lo, Claudio Abbado vi dico che...

Io, Claudio Abbado vi dice che... Intervista Io, Claudio Abbado vi dice che... Stampa sera ha telefonato a Claudio Abbado. A casa, tranquillo, la voce misurata che si usa per parlare con un amico di cose qualsiasi, si è mostrato innanzitutto stupito: non per la nomina, ma perché le agenzie di tutto il mondo alle 18 avevano già diffuso la notizia e perché i telegiornali italiani l'avessero subito ripresa: «La telefonata di Berlino è arrivata alle 16, possibile che si sia saputo cosi in fretta?». Ma è la notizia più attesa dal mondo musicale. «Per me è importante che i Berliner abbiano deciso la loro scelta votando democraticamente, senza alcun gioco politico, senza interferenze da parte dell'industria discografica». La prima reazione? Sorride. «Ho pensato alla Filarmonica di New York: l'invito era attraente. Avrei potuto assumerne la direzione dal 1992, le trattative erano ormai molto avanzate. Per me si erano detti pronti a cambiare tutto...». E dovrà lasciare la Staatsoper di Vienna? «Oh no di certo. Semmai, nei prossimi giorni dovrò valutare come rendere compatibili i due incarichi. Ora proprio non so. Come potevo pensarci? Comincio a pensarci in questo momento, qui, al telefono». Un direttore tra Berlino, Vienna e, di conseguenza, Salisburgo, come toccò a Karajan... Tace. Poi: «I Berliner e la Filarmonica di Vienna, pur con i loro problemi, che conosco e ai quali cercherò di rimediare, sono le due più importanti orchestre d'Europa, forse del mondo...». Che farà domani? «Domattina dalle 10 alle 13 provo le Ouvertures di Beethoven per un'incisione...».

Persone citate: Claudio Abbado, Karajan

Luoghi citati: Berlino, Europa, New York, Salisburgo, Vienna