De Mita «Attenti a quel Craxi»

De Mita: «Attenti a quel Craxi» Il presidente de ammonisce il suo partito, il psi è una bomba a orologeria De Mita: «Attenti a quel Craxi» «Il governo cadrà prima della fine legislatura» BOZZOLO DAL NOSTRO INVIATO «Sono un sostenitore del governo, ma per quanto bene potrà fare difficilmente vedrà l'alba del '92». Da Bozzolo, il paese di don Primo Mazzolali, nella bassa mantovana, è Ciriaco De Mita che s'incarica di spegnere l'entusiasmo col quale la de di Arnaldo Forlani e Antonio Gava accompagna la permanenza a Palazzo Chigi di Giulio Andreotti. Sulla strada per Chianciano (dove fra cinque giorni s'apre il megaconvegno della sinistra «scudocrociata») De Mita suona con gran fiato la tromba dell'allarme. E la suona sperando di non fare la fine di quei generali che avevano previsto dove avrebbe attaccato il nemico, non furono ascoltati, e quando arrivò la sconfitta divennero famosi come profeti di sciagure. La bomba a orologeria sotto il tavolo di Andreotti è una frase di Bettino Craxi, l'eterno nemi¬ co del presidente de, che la dice lunga sulle reali intenzioni dei socialisti. Per De Mita: «Quando il psi annuncia che il governo sarà sottoposto ad esami, ma non specifica quali, lascia immaginare che potrà essere liquidato anche perché assolve bene il suo compito». Sul fronte dei rapporti tra de ,e psi, insomma, la calma è solo apparente. De Mita teme che presto, da via del Corso, venga ordinata l'offensiva finale per tentare di spedire, attraverso l'alternativa, lo «scudo crociato» all'opposizione. Davanti all'ex presidente della Lombardia, il «fedelissimo» Bruno Tabacci, cacciato dai vertici del «Pirellone» perché insidiava lo strapotere lombardo del «garofano», De Mita lancia un ammonimento a Forlani. «Non c'è una quiete da amministrare e se si fa finta di non capire — dice il presidente de — presto andremo all'opposizione senza combattere». Sarebbe veramente una fine in¬ gloriosa per l'esercito democristiano, che De Mita giudica ancora potente e dotato di argomenti capaci di «contenere» il psi. Il segnale a Forlani nasconde la strategia che guiderà la sinistra de nei rapporti con le altre correnti. Su questo argomento De Mita è in totale sintonia con Tabacci. Per l'ex presidente lombardo «non è solo compito della sinistra arginare il psi; se su questo obiettivo c'è comunanza d'intenti, allora ben venga la gestione unitaria della de, altrimenti è meglio la distinzione». Gli appelli alla concordia che Forlani lancia in ogni parte d'Italia non riscuotono successo a Bozzolo. E, secondo De Mita, le colpe dell'eventuale rottura sono già chiare: «In minoranza non si va per scelta, ti ci mandano». Un'eventualità che il presidente de non crede sia dietro l'angolo, ma che, probabilmente, ritiene inevitabile se l'asse Forlani-Gava-Andreotti continuerà a fregiarsi d'un tito¬ lo usurpato: la collaborazione con gli alleati di governo, che è in realtà «un bavaglio messo aila de per non disturbare un manovratore (il psi), che è anche il nostro competitore». De Mita è sempre convinto della validità dell'equazione che ha sancito la fine del suo governo, colpevole agli occhi del psi di aver provocato «un buon risultato elettorale per la de». A Bozzolo De Mita non si è limitato a mettere in guardia il suo partito dai pericoli che vengono da un'alternativa «voluta dal pei, desiderata dal psi e giudicata interessante dalle forze laiche». Il secondo allarme riguarda i rapporti con il mondo cattolico. «Fino al Concilio la de era più avanti della Chiesa — ammonisce De Mita —, adesso è indietro». E il ritardo potrebbe diventare un baratro, che si può evitare solo rinnovando il patrimonio del cattolicesimo popolare di don Sturzo. Gianni Pintus

Luoghi citati: Bozzolo, Italia, Lombardia