Ustica spunta un caccia «amico» di Ruggero Conteduca

Ustica, spunta un caccia «amico» Lo ammette il generale Pisano: «Ma non sappiamo la nazionalità dell'aereo» Ustica, spunta un caccia «amico» Ora l'Aeronautica ha cambiato versione ROMA. Sul cielo di Ustica, la sera del 27 giugno 1980, non c'era solo l'aereo-killer, il caccia individuato nei tracciati radar dai periti nominati dal giudice Vittorio Bucarelli ed indicato come il presunto aggressore del Dc9 Itavia. Ce n'era almeno un altro: un velivolo militare che volava da Sud a Nord diretto verso la Corsica e che nell'ora del disastro si trovava proprio nei pressi di Ustica. L'aereo era classificato «amico», non si conosceva però il suo piano di volo né di che nazionalità fosse. Il particolare, sinora inedito e che smentisce tutte le precedenti versioni ufficiali secondo cui, quella sera, non erano in volo caccia italiani, della Nato e di Paesi amici, sarebbe stato sorprendentemente rivelato dal capò di Stato maggiore dell'Aeronautica, generale Franco Pisano, davanti ai parlamentari della commissione Stragi. Il generale ha passato la mattinata a difendere tenacemente i risultati della sua relazione. L'aveva consegnata in maggio all'ex ministro della Difesa, Valerio Zanone: nel dossier venivano raccolte e confermate le ipotesi avanzate dall'Aeronautica durante questi nove anni. Ma alla ripresa, nel pomeriggio, Franco Pisano avrebbe cambiato atteggiamento, lasciandosi andare ad alcune ammissioni su quel che «vide» quella sera il radar di Marsala. L'impressione è che il generale abbia deciso di fornire tutta la collaborazione possibile alle indagini su Ustica, prendendo le distanze dai suoi predecessori. Dopo la pausa per il pranzo, Pisano è tornato a palazzo San Macuto, sede della commissione, con una minuscola cartella sotto il braccio. Era l'analisi, redatta dagli esperti dell'Aeronautica, del cielo di Ustica la sera del 27 giugno, sulla base degli avvistamenti fatti da tutte le postazioni radar militari e civili. Lo scenario faceva parte degli allegati della relazione di maggio. Ma la spiegazione è giunta solo ieri. Un aereo amico sconosciuto, che volava in direzione della Corsica (dove, a Solenzara, c'è un'importante base dell'aeronautica militare francese) sarebbe stato individuato dai radar una prima volta a 70 miglia a sud del Dc9 in volo da Bologna a Palermo. La traccia sarebbe stata rilevata alle ore 20,36, cioè 23 minuti prima dell'abbattimento. Poi il caccia avrebbe virato verso l'aerovia «Ambra uno» per ricomparire sull'isola di Ponza pochi minuti prima dell'incidente. Altri due aerei, del Patto di Varsavia, volavano in quel momento in direzione Nord-Est. Pisano avrebbe anche riferito di aver chiesto informazioni a Civilavia (l'ente che dovrebbe essere al corrente di tutti i piani di volo sia civili sia militari), ma di non aver ottenuto risposta. La richiesta, ora, sarà avanzata ufficialmente dalla commissione che si avvale dei poteri del¬ l'autorità giudiziaria, anche se la ricerca, a nove anni di distanza, si preannuncia problematica. Pisano ha corretto il tiro anche su Marsala e sulla possibilità che il maresciallo Luciano Carico (come ha già dichiarato al magistrato), possa essersi effettivamente accorto che il Dc9 stava precipitando. «Sulla base delle nostre procedure — avrebbe in sostanza detto il generale — è difficile che uno scadimento di traccia (da sei a zero in quattro secondi, ndr) possa essere attribuito ad un velivolo che cade in presenza di un cono d'ombra (il monte Erice, ndr). Non escludo però che un operatore particolarmente preparato e attento possa giungere rapidamente a queste conclusioni». Ed ha annunciato di aver chiesto il libretto di Carico con le sue note caratteristiche per farsi un'idea più precisa. Ruggero Conteduca ALTRI SERVIZI A PAGINA'8"

Persone citate: Carico, Franco Pisano, Luciano Carico, Valerio Zanone, Vittorio Bucarelli