Honecker ha i giorni contati di Tito Sansa

Honecker ha i giorni contati I fedelissimi lo abbandonano, la stampa tedesca: «Se ne andrà entro una settimana» Honecker ha i giorni contati L'ideologo delpartito a Mosca BERLINO DAL NOSTRO INVIATO I giorni di Erich Honecker, segretario generale del partito comunista della Ddr, sono contati. Lo dicono un po' tutti a Berlino Est, dopo che il Politburo al termine di una seduta di due giorni ha imposto al Capo dello Stato e del partito di presentare un rapporto sulla situazione della Repubblica «entro una settimana». Il quotidiano amburghese «Bild» afferma addirittura di avere saputo da buona fonte di Berlino Est che Honecker si dimetterà mercoledì 18 ottobre, il giorno previsto per la sua relazione. La riunione di mercoledì del Politburo sarebbe stata «vivace», in quanto un «consistente gruppo» di partecipanti avrebbe criticato l'immobilismo della vecchia guardia. Sarebbero, stati costoro a volere e a ottenere la sensazionale dichiarazione nella quale il Politburo si dice «preoccupato» per l'ondata di profughi che lasciano la Ddr e «si impegna a ricercarne le cause», aprendosi al dialogo con la popolazione. Se, come molti prevedono, Honecker sarà costretto a dimettersi, con lui verranno spazzati via molti membri del Politburo. L'età complessiva dei suoi 25 membri (21 effettivi e quattro candidati) sfiora i duemila anni. Tra i pochi giovani spicca Egon Krenz, 52 anni, responsabile della sicurezza, che lunedì si è messo in luce come «riformista» con un'abile mossa, ordinando alla polizia di Lipsia di non intervenire contro i settantamila. La lotta per la successione è già cominciata, diversi fedelissimi hanno abbandonato le loro posizioni. In testa a tutti è Kurt Hager, ispiratore della «ideologia pura» del «socialismo reale», temuto e malvisto a causa della sua inflessibilità dagli stessi dirigenti del partito. Famosa è la risposta che Hager diede due anni fa a chi suggeriva di seguire la politica della perestrojka di Gorbaciov. «Se il vostro vicino di casa cambia la tappezzeria — disse polemico — vi sentite forse obbligati a fare lo stesso?». Orbene, l'intransigente e stalinista cristallino Kurt Hager ha fatto un voltafaccia, ha abbandonato il suo coetaneo Honecker. L'altro giorno, sorprendendo tutti, ha detto: «E' necessario un piano preciso di riforme, bisogna discuterlo con la popolazione», lori l'antigorbacioviano per eccellenza Kurt Hager è andato senza preavviso a Mosca, ufficialmente per partecipare al Festival della Cultura della Ddr. Ghennadi Gherassimov, portavoce del governo sovietico, si è compiaciuto per quanto sta avvenendo nella Ddr: «L'Urss — ha detto — accoglie con favore il comunicato del Politburo di mercoledì». «Noi — ha aggiunto — abbiamo dato l'esempio che i problemi si risolvono con il dialogo, ma non vogliamo imporre le nostre ricette a nessuno». Attonita, come paralizzata dallo stupore per la rapidità con la quale le richieste dei riformisti sono state in parte accolte dalla dirigenza del partito, la popolazione non ha reagito ieri alla inattesa apertura. Si tratta di una svolta, 1* 11 ottobre segna davvero l'inizio della perestrojka, oppure è soltanto una mossa tattica?, si doman¬ davano ieri i rappresentanti dei movimenti popolari. Manfred Stolpe, presidente del concistoro delle Chiese del Brandeburgo (che ha fatto da mediatore), ha detto: «Si tratta di un passo nella direzione giusta»; a nome di Neues Forum, la pittrice Bàrbel Bohley ha detto invece che non è soddisfatta, il comunicato del Politburo è soltanto una «concessione verbale». Un primo risultato tangibile si vede. Sono finite nella Ddr le dimostrazioni, si sono calmati gli operai di alcune fabbriche e i redattori dell'agenzia Adn che minacciavano di scioperare, è cominciato il dialogo un po' a tutti i livelli, tra il partito e i riformisti, nelle fabbriche, all'Università Humboldt, all'interno del partito e sui giornali, che quasi senza accorgersene hanno adottato un po di glasnost, di trasparenza. Il comunicato del Politburo — si ha l'impressione — ha calmato gli animi, ha tolto il vento dalle vele dei dimostranti e dei contestatori. Tutti attendono il 18 ottobre, il rapporto di Honecker. Tito Sansa Il capo dello Stato tedesco-orientale e del partito comunista, Erich Honecker