Du due mesi l'Australia senza ali di Mario Ciriello

Du due mesi l'Australia senza ali Il premier Hawke deciso a non cedere alle richieste di aumenti oltre il tetto fissato Du due mesi l'Australia senza ali Sciopero record dei piloti, si ricorre a charter stranieri LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE E' laborista il premier australiano, ma sfida 1645 scioperanti con una risolutezza che ricorda quella di Margareth Thatcher, nelle sue lunghe battaglie con le Union. 1645, non sembrano molti, ma sono i piloti delle tre grandi linee aeree interne, Australian Airlines, Ansett e East-West, piloti che hanno abbandonato il lavoro il 24 agosto e più non l'hanno ripreso. Da otto settimane, dunque, l'immenso continente sopravvive con servizi d'emergenza, il danno è imponente: eppure il premier Bob Hawke non cede, respinge le richieste salariali dell'Australian Federation of Air Pilots e sembra ormai sulla via della vittoria. Cosa chiedono i piloti? Un aumento del 29 e mezzo per cento. Hanno commesso un vistoso errore. Si credevano in posizione di forza, s'illudevano di poter dettare le loro condizioni. Si sono invece scontrati con un governo grintoso, appoggiato dalla confederazione sindacale e dalla pubblica opinione. Bob Hawke ripete: «C'è una politica dei redditi in Australia, rispettata da tutti. Politica che imposta agli aumenti un tetto del 6 per cento». I piloti guadagnano in media sugli 85 milioni di lire l'anno. Sempre in media, compiono otto ore di volo la settimana, metà dei piloti americani. Si sono rivelati pessimi negoziatori, questi scioperanti. La loro rivendicazione iniziale, quella del 29 e mezzo per cento, era assurdamente alta, adesso si dichiarano pronti a «riesaminarla», ma esigono «generosi premi di produttività». Ieri hanno subito una nuova grave sconfìtta. La loro associazione, la Australian Federation of Air Pilots, si era rivolta alla Indu¬ striai Relations Commission nel tentativo di ottenere un arbitrato. Ma il giudice Barry Maddern, che della commissione è il presidente, ha respinto l'istanza, accusando la Federation di aver violato i patti firmati dalla confederazione sindacale, di avere incoraggiato la pugnace condotta dei piloti. La Federation, cioè il sindacato dei piloti, giocherà adesso la sua ultima carta. Protesterà dinanzi all'Alta Corte, sosterrà che la Industriai Relations Commission, rifiutandosi di fare opera di conciliazione, si è resa colpevole di «ricusazione della giustizia». Ma i piloti, per primi, sono scettici sulle possibilità di successo; molti vogliono cercano una «dignitosa» via d'uscita. Frattanto, l'Australia sopravvive senza la sua rete aerea. Prima dello sciopero, le tre compagnie trasportavano 35 mila passeggeri al giorno: adesso, i jet dell'aviazione militare e i charter stranieri ne trasportano non più di 3000. Ma tutti accettano danni e disagi senza troppi mugugni, neppure la colpitissima industria turistica, che già ha dovuto licenziare 5000 dipendenti. Fra qualche mese, l'Australia andrà alle urne e il premier Bob Hawke è deciso a vincere un quarto mandato. I pronostici gli sono favorevoli. Sei anni e mezzo di direzione laborista hanno irrobustito l'economia, anche se molte sono ancora le debolezze. La spesa pubblica, che nell'84 corrispondeva al 42 per cento del prodotto interno lordo, è calata al 36; il bilancio statale è in attivo; tutti gli investimenti sono in ascesa. C'è la minaccia dell'inflazione, al 7,6 per cento, una minaccia che governo e confederazione sindacale tentano di combattere con un fronte comune. Mario Ciriello

Persone citate: Barry Maddern, Bob Hawke, Hawke, Margareth Thatcher

Luoghi citati: Australia, Londra