Paolo Astesana fu ucciso per errore?

Paolo Astesana fu ucciso per errore? Un «tossico» che vuole cambiar vita riapre il caso del giovane che 3 anni fa svanì nel nulla Paolo Astesana fu ucciso per errore? // drogato si sarebbe «confessato» con i familiari — CUNEO DAL NOSTRO INVIATO Ci sono voluti tre anni, ma finalmente è spuntata una traccia per ritrovare il corpo di Paolo Astesana, «rapito» alla periferia di Cuneo la sera del 22 settembre 1986. Forse il mistero della scomparsa del ricco, e scapestrato, figlio di una delle più note famiglie della «provincia granda» è sul punto d'esser chiarito, con nomi e cognomi della «banda» che avrebbe simulato il sequestro per depistare le indagini dopo l'omicidio. Paolo Astesana, allora ventiduenne, sarebbe morto (e non sarebbe mai stato sequestrato, di questo tutti erano già piuttosto certi pochi mesi dopo il «rapimento») però resta il mistero sulla sorte del suo corpo. Possibile che non fosse stato ritrovato? Qualche mese fa il muro dell'omertà si sarebbe incrinato. Un tossicodipendente, sul punto di entrare in una comunità per disintossicarsi, avrebbe raccontato, spontaneamente, senza chiedere denaro, ad un componente della famiglia Astesana tutto quel che sapeva sulla morte del giovane: «A patto d'esser lasciato per sempre fuori dalla storia una volta dimesso dalla comunità». Il giovane, stando alla «confessione», sarebbe stato ucciso per errore, durante una «lezione» impartitagli «per essersi fatto consegnare milioni e milioni di droga e non averli pagati» e poi è stato sepolto «dove ci sono dei cavalli in una costruzione abusiva». L'autorità giudiziaria è stata informata della clamorosa novità e sono cominciate un'altra volta le indagini malgrado l'indicazione, a ben vedere, sia estremamente labile. In una provincia come quella di Cuneo, eminentemente agricola, le stalle più o meno in regola con i regolamenti edilizi sono numerose e non tutte facilmente individuabili. Chi è il drogato che ha dato un filo di speranza alla famiglia Astesana, ormai rassegnata a non poter neppure depositare un fiore sulla tomba di Paolo? E poi, perché viene considerata attendibile la «storia» nata dalle mente distorta di un tossicodipendente? Parlare con le forze di polizia e la magistratura è inutile. Nessuno fa mezze ammissioni. La risposta è di circostanza, quasi di rito: «Le indagini sono sempre aperte, non abbiamo mai chiuso il caso e dunque continuiamo ad indagare». La sorella di Paolo Astesana, Chiaretta, sentita per telefono, in un primo tempo ha ammesso: «Sì, ci sono degli sviluppi. Forse presto ci saranno delle novità», poi ha rifiutato di precisare: «Ho paura, ci sono dei problemi. Persone pericolose sono ancora in libertà». Che problemi? Non tutti a Cuneo sono contenti che si parli del «caso». Per alcuni è meglio dimenticare. Paolo Astesana è morto, e basta. Non è un segreto che persino all'interno dei due rami della famiglia Astesana si sia verificata una frattura. Il clan Astesana ha molte attività (allevamenti di suini a Vottignasco, un grande mangimificio a Villafalletto, un commercio di granaglie a livello internazionale, proprietà in Argentina), meglio lasciar cadere un velo pietoso sulla ex «pecora nera» della famiglia che frequentava cattive compagnie. Continuare a ricordare la fine di Paolo Astesana in fondo è cattiva pubblicità, può danneggaire 1'«immagine» della famiglia, e di conseguenza agli affari. Chi però non si è mai rassegnato è il papà, Cesare, 66 anni. L'uomo in questi anni le ha provate tutte. Ha fatto condurre indagini ad investigatori privati. Al colmo della disperazione si sarebbe persino servito di maghi e veggenti. Tutto invano. Sino a quando non è sbucato un drogato deciso a. disintossicarsi e a cambiare vita: «Voglio liberarmi la coscienza. Vi dico tutto quel che so, se il mio nome non sarà fatto. Dopc la cura voglio sparire, andare lontano. Non voglio legami con il passato». Paolo Astesana sparì dopo cena. Uscì per recarsi al solito bar di Villafalletto dove si incontrava con gli amici. Al bar arrivò, ma ad un certo punto lo chiamarono al telefono. Evidentemente conosceva l'interlocutore perché salutò tutti. La sua macchina fu ritrovata, regolarmente chiusa, alla periferia di Cuneo, in frazione Madonna dell'Olmo. Pochi minuti prima di mezzanotte in casa Astesana arrivò una telefonata che prese il padre: «Tuo figlio è con noi, prepara un miliardo». Ma era solo un modo per prender tempo, per impedire alla polizia di pensare subito al delitto (magari avvenuto per errore, durante un pestaggio) e di cercare il corpo sin dal giorno dopo. Non ci furono altre richieste di riscatto, a parte i soliti sciacalli. E non ci furono mai vere novità nelle indagini per tre anni. Sin quando un drogato non si è pentito. Avrà raccontato tutta la verità? Marco Vaglietti Forse è a una svolta il mistero sulla scomparsa di Paolo Astesana

Luoghi citati: Argentina, Cuneo, Villafalletto, Vottignasco