Azzurri, siate voi i veri stranieri di Giorgio Barberis

Azzurri, siate voi i veri stranieri PALLAVOLO Il et Velasco parla del nuovo torneo Azzurri, siate voi i veri stranieri Cinque mesi dopo la conquista dello scudetto, Julio Velasco sta per riscoprire il piacere di non ritrovarsi settimanalmente a dialogare con i due punti. Chiamato sulla panchina azzurra, ha lasciato quella modenese sulla quale ha conquistato quattro scudetti negli ultimi quattro anni ed ora si appresta a vivere un campionato (che oggi oggi il prologo tv con Sisley Tv-Zinella Bo) da spettatore, pur se interessato in funzione della Nazionale. Nostalgìa? E' presto per dirlo. In ogni caso, ogni domenica, sarò su un campo, poi dal lunedì mi metterò a studiare i filmati di tutte le partite: voglio seguire attentamente ogni giocatore, particolarmente gli azzurri. Da loro mi attendo un certo rendimento costante: adesso che siamo anche campioni d'Europa è tempo di considerare i migliori italiani alla stregua degli stranieri. E di conseguenza pretendere da loro uguale rendimento: il riferimento, ad esempio, per Zorzi devono essere i migliori martelli, Gustafson e Quiroga in testa. Oltre ai dodici azzurri e a Giani che, per infortunio, è stato escluso dai dodici degli Europei, ci sono altri osservati speciali? Innanzitutto i soliti nomi: Bertoli, Vullo, De Luigi, Pierpaolo Lucchetta, Galli. Poi alcuni giovani, a partire da Fedi e Besozzi. Quindi Mantoan, che voglio vedere come si comporterà in Al, Pasinato e Pippi e, naturalmente, i ragazzi della juniores. Nell'elenco c'è anche Vullo. Eppure si dice che la vostra convivenza a Modena non fosse facile... Si è detto molto, spesso sbagliando. Certi miei atteggiamenti, usati per spronare il giocatore così come per altri, sono stati mal interpretati. In realtà l'ho sempre stimato e lo stimo: con lui alzatore a Modena ho vinto tre scudetti. Fui io a volerlo, al posto di Dall'Olio. In campo Fabio ha sempre fatto il suo dovere, il resto non c'entra. I nuovi stranieri sapranno adattarsi alle esigenze dei nostri club? Gli jugoslavi penso di sì, sono grintosi e agguerriti proprio come serve alle nostre squadre. Par i sovietici, invece, dipende dalle loro condizioni fisiche, a partire da Panchenko che per Ravenna potrebbe essere davvero un'ottima carta. Lillepuu, finito a Bologna, lo conosco invece poco e il fatto che non fos¬ se nel giro della nazionale non depone a suo favore. Poi ci sono i bulgari: alcuni di loro mi pare abbiano ancora un'idea sbagliata dell'Italia. Sono rimasti a dieci anni fa quando la loro tecnica individuale faceva la differenza. Oggi invece i nostri giocatori non sono inferiori e quindi se non ce la metteranno tutta rischiano di fallire. Il discorso però non vale per tutti: Tonev, per esempio, che già parla anche un poco di italiano, ha una mentalità differente e l'ho capito da come si interessava di tutto agli Europei chiedendoci notizie sulla sua nuova squadra, il Petrarca Padova. Le coppie di stranieri che le paiono meglio assortite quali sono? Quella di Catania, formata da Kantor e Conte, mi pare formidabile, né la si deve scoprire ora. Poi c'è quella di Parma, Dal Zotto-Stork, con quest'ultimo in grado di giocare palle spinte e veloci particolarmente gradite al brasiliano. Anche a Treviso, con Kim e Gustafson, non è male a patto di non caricare di troppe responsabilità lo svedese. E, poi ancora, è interessante la coppia di Cuneo, con elementi esperti come Hedengard e il francese Blain. Parliamo di squadre e di scudetto. Se Modena continua a lavorare con la serenità dei quattro anni in cui ci sono stato io, può proseguire la serie. Parma rimane la rivale più agguerrita. Poi c'è Treviso, che potrebbe pagare l'inabitudine a giocare per il titolo. Un occhio attento meritano Padova e Montichiari, che hanno costruito buone formazioni. Ma il discorso vale anche per Falconara, Ravenna, Spoleto... Il campionato promette di essere valido e avvincente. E tra le matricole chi candida per un ruolo non solo subordinato? Sulla carta Cuneo ha senz'altro l'organico più completo: ha preso elementi esperti come Dametto, ha giovani interesanti come Mantoan. E i due stranieri sono ottimi. Ma lei un po' di tifo per Modena proprio non lo farà? No. Almeno in campionato per me le squadre sono tutte uguali. Solo nella finale di Coppa dei Campioni sarò in prima fila a tifare perché finalmente la mia ex squadra conquisti questo unico alloro che ancora non è riuscita a vincere. Giorgio Barberis