAL NOSTRO INVIATO Il sistema previdenziale italiano ha ancora vent'anni di vita. Dopo il 2010 entrerà probabilmente in crisi profonda: l'aliquota di equilibrio (la percentuale di salario che il lavoratore paga, in media, a favore di chi non lavora), potrà arrivare al 46%, un livello insostenibile. La stima è della Ragioneria dello Stato, non è la più pessimista fra le tante elaborate in Italia (la Banca d'Italia, ad esempio, traccia uno scenario ancora più oscuro), ma è sicuramente preoccupante, perché tiene conto della valanga di pensionamenti previsti dopo il Duemila. Fino al 2010, spiega Bruno De Leo, ispettore capo della Ragioneria dello Stato, il sistemaInps vivrà anni relativamente tranquilli «ma intorno a quella data sarà in via di totale esauri¬ mento l'effetto frenante esercitato, sulla crescita della spesa, dalla progressiva eliminazione dello stock di pensioni di invalidità e dei prepensionamenti del settore industria-siderurgia». Le considerazioni di De Leo, in chiusura del convegno organizzato a Novara da Giovanni Goria sulla possibilità di realizzare la «necessaria» riforma previdenziale, sottolineano l'urgenza di trovare rimedi efficaci. La proposta di Goria (che chiede di innalzare innanzitutto di 10 anni l'età pensionabile, lasciando il lavoratore libeio di scegliere), trova d'accordo Franco Bentivogli, segretario confederale Cisl, favorevole ad integrare con pensioni integrative le pensioni obbligatorie e «insufficienti, visto che il 71% degli assegni Inps è al di sotto della soglia di povertà e soltanto l'I,72% supera un milione e 400 mila lire mensili», [b. g.]
Persone citate: Bruno De Leo, De Leo, Franco Bentivogli, Giovanni Goria, Goria
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