MUSEI NUOVI CHE SPERANZA
MUSEI NUOVI CHE SPERANZA MUSEI NUOVI CHE SPERANZA SBOLOGNA L Palazzo dei Congressi si apre oggi un convegno intitolato «Progettare Mostrare Costruire Perché non si costruiscono nuovi musei in Italia». Fa parte di un progetto di esposizioni e seminari, chiamato «Bologna Arte Architettura 1989-1990», promosso dagli enti fieristici Cersaie e Saie, cioè i Saloni, rispettivamente, della ceramica e della industrializzazione nell'edilizia. Coordinatori: Pier Giovanni Castagnoli, direttore della Galleria Comunale d'Arte Moderna di Bologna e Francesco Dal Co, direttore del settore architettura della Biennale di Venezia. Per quanto riguarda le mostre, tutte con catalogo Electa, martedì scorso se ne sono inaugurate tre. La prima, nel quartiere fieristico, dal titolo «Picasso e la ceramica - i Carreaux di Madoura», comprende 33 formelle da lui disegnate per il laboratorio Ramié di Vallauris in Francia. L'artista scoprì questo mezzo espressivo assai tardi ma ne divenne subito un patito. La piastrelle esposte intendono sottolineare le possibilità di un fecondo incontro tra arte e industria. La seconda esposizione è allestita presso la Galleria Comunale d'Arte Moderna ed è dedicata al connubio scultura-ceramica nell'arte italiana del '900. Si tratta di 130 opere di nostri artisti che ebbero una particolare predilezione per la terracotta. Fra i presenti, nomi molto noti come Duilio Cambellotti, Arturo Martini, Lucio Fontana, Fausto Melotti, Agenore Fabbri, Leoncillo e Nanni Valentini. Inutile forse aggiungere che tale rassegna ribadisce le strette relazioni esistenti tra creatività artistica e il modellare la creta. Insomma, come la scultura abbia trovato spesso nella ceramica un medium ideale. La terza mostra riguarda invece l'architetto Carlo Scarpa ed è nata dal recente, fortuito ritrovamento dei suoi schizzi e disegni per il famoso allestimento della Galleria della Sicilia a Palazzo Abatellis a Palermo. Un esempio ormai lontano nel tempo (risale all'immediato dopoguerra) ma tuttora mirabile, di riadattamento a museo di un palazzo storico. Viene riproposto — sempre nel quartiere fieristico — perché serva di sprone alle nostre autorità pubbliche. Alle quali, in pratica, è diret- ta l'intera manifestazione bolognese. Tanto più che, dal 25 al 29 ottobre, in occasione del Saie - Salone Internazionale della Industrializzazione Edilizia, verranno ripresentati (l'esordio avvenne l'anno scorso a Palazzo Ducale a Venezia) anche i 12 progetti per il concorso bandito dalla Biennale per il rifacimento del Padiglione Italia. E' una costruzione vetusta, ormai assolutamente inadatta alle mostre, che una dozzina dì progettisti italiani hanno previsto di ristrutturare da cima a fondo. I progetti, rappresentativi di svariate tendenze, sono tutti, chi più chi meno, di notevole interesse. Quello risultato vincitore è di Francesco Cellini. A lui è stato dato l'incarico per la stesura del progetto esecutivo e non resta che augurarsi un rapido iter. Come dicevo, sia i disegni di Scarpa per Palazzo Abatellis, che la ripresentazione dei 12 progetti per il Padiglione Italia, vogliono essere uno sprone. Di analisi «perché non si costruiscono nuovi musei» se ne sono fatte pure troppe. Molti pensano che è tempo di passare dalle parole ai fatti. Dopo il «progettare» e il «mostrare», occorre «costruire». E l'iniziativa degli enti fieristici bolognesi potrebbe costituire davvero l'avvio di una nuova fase. Alla quale, viste le croniche carenze pubbliche, potrebbero concorrere le stesse imprese private. Naturalmente, attraverso forme differenti a seconda delle circostanze ma sempre con quello spirito di «servizio sociale» che la cultura industriale, secondo me, stenta ancora a far proprio. Soprattutto in modo concreto. [f. v.] Agenore. Fabbri: «Cavallo»
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