Guerra di bracconieri bresciani

Guerra ai bracconieri bresciani Interrogazioni parlamentari e denunce con incursioni di agenti della Lipu Guerra ai bracconieri bresciani Trappole per crudeli stragi di uccelli migratori BRESCIA. E' ripresa massiccia, con il passo migratorio dei piccoli uccelli, l'offensiva di quel bracconaggio crudele, con trappole, che nelle campagne del Bresciano è cancrena plurisecolare. Avviene da quando l'uomo era costretto a servirsi della sua astuzia per placare i morsi della fame. Continua oggi, in epoca di superalimentazione, ma di insaziabile appetito di denaro. E di quattrini, tra bracconieri e ricettatori (proprietari di ristoranti che elencano nei menù la famosa «polenta e osei»), ne girano parecchi e tutti in nero, esentasse, senza ricevute fiscali o fatture. Ecco perché il mestiere rende, rubando un patrimonio dello Stato e quindi di tutti, cacciatori e non, senza nemmeno dover pagare la licenza di caccia. Sono ancora in tanti, da queste parti a praticare il barbaro bracconaggio. Non mancano i bambini ai quali nemmeno la scuola è in grado di far capire che la civiltà è ben altro che aiutare o imitare nonni e padri in un'azione illegale e che si può essere furbi anche senza riuscire a farla in barba al guardacaccia. Le micidiali trappole ad «archetto» (che descrive anche l'onorevole Gloria Grosso in un esposto giudiziario inviato al procuratore della Repubblica di Brescia, ai pretori della stessa città, di Breno, di Gardone Val Trompia, di Iseo e Salò) vengono deposte a milioni tra i cespugli e «provocano la straziante morte di un incalcolabile numero di piccoli utilissimi uccelli insettivori (pettirossi, usignoli, capinere, scriccioli, cince, passere scopaiole...) che, attirati dalle bacche selvatiche, si posano sui trespoli degli archetti, rimanendo intrappolati, con le zampette spezzate a dibattersi per ore, in attesa di finire allo spiedo nelle numerose, tipiche trattorie alpine e di fondovalle». Gloria Grosso, membro della commissione Agricoltura e Foreste della Camera, richiedendo un'inchiesta sull'operatività del Corpo Forestale, ha inviato lo stesso documento al ministro dell'Ambiente Giorgio Ruffolo, a Claudio Martelli vicepresidente del Consiglio e al prefetto di Brescia. Poi si è rivolta con un'interrogazione al presidente del Consiglio. Vuole conoscere da Andreotti e dai ministri dell'Interno, di Grazia e Giustizia, dell'Agricoltura e Foreste e dell'Ambiente «quali urgenti direttive si intendano emanare all'Arma dei carabinieri, alla Guardia di Finanza, al Corpo forestale dello Stato, onde prevenire e reprimere tale delittuosa attività, che nulla ha a che fare con l'attività venatoria, a danno dell'insostituibile e comune patrimonio avifaunistico dello Stato, tutelato nell'interesse della comunità nazionale», considerando «che tale criminosa attività, esercitata al fine di trarne cospicui, illeciti profitti dal commercio delle prede, viene svolta alla luce del sole». Le azioni antibracconaggio, che lo scorso anno sembravano dare risultati positivi, si sono dovute riprendere. La Lipu ha mandato in avanscoperta i suoi agenti giurati. Piergiorgio Candela, che fin dai primi di set¬ tembre ha esplorato dalle colline del Bresciano ai confini col Trentino, afferma: «Quasi tutti i sentieri e le siepi erano già predisposti all'installazione di archetti. Abbiamo pure visto, presso diverse cascine, anziani e bambini intenti a preparare e montare le trappole, di cui erano già costellate le siepi a monte del Lago d'Iseo. Un po' ovunque c'erano uccelli protetti chiusi in gabbie, pronte ad essere disseminate tra i cespugli a far da richiamo». La Lipu non molla «perché si è notato che dove lo scorso anno sono state effettuate perquisizioni e denunce, con l'aiuto dei carabinieri, il bracconaggio è in via di estinzione». Ma è ancora radicato nelle valli Trompia e Sabbia, tra malghe e cascinali. Comunque, i tempi si fanno più duri: ora anche magistrati e giudici, carabinieri e Guardia di finanza sono avvisati da un esposto di Carla Labrini, presidente della sezione provinciale della Lipu bresciana. Vito Brasa

Persone citate: Andreotti, Carla Labrini, Claudio Martelli, Giorgio Ruffolo, Gloria Grosso, Piergiorgio Candela

Luoghi citati: Breno, Brescia, Gardone Val Trompia, Trentino