La Mi-To per allenarsi

La Mi-To per allenarsi Oggi la più vecchia corsa ciclistica fa da tappeto al «Lombardia» La Mi-To per allenarsi Tutti presenti, arrivo al Valentino Si corre oggi la Milano-Torino, che è la più antica gara ciclistica italiana, cominciata nel 1876, ed è ora una delle più nuove, avendo assunto il ruolo addirittura postmoderno di pre-precorsa del Giro di Lombardia di sabato 14 (la segue in questo ruolo il Giro del Piemonte, giovedì, altra gara di allenamento alla Classicissima d'autunno, per il ciclismo italiano ultima pillola anticrisi). Non sappiamo che dire, che predire della Milano-Torino. Sino a tre anni fa era la corsa che apriva o quasi la stagione e scaraventava i corridori verso Sanremo. Bloccata nel 1986 dalla neve primaverile, venne annullata per quell'anno e spostata negli anni seguenti (vittorie di Anderson australiano e Golz tedesco) al ruolo minore di rodaggio preLombardia. Anzi di primo rodaggio, che dopodomani si andrà, per la stessa ragione, da Novara a Novara nel Giro di un Piemonte delle province di Novara e Vercelli. La corsa partirà da Milano alle 10 per finire a Torino, nel Parco del Valentino, verso le 15. Sono 214 chilometri con, a 13 chilometri e 800 metri dalla fine, i 620 metri di Superga e relativa picchiata sulla città. Niente di speciale, la possibilità di una giusta selezione. L'elenco degli iscritti, divisi in 25 squadre, è imponente: fra i duecento ci sono Golz e Baffi (il miglior italiano in classifica di Coppa del Mondo, con il suo de- cimo posto), Konychev e Fondriest, Vitali e Van der Poel, Bontempi e Da Silva, Giupponi e Saronni, Breukink e Anderson, Lejarreta e Bugno, Kelly e Hampsten... Quanto a LeMond, dovrebbe manifestarsi giovedì nel Giro del Piemonte. Il nome massimo della corsa di oggi sembra dunque quello di Kelly, l'irlandese fresco vincitore di Coppa del Mondo: ma quale Kelly, quanto Kelly? In realtà non c'è pronostico, considerando l'incubo del Lombardia; e per quel che riguarda il ciclismo italiano non c'è neppure appello: infatti quest'anno non è stato mancato da noi qualche appuntamento, sono stati mancati tutti, e non si tratta dunque di una stagione di alti e bassi. L'appello casomai è cosmico, totale. E riguarda tutto il futuro, non le corse di oggi, di giovedì, di sabato. Possono anche essere riproposti, nella circostanza, i lai sul ciclismo piemontese slombato anche organizzativamente, visto che Milano comanda alle corse di oggi e di giovedì. Ma non ci pare che sia il caso, o che sia di buon gusto proprio adesso. Per rinascere in qualche modo, questo ciclismo regionale ha un importante appuntamento nel 1990, i trent'anni da che non c'è più Fausto Coppi di Castellania, Alessandria: e che la ricorrenza serva per un processo, non importa se angelico o frankensteiniano, di resurrezione, non per un rito di imbal¬ samazione. Oggi la corsa può risultare bellissima, oppure stupidissima con scattino finale e basta. Dipende un po', o molto, da come la interpretano gli stranieri più forti: per noi italiani, guardare e imparare e al massimo tentare. Può essere italiana, specie adesso che Fondriest ha ripreso a vincere (nella Coppa Sabatini, dopo 9 secondi posti stagionali, dignitosi ma al tempo stesso comici se confrontati al primo posto mondiale del 1988), può essere stranierissima. La nostra speranza, più che nei nomi celebri, è nei nomi dei nostri disoccupati, che cercano un contratto: sono tanti, potrebbero dar vita a una fugasurvival di gruppo. [g. p. o.] Km. progr. 23.0 34.5 47.5 61.0 74.2 97.7 110.7 124.7 146.7 161.2 178.0 200.2 214.0