«Fabbrica trita-rifiufi»

«Fabbrica trita-rifiuti» Emergenza smaltimento: a Torino una megapiattaforma «Fabbrica trita-rifiuti» Società pubblica, partner privati TORINO. Nascerà con la sponsorizzazione della FinPiemonte e della Provincia una megapiattaforma polifunzionale, una delle due previste d*} liano regionale, per lo smaltimento dei rifiuti industriali in un'area torinese ancora da individuare. «Sarà un impianto industriale vero e proprio e quindi sarà collocato dove ci saranno le migliori condizioni ambientali e di infrastrutture», spiega l'assessore all'Ecologia della Provincia, Paolo Sibille. Si prevede un costo di 80 miliardi: l'impianto avrà una struttura molto complessa, secondo modelli all'avanguardia già collaudati in altri Paesi, in cui troveranno posto un inceneritore e impianti sofisticati per «neutralizzare» i diversi tipi di rifiuti, il tutto nel rispetto della «massima sicurezza ambientale». E, se non ci saranno intoppi, tutto sarà pronto fra 3 anni». La società è già stata costituita, la Sotrin, ora a caccia di partner privati, anche perché secondo la legge i rifiuti industriali devono essere gestiti a spese e a cura dei privati. A fine luglio, dal ministero dell'Ambiente è arrivato un bollettino catastrofico sull'emergenza-rifiuti in Italia, dove si scontano decenni di ritardo rispetto ad altri paesi europei. Nel Piemonte altamente industrializzato si smaltisce solo il 25-30% dei residui delle lavora¬ zioni, ma non è che le altre regioni stiano meglio, anzi. Tutto il resto finisce nelle centinaia di discariche abusive, e quindi incontrollate e ad altissimo rischio, o stoccato nelle stesse aziende nella speranza che un eventuale condono aggiusti tutto, o ancora, nelle migliori delle ipotesi, prende la strada dell'estero ma con alti costi di trasporto. Per rimediare a questa situazione i tempi sono ormai ristrettissimi. A luglio, dal ministro dell'Ambiente è arrivato l'Sos: «Tra sei mesi non sapremo più dove mettere i rifiuti industriali». Un problema spinoso dove s'intrecciano e si scontano lungaggini burocratiche, paura di prendere decisioni spesso impopolari, pregiudizi e disinformazione. I rifiuti suscitano giustificati timori da parte dei cittadini sempre più sensibili rispetto all'ambiente e alla propria salute, ma spesso si creano non poche confusioni in merito. Magari si contestano strutture supercontrollate e in regola con le norme legislative, ma si ignorano quelle abusive dove va a finire qualunque genere di sostanza senza il benché minimo controllo, con tutti i rischi del caso. «Dobbiamo imparare ad accettare gli impianti autorizzati in quanto presidi dell'ambiente e quindi a non demonizzarli. Le regole ci sono e anche la capacità tecnica per appli¬ carle», osserva Sibille. La Sotrin nasce dopo l'esperienza già collaudata della discarica «Barricalla», che funziona dal luglio della scorso anno nella zona di Savonera, alle porte di Torino, per ora l'unica autorizzata in Italia per i rifiuti industriali tossico-nocivi (categoria C/2), realizzata attraverso una società mista (Sereco, Servizi Industriali, Finpiemonte) sulla base di una lunga sperimentazione del Politecnico di Torino. «Il nostro obiettivo era dimostrare la realizzabilità di impianti controllati con impatto zero e Barricalla conferma che ciò è possibile», dicono alla Finpiemonte. Ma «Barricalla» (ferma al primo lotto, pari a 100 mila metri cubi, in attesa di essere completata) è stata più volte contestata dagli abitanti delle zone limitrofe perché ritenuta troppo vicina alle case. «Dal momento in cui il rifiuto entra qui, gli ispettori del servizio Ambiente della Provincia sono in grado di seguirne tutto l'iter», spiegano i dirigenti della discarica di Savonera (a gestione privata ma sotto il controllo pubblico) che nel luglio scorso ha stipulato un'intesa di collaborazione operativa con l'Unione Industriale di Torino a cui hanno aderito una cinquantina di aziende. L'Usi effettua controlli mensili sulle falde e analisi sul percolato; inoltre, sta per iniziare il monitoraggio am¬ bientale per verificare, ad ore diverse, l'impatto esterno dell'impianto. «Barricalla è controllata e dà la massima garanzia di sicurezza: ha senso che venga completata col secondo lotto», dice Sibille. Evidentemente devono averlo pensato anche al ministero dell'Ambiente che per l'allargamento della discarica ha assegnato ultimamente un miliardo e mezzo di finanziamento: «Uno dei più consistenti, uno dei 40 concessi su 400 domande per nuovi impianti. E questo dimostra che Barricalla è stata ritenuta un'esperienza positiva», dice il presidente della Sereco, l'ingegner Adelmo Bonvicini. Ma la gente continua ad essere diffidente... «Il problema rifiuti va affrontato e risolto, non ignorato nella speranza che qualcuno prima o poi ci pensi; i rischi sono veramente gravi se non ci attrezziamo adeguatamente seguendo l'esempio di altri Paesi — osserva Bonvicini —. Forse si dovrebbero fare tante piccole discariche controllate per suddividere meglio i sacrifici della collettività». Nell'attesa di un futuro in cui riusciremo ad usare meno energia e meno materia prima per produrre la stessa cosa, limitando quindi rifiuti più o meno nocivi, ora non ci resta che abituarci ad averli almeno «sotto controllo». Stefanella Campana

Persone citate: Adelmo Bonvicini, Bonvicini, Paolo Sibille, Sibille, Stefanella Campana

Luoghi citati: Italia, Piemonte, Torino