La ribellione dei poeti morti

La ribellione dei poeti morti «L'attimo fuggente», gli Anni 50 in college raccontati da Peter Weir La ribellione dei poeti morti Il professore insegna la trasgressione in versi ■ N un college americano, alla I fine degli Anni '50, tra stu- ■ denti tentati dalla ribellione, spinti all'integrazione: è la storia che già s'impose tra i fuori concorso a Venezia. Che cosa accade tra i buoni figli della borghesia del censo, quando un insegnante porta la voce scandalosa dei poeti? Weir haereditato la struttura di un film già fatto, vi ha messo di suo la tensione ambigua che cova in ogni comunità di uguali. Film sulle debolezze e le ingenuità degli Anni 50, l'opera di Weir diventa anche un canto sulla speranza e il diritto di credere. In un celebre college americano gli allievi trovano, all'inizio dell'anno scolastico, che l'insegnante più trasgressivo è un ex alunno che fonda le sue convinzioni di libertà sulla personale lettura dei canti poetici. Da ragazzi, il professore e i suoi compagni si riunivano in una grotta per studiare contro le convenzioni accademiche i Grandi Poeti Estinti. Ai famosi trapassati era anzi dedicata la loro società: appunto, Dead Poets Society, come dice il titolo originale. Che effetto avrà la vecchia libertà sulle nuove generazioni? Scoperti dalla severa guardia dei rancidi professori, preside in testa, gli alunni sono costretti a farsi a vicenda la spia e il più sensibile, spinto anche dall'arrogante insensatezza dei genitori, si toglie la vita. Unico, fondamentale gesto di aperta ribellione: i membri della Società salgono in piedi sui banchi, come gli è stato insegnato dal professore non accomodante, per dare un saluto complice all'insegnante che se ne va; è come dire che hanno imparato a vedere le cose sotto i meno probabili angoli visuali. Ci si può chiedere quale sarà nei chiusi Anni 60 il futuro degli allievi contestatori, ma chi ha assaggiato le piccole libertà presto o tardi si prenderà anche le grandi. Il regista australiano Peter Weir, noto per «Picnic ad Hanging Rock», ci ha dato un ritratto pietoso degli Anni 50, ma nelle scene finali, ammirevolmente tenute sul pedale basso, il suo coinvolgimento è palese: con quei ragazzi in piedi sui banchi c'è anche lui, capace di indicarci il verso di un poeta famoso e, rigorosamente, estinto (ai suoi allievi non la smetteva di citare Orazio: «Carpe diem», cogli l'attimo fuggente), [s. r.l L'ATTIMO FUGGENTE (Dead Poets Society) di Peter Weir, con Robin Williams, Robert Jean Léonard Fotografia John Seale. Americano. Drammatico. Cinema Dorla di Torino, Fiamma Uno e Alcazar di Roma, Ambasciatori di Milano

Luoghi citati: Milano, Roma, Torino, Venezia