«Pozsgay for President» di Guido Rampoldi

«Pozsgay for President» Budapest, forse un candidato comune per l'ex pc e il Forum «Pozsgay for President» Sciolta la milizia del partito BUDAPEST DAL NOSTRO INVIATO «Di una cosa dobbiamo essere ben consapevoli: per riportare l'Ungheria nell'Europa centrale, c'è bisogno di gente in cui l'Unione Sovietica abbia fiducia». Attraverso lo storico Geza Yeszenszki il Forum Democratico, principale gruppo di opposizione, tende una mano al neonato partito socialista ungherese, creato dalla rifondazione del Posu comunista. Quale che sarà il risultato delle libere elezioni, dice in sostanza Yeszenszki, sarà inevitabile una coalizione in cui gli ex comunisti abbiano un ruolo tale da rassicurare Mosca. «L'opposizione polacca non è certo morbida: eppure anch'essa ha accettato l'accordo con Jaruzelski». Il «garante» di cui Gorbaciov ha bisogno potrebbe essere Imre Pozsgcy, esponente della «destra» del ps, qualora vincesse le elezioni presidenziali a suffragio universale di questo autunno. Secondo quanto affermano esponenti dell'opposizione radicale, in termini quasi scandalizzati, Pozsgay avrebbe già in tasca un patto segreto con il Forum. Yeszenszki smentisce: nessun accordo pre-elettorale, non aiuteremo Pozsgay. Tuttavia è un fatto che il Forum non ha cercato di concordare con il resto dell'opposizione un candidato unico, in quel caso sicuro vincitore del confronto con Pozsgay. Ma i giochi non sono ancora decisi. Se in qualche modo il Forum ha paura di una vittoria, il nuovo partito socialista è terrorizzato dalla possibilità di una sconfitta, che potrebbe ipotecare anche l'esito delle successive elezioni politiche. La campagna elettorale del ps è di fatto cominciata l'altra notte, subito dopo l'elezione del Presidium, quando il congresso straordinario ha dato un ulteriore ritocco all'immagine del partito. Con due proposte: di fatto due decisioni che verranno ratificate dal governo. La prima: il 23 ottobre, annivesario dell'insurrezione popolare del '56, diventerà festa nazionale, nel nome della lotta a tutte le forme di dittatura; e quanti ebbero a patire la repressione scatenata dai sovietici e dal regime di Ka- dar otterranno una riparazione. La seconda: sarà abolita la milizia del partito, 60.000 in armi, il più vistoso simbolo della tirannia del Posu sul Paese. Diventerà una specie di protezione civile, disarmata ed estranea alla vita politica. Tuttavia la preoccupazione di perdere la base tradizionale del vecchio Posu, cioè voti (e tessere, a vantaggio dei kadaristi, orientati a ereditare il vecchio partito comunista), frena la ricostruzione dell'immagine del partito. Lo dimostrano i ringraziamenti che il congresso rivolge ai miliziani, insieme all'appello ad aderire al ps. Nessuno sembra oggi in grado di prevedere quanti, tra i 720.000 militanti del vecchio Posu, si iscriveranno al nuovo partito. Il presidente del ps, Rezso Nyers, l'altra notte ha ottenuto 1065 voti su 1276 delegati; 202 hanno disertato l'aula, 9 hanno votato contro. I kadaristi sono però convinti che quell'86% di consensi non rispecchi i rapporti di forza nella base. Un sondaggio, peraltro d'incerta attendibilità, attribuisce al ps il 55% dei vecchi iscritti: in questo caso una riedizione del partito comunista potrebbe confidare su una percentuale cospicua di militanti, ostili al programma socialdemocratico varato dal congresso (pluralismo parlamentare, economia mista, indipendenza, proiezione centro-europea, impegno allo smantellamento dei blocchi). Nella sua giornata conclusiva il convegno ha cristallizzato i rapporti di forza tra Destra e Sinistra nel nuovo partito. Nei tre giorni di lavori, il Grande Centro, che non si era schierato, si è in maggioranza riciclato nella «sinistra», proiettata verso il comunismo riformista occidentale e guidata da Nyers. La Destra di Imre Pozsgay, orientata verso i partiti socialisti europei, ha perso una minuscola fascia di radicali delusi dal compromesso, e guadagnato, dalla disgregazione del centro, in misura minore della sinistra. E tuttavia la corrente è la più forte, rappresentando quasi il 50% dei delegati che hanno approvato la rifondazione. Guido Rampoldi

Persone citate: Gorbaciov, Imre Pozsgay, Jaruzelski, Nyers, Pozsgay, Rezso Nyers

Luoghi citati: Budapest, Mosca, Ungheria, Unione Sovietica