L'ANIMA E IL COMPASSO

L'ANIMA E IL COMPASSO L'ANIMA E IL COMPASSO lA Lugano le opere di Gabo, maestro del costruttivismo La ricerca di forme pure e «musica delle sfere» "W/t T7TT LUGANO I; I 0 da poco sottoliaji noato l'importanza I della mostra di arte 5|_flg russa e sovietica al Lingotto per la sua 1 I rispondenza con I una realtà di conoI scenze e di studi in Jffi. _@5a_ continua evoluzione. L'occasione era offerta dalla notizia della riscoperta nei magazzini del Museo Russo di Leningrado dei materiali di uno dei Controrilievi di Tatlin del 1915, alla base del Costruttivismo. Ed ecco che nella piccola ma raffinata mostra dedicata dalla Galleria Pieter Coray, fino a novembre, a Naum Gabo (Briansk 1890 - Waterbury, Conn., 1977) è esposto il «modello» minore, un assemblaggio di piani di cartone, del Torso costruttivista del 1917-18 in lamiere metalliche — disperso e noto solo per fotografie d'epoca ■— di cui il «modello» maggiore, anch'esso in cartone, ò esposto a Torino: l'uno e l'altro riassemblati dal collaboratore di Gabo, Charles Wilson, con le sagome ritrovate dopo la morte nello studio dell'artista negli Stati Uniti, dove si era stabilito nel 1946. I fratelli Naum (che assunse il cognome di Gabo nel 1915) e Antoine Pevsner, figli di un industriale metallurgico, hanno operato come autonomi esponenti della tendenza Costrutti- vista. Furono autori nel 1920 del «Manifesto del Realismo», dal titolo in realtà alquanto ingannevole, di cui uno dei rarissimi originali (5000 copie affisse nella Russia rivoluzionaria) è anch'esso esposto a Torino: superamento di cubismo e futurismo alla ricerca della «realtà del ritmo costante delle forze insite» nella totalità dell'universo come in ogni singola forma, dall'oggetto d'uso fino all'uomo; «col filo a piombo in mano, con gli occhi infallibili come dominatori, con uno spirito esatto come un compasso noi edifichiamo la nostra opera come l'universo conforma la propria, come l'ingegnere costruisce i ponti, come il matematico elabora le formule delle orbite». Assai vicina alle idee anche di El Lissitzky (con cui Gabo collabora in Germania alla fine degli Anni 20), è la religione laicoscientifista dell'edificazione di un nuovo universo visivo dopo la pa^ lingenesi rivolu- zionaria. Dopo l'immersione in questa palingenesi utopica, rappresentata in mostra dal «modello» e da alcuni disegni per Teste costruttiviste, come quella in metallo esposta a Torino, e per fantastiche architetture trasparenti, Gabo passa in Germania nel 1922, seguito un anno dopo dal fratello. Doveva partecipare a una mostra organizzata dal governo sovietico e presentata alla Galerie van Diemen di Berlino : è presente con nove opere. Dall'utopia rivoluzionaria all'avanguardia artistica internazionale (conosce subito una delle sue «ninfe Egerie», l'americana Katherine S. Dreier, e per suo tramite Marcel Duchamp): ma rimane intatta l'idea di una forma artistica pura e sublime che «costruisce» e proietta nello spazio una sorta di matematica dell'infinito e delle sfere. Esaltava la linea-forma In mostra, tre opere stupende e misteriose nella loro concretizzazione dell'infinito, del 1937 (un anno dopo il passaggio dalla Germania, dove ha collaborato con il Bauhaus, e dalla Francia in fuga dai nazisti all'Inghilterra), realizzano temi come Sferico, Costruzione sul piano, Costruzione sulla linea. I materiali della tecnologia cinquant'anni fa più avanzata, il rhodoid, il perspex, con la loro duttilità e trasparenza, gli permettono di realizzare al più alto grado i principi teorici del Manifesto: rifiuto del volume e della massa per esaltare la linea-forma come sviluppo e proiezione dinamica matematicamente calcolata. La realizzazione della «musica delle sfere» con gli strumenti fisico-matematici del XX secolo. I residui trent'anni del dopoguerra negli Stati Uniti — Gabo è uno dei tanti profughi erranti dell'avanguardia fra i travagli del secolo — lo vedono realizzare anche strutture metalliche monumentali, a Baltimora, a Rotterdam, a Londra. Quest'ultima fase, dal 1957 al 1970, è la più rappresentata in mostra, fino alle grandi dimensioni delle Costruzioni verticali in bronzo. La dinamica dell'infinito non perde nessuno dei suoi valori, piegando a sé la nobiltà del bronzo, su cui ruotano in tensione vitale fasci di fili di nylon o di acciaio inossidabile. La Variazione di torsione e la Costruzione nello spazio: Sospesa sembrano tradurre in poemi nello stesso tempo astratto-matematici e organici in lontano sogno di Boccioni dell'integrazione tra forma e ambiente spaziale. Marco Rosei t Ina singolare opera di Cubo, «The. Conslrueied I Icari» n. I, 1915, in mostra »a Lugano: è siala n'assemblala nel 1985