«Ci sono ancora russi a Kabul»

«Ci sono ancora russi a Kabul» ÀFGHANISTAN Sarebbero consiglieri sovietici a lanciare i missili «Scud» contro i mujaheddin «Ci sono ancora russi a Kabul» Un rapporto dei servizi segreti americani KABUL. Alcune centinaia di militari sovietici stanno ancora combattendo in Afghanistan, con uniformi delle forze armate afghane, nonostante l'impegno di Mosca a ritirare tutte le sue forze entro il 15 febbraio 1989: lo ha scritto ieri il «New York Times», citando un rapporto segreto inviato alla Casa Bianca dai servizi d'informazione americani. «Tutte le funzioni collegate alla sicurezza, al trasporto, alla dislocazione e al lancio dei missili "Scud" sono effettuate da consiglieri sovietici». Gli Stati Uniti ritengono che «almeno 300 consiglieri sovietici» siano ancora attivi. Dal febbraio scorso almeno 900 missili terra-terra Scud sono stati lanciati contro le postazioni dei guerriglieri afghani. Tra i compiti dei consiglieri sovietici vi sarebbero anche la pianificazione di operazioni militari, la manutenzione di equipaggiamenti e l'addestramento dei militari afghani. Il rapporto segreto afferma, in particolare, che unità speciali delle forze afghane sono state poste a guardia del perimetro esterno della base missilistica di Darulaman (circa dieci chilometri a Sud della capitale) ma «non possono entrare in una vasta area, alcune centinaia di metri, di tale base». La convinzione del governo americano che al ritiro delle truppe sovietiche dall'Afghanistan sarebbe seguito subito dopo il crollo del regime del presidente Najibullah si sta rivelando palesemente errata, nota il «New York Times». «Anche se i consiglieri sovietici lasciassero subito l'Afghanistan una soluzione del conflitto non sarebbe necessariamente più vicina». Le divergenze sempre più accentuate tra le diverse fazioni di guerriglieri che combattono il governo di Kabul, e il massiccio aiuto che Mosca continua a fornire al presidente Najibullah, sono tra le cause della mancata caduta dell'attuale regime afghano, notano i com-mentatori americani. I sovietici hanno continuato a fornire anche dopo il ritiro dell'Armata rossa aiuti militari al governo di Kabul per un valore di quasi 300 milioni di dollari al mese, ritengono gli esperti americani. Oltre 3800 aerei sovietici sono atterrati in Afghanist°n dal febbraio scorso portando viveri, combustibile, armi e munizioni. Nello stesso periodo gli Stati Uniti hanno notevolmente ridotto l'assistenza militare ai guerriglieri afghani. Questa decisione è stata pesantemente criticata da numerosi membri del Congresso. La determinazione mostrata dai sovietici nell'incremento dei loro invii di armi all'Afghanistan e alla Cambogia, e nel tenere ad alto livello rifornimenti analoghi al Nicaragua, hanno indotto diversi esponenti della amministrazione Bush a mettere in dubbio l'esistenza di un «nuovo atteggiamento» di Mosca nei confronti dei conflitti regionali. Su tali conflitti i due ministri degli Esteri James Baker e Eduard Shevardnadze hanno avuto, nel recente incontro nel Wyoming, forse gli scambi più bruschi di opinione: «E' forse l'unica area dei rapporti tra le due superpotenze dove è possibile vedere gravi problemi», ha commentato un funzionario statunitense presente agli incontri. L'agenzia sovietica ufficiale Tass ha subito smentito il «New York Times»: «tutto ciò è una menzogna, dall'inizio alla fine». Affermando che gli unici militari sovietici presenti in Afghanistan sono gli addetti militari presso l'ambasciata dell'Urss a Kabul, la Tass sostiene che «le invenzioni che si ripetono una dopo l'altra, e che distorcono completamente la realtà afghana, sono tese a giustificare la grave, prolungata e crescente ingerenza negli affari afghani da parte del Pakistan e degli Stati Uniti» Ieri a Kabul almeno 25 persone sono state uccise e più di 50 sono rimaste ferite dall'esplosione di un razzo lanciato dai guerriglieri islamici in pieno centro della città. Il razzo ha centrato una stazione d'autobus, dove si trovavano centinaia di persone. [Ansa]

Persone citate: Bush, Eduard Shevardnadze, James Baker, Najibullah