Portiamo al sabato la partita in diretta di Gianni Romeo

Portiamo al sabato la partita in diretta TV E SPORT Portiamo al sabato la partita in diretta CAMBIA poco nel panorama televisivo. Sulle camicie di Sandro Ciotti crescono colletti sempre più lunghi. Sulle trovate di «90° minuto» ci sarebbe parecchio da eccepire. Come si può inventare una copertina con la proposta dei gol che vedremo un paio di minuti dopo, in una trasmissione che già di per sé è una copertina? L'unica novità gustosa arriva dalla spumeggiante Raitre. A chi non l'avesse ancora scoperta consigliamo di dare un'occhiata, la domenica pomeriggio, alla trasmissione guidata da Piero Chiambretti. E chi ha la sua squadra in difficoltà qualche risata se la farà lo stesso. L'ultima trovata, quella del «telebeam umano» e dell'azione da gol mimata da Chiambretti che si soosta per il campo, è grande comicità. Ed è anche un divertente messaggio a chi proprio in tivù ha voluto far diventare il calcio una scienza troppo esatta, cioè noiosa. La novità-novità della stagione, per chi non ci avesse badato, è questa: l'arrivo sul video, in modo strisciante e ben mimetizzato, delle partite in diretta. C'era stato il derby di Genova per la «sola» Liguria, ora Roma-Napoli «solo» nel Lazio e nella Campania. Motivi di ordine pubblico per via degli stadi diventati piccini: come si fa a vietare la partita a chi vorrebbe andarci? Anche se poi succede (RomaNapoli) che non tutti i biglietti vengano venduti... Una diretta nel Lazio e nella Campania dà potenzialmente al quindici per cento degli italiani la possibilità di assistere all'incontro (privandoli comunque di Chiambretti: risate in meno, calcioni in più). Vuol dire vasti danni al calcio minore di quelle regioni. Basterà l'esempio dell'incontro GiuglianoPro Cisterna, campionato Interregionale, che ha battuto un primato di spettatori non paganti impossibile da migliorare: zero biglietti venduti al botteghino. Sugli spalti c'erano soltanto una trentina di «portoghesi», amici e parenti dei giocatori. E c'è stata una presa di posizioI ne della Turris (Torre del Greco, serie C2), che ha mandato a Matarrese un telegramma in cui denuncia i danni della diretta, avendo venduto solo 26 biglietti (11 adulti e 15 ragazzi). Ma altre dirette tivù in qualche fetta d'Italia seguiranno, data la situazione-stadi e questi precedenti che ormai fanno (quasi) legge. E dunque, non sarebbe più semplice aggirare l'ostacolo anticipando al sabato la partita in questione e mandandola così in onda in tutta Italia? Per la Rai, sempre impegnata a catturare spettatori, sarebbe un affare. Per il calcio altrettanto, perché si eviterebbero le concomitanze di cui sopra. E in fondo non sarebbe che un anticipare i tempi, poiché quando occorrerà rinnovare il contratto Raicalcio (più Fininvest?), in scadenza il prossimo giugno, un qualcosa del genere finirà per capitare. A fronte della montagna di miliardi da chiedere (calcio) e da sborsare (Rai), la diretta settimanale sarà la sola via d'uscita per consentire alle due parti di mandare in porto l'affare ne con reciproca soddisfazione. A questo punto si dovrebbe meditare sulla follia dei megastadi in costruzione mentre il calcio sta diventando sempre di più sport televisivo. Negli Anni Novanta, verso il Duemila, avremo grandi cattedrali semideserte e il pubblico a casa ad assistere alla partita in pantofole? Possibile, anzi probabile. Già in alcuni paesi europei si stanno facendo largo con successo le tivù via cavo. Non è follia pensare alle prossime, moderne società di calcio che si organizzino in uno stadio anche modesto, da 1520.000 posti, ma abbiano altri 20.000 abbonati che riceveranno la partita a casa attraverso la tivù via cavo. Un modo di sfuggire alla violenza, fra l'altro. Invece in Italia si costruiscono stadi sempre più grandi. Che serviranno soltanto a Chiambretti per correre, mimare e prendere in giro chi ha fatto del calcio quella scienza esatta che non è. Gianni Romeo

Persone citate: Chiambretti, Matarrese, Piero Chiambretti, Sandro Ciotti