Eccoli: i pittori della notte di Maurizio Lupo

Eccoli: i pittori della notte Arrivano anche da Parigi, dipingono i muri con bombolette spray Eccoli: i pittori della notte Dicono: «E' arte e siamo Pouchoirist» Vengono apposta da Parigi per dipingere sui muri di Torino con bombolette spray. Sono i «Pouchoirist», un movimento espressivo «sotterraneo», che in Europa conta una ventina di esponenti, gente innamorata della vita di strada e della provocazione grafica. Non sono ragazzini. Hanno dai 30 ai 40 anni, vissuti per lo più in anarchica libertà. Qualcuno è benestante, altri vivono di lavori precari, i più però fanno la classica «bohème», quella che parla di estro, ma anche di fame. Perché i loro lavori non si possono vendere. Nascono dal «pouchoir»: una mascherina incisa, irrorata di vernice, in piena notte, per stampare silhouettes sui muri, quando non passa nessuno e dove la polizia non vede. Il vicolo Crocetta ne è pieno. Altre creazioni sono in via Po, tracciate con la gioia dello sberleffo irriverente. Sono firmate con lo svolazzo «E. Assiston», che raggruppa due autori. La «E» con il puntino significa «Epsylon Point», nome d'arte di Etienne, uno dei capiscuola del movimento parigino. Gli si affianca Alberto, il suo assistente, che appunto firma «El Assiston», in francospagnolo sgrammaticato, scritto così per lazzo, ma anche perché Assiston è argentino. Il primo a scoprire i muri puliti di Torino è stato Etienne. E' nato il 10 marzo 1950 a Tours, vive a Parigi, dove ha frequentato per 5 anni la scuola d'arte. Ha fatto di tutto: il meccanico, il fotografo, il lavapiatti. Magro, quasi scheletrico, percorre la città in skateboard, con capelli raccolti in un codino, baffi e basettoni incolti alla Francesco Giuseppe, occhiali iridescenti, magliette sgargianti e pantaloni bicolori, «perché son divertenti». Per Etienne la gioia di vivere è la cosa più importante. Dal 1983 la riversa nei suoi pouchoir, animati da eroi dei fumetti ed elfi, tracciati spesso a pochi decimetri da terra «apposta perché li possano ammirare i bambini». Meno stravagante appare Alberto, nato a Buenos Aires il 4 marzo 1959. Si concede codino e baffi, qualche orecchino, ma veste normali jeans. Dopo studi economici in Colombia ha viaggiato per le Americhe, sbarcando il lunario come reporter e traduttore, finché ha conosciuto Etienne. I suoi soggetti sono volti enigmatici, uomini di strada, scrittori, anche demoni che traccia sugli angoli delle chiese. Ama soprattutto Pasolini e il suo mondo di immagini. A James Joyce ha dedicato un pouchoir di due metri. Dal 1987 spruzza sui muri di Torino e Parigi e dal 1988 anche su quelli di città tedesche. Spiega che «a Torino è facile. Specie la domenica, nelle ore della partita, le strade sono vuote, libere per le mie azioni». Sono rapide. In un quarto d'ora un pouchoirist può coprire una superficie anche di due metri quadri. Il blitz ha però alle spalle un lungo lavoro di preparazione. Lo garantisce «T. Point», che si presenta come «l'unico pouchoirist italiano affiliato al movimento parigino». E' un torinese di 25 anni, farmacista mancato, ora titolare d'impresa. «Per preparare un pouchoir — spiega — si disegna un'immagine o si sceglie una fotografia. Si ripassano le parti da far risaltare. Poi le si tracopia su un lucido che verrà fotocopiato e ingrandito. La riproduzione sarà incollata su un cartone da traforare. Nasce così la mascherina che, irrorata di vernice spray, traccerà ilpuchoir sul muro». Per T. Point il momento dell'azione notturna è quello più esaltante: «Sei solo, sotto le luci dei lampioni. Hai paura che la polizia o il padrone del muro ti sorprendano. Senti nelle narici l'odore di vernice e nel sangue l'eccitazione che sale. Ed ecco la tua opera, nitida, fresca come una pugnalata alla città, che infine deve accorgersi della tua voglia di esprimere. Domani il pubblico giudicherà il lavoro. Vorresti sentirli i commenti. Magari sono buoni. A molta gente i pouchoirs piacciono, ma se non li facciamo sotto casa loro. Se li cancellano non provo rancore. Mi preparano un nuovo spazio. E allora colpisco ancora, perché finché un mio pouchoir vive io vinco il tempo, rimango giovane». Maurizio Lupo I t'''zzano mascherine incise e vernice spray: dipingono su tela, ma preferiscono i muri della città

Persone citate: Francesco Giuseppe, James Joyce, Magro, Pasolini