«Modigliani beffato» Lite e due querele per il film della Rai di Omero Marraccini

«Modigliani beffato» Lite e due querele per il film della Rai Protesta la nipote dell'artista «Modigliani beffato» Lite e due querele per il film della Rai LIVORNO. Amedeo Modigliani, che i parigini chiamavano Modi, in assonanza con Maudit, il maledetto, non si è smentito neppure questa volta: nel nome del grande pittore e scultore livornese scoppia la bagarre, si continua a litigare. Adesso, con la presentazione su Raidue del film in tre puntate sulla breve e tempestosa vita dell'artista, scoppia la rissa, si rinfocolano querele da parte degli eredi e degli archivi legali Amedeo Modigliani, come ha dato notizia la nipote, Laure, che presiede il Centro di studi storici. Laure Modigliani ha reso pubblica una feroce lettera contro il film della Rai di cui è regista Franco Brogi Taviani. Sostiene che la figura di Modigliani è stata stravolta, che la pellicola ha prodotto «solo speculazione e disinformazione». Gli archivi Modigliani (che all'inizio dettero la loro collaborazione alla produzione del film) «sono stati sfruttati e poi allontanati di forza dall'eventuale rettifica o supervisione artistica». I motivi, sostiene Laure Modigliani, sono ovvii riferendosi al carattere del personaggio del quale sarebbero state accentuate le qualità più deteriori: Modi, il maledetto, raffigurato solo come «ubriacone molesto» e dedito alla droga. Sulla polemica e le querele è nato subito un caso, proprio a non smentire la leggenda del Maudit, come avvenne nnll'84 quando Livorno, per la prima volta, dedicò ad Amedeo Modigliani quella che doveva essere la mostra del secolo e che finì nel ridicolo per la storia delle false teste gettate nel Fosso Reale da tre studenti burloni, ma riconosciute come «vere» da grandi nomi della critica nazionale. Sembra che il povero Modigliani porti con la sua memoria anche lo strascico di tutte le sue sventure. E così a Livorno il film di Brogi Taviani, di cui è protagonista Richard Berry, ha avuto poca fortuna. Fra gli addetti ai lavori si ostenta addirittura indignazione c sconcerto. Dice Christian Parisot, per anni vicino a Jeanne Modigliani, la figlia dell'artista, morta proprio nel 1984, e uno degli archivisti storici: «Da principio abbiamo offerto collaborazione, poi ci siamo resi conto che la produzione televisiva stava stravolgendo la vita e la figura dell'artista. C'è una querela, anzi due: sarà la magistratura livornese a decidere». Parisot rivela anche che per il risarcimento dei danni si sono schierati gli eredi di altri grandi artisti apparsi nel filmato: Picasso, Fouijta, Kìsling e Utrillo: «Nel film appaiono uomini, opere e documenti di questi artisti. I loro eredi non hanno mai dato l'autorizzazione. Esiste il diritto d'autore che si perde solo dopo 50 anni dalla morte». Anche Guido Guastalla, antiquario, vicepresidente degli archivi, mostra indignazione: «Secondo me c'è chi continua a voler speculare bassamente sul nome di Modigliani». Omero Marraccini Una scena del film prodotto dalla Rai sulla vita di Modigliani

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