Maggie, festa guastata di Mario Ciriello
Maggie, festa guastata Sterlina a picco, sondaggi contro: aria di crisi nel congresso Tory Maggie, festa guastata E i laboristi preparano il sorpasso LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Per Margaret Thatcher è la settimana più lunga. Si apre oggi a Blackpool il congresso del partito conservatore e l'appuntamento coincide con una bufera economica e politica che scuote il governo con drammatica violenza. Non vi sono che nembi minacciosi, sull'orizzonte del premier, tutto va male. Un delegato ha detto: «Il congresso d'ottobre è quasi sempre una festa. Ma il morale è troppo basso, questa volta. Non sarà facile per Margaret Thatcher disperdere le ansie che assillano ora il partito». Maggie parlerà venerdì, lo stesso giorno in cui compirà 64 anni. Piove sul bagnato, diluvia anzi, per i tories. La sterlina ruzzola a rompicollo, è scesa da marchi 3,03 a marchi 2,97 e la City già la vede a 2,95. Vane sono tutte le costosissime operazioni di soccorso della Banca d'Inghilterra, come vano è quel tasso di sconto innalzato giovedì dal 14 al 15 per cento, un record europeo. E' un colpo doloroso per la piccola e media industria, è un colpo crudele per i milioni di inglesi con mutui sulla casa. Da due anni, questi prestiti sono sempre più soffocanti, schiere di cittadini non possono più pagarli, il mercato edilizio ò paralizzato, si teme un crollo dei prezzi. L'Inghilterra vede avvicinarsi un vecchio nemico, un orco che credeva sconfitto per sempre, un mostro con due teste, inflazione e recessione. L'inflazione, che è al 7,3 per cento, altro amarissimo record europeo, si sta rivelando più coriacea del previsto; la recessione non è ancora incalzante, ma un tasso del 15 per cento potrebbe presto sguinzagliarla. Gli investitori disertano la sterlina, perché il disavanzo della bilancia commerciale è sempre più vistoso, perché la strategia economica del governo ha perso credibilità, perché la valuta di Londra non è nel Sistema Monetario Europeo. Poi, la mazzata del sondaggio. Tra la fine di settembre e l'inizio di ottobre, l'agenzia nazionale di notizie Press Asso- ciation e l'Icm Research hanno condotto un «opinion poli» di eccezionale ampiezza, consultando diecimila persone. Domanda: «Per chi votereste se si tenessero oggi le elezioni politiche?». Risposta: il 45 per cento per i laboristi, il 37 per i conservatori, il 18 per i partiti minori. Mai si era avuto un distacco tanto ampio tra il Labour Party e il Conservative Party, un distacco che, se convertito in seggi, porterebbe Neil Kinnock al numero 10 di Downing Street, con una maggioranza assoluta di 50 deputati. Un verdetto drammatico, tanto più in quanto pronunciato prima del terremoto economico degli ultimi quattro giorni. C'è un'unica consolazione, per Margaret Thatcher: le politiche sono ancora lontane, può indirle quando vuole, ha tempo fino alla primavera '92. Può correggere rotta, può inventare nuove strategie, può attendere venti più propizi, può rammendare la propria sdrucita credibilità. Maggie ha ancora molte carte, anche se il gioco è adesso più difficile, più rischioso. Lo è perché il nuovo Labour Party ha finalmente scelto la via della socialdemocrazia e della ragionevolezza, comincia finalmente a liberarsi di quelle ideologie e utopie che lo ancoravano al passato. Anche la stampa filotory riconosce che Kinnock può aspirare ora alla premiership. Nessuno nel partito conservatore pensa seriamente a rimpiazzare Margaret Thatcher. Ma fortissime sono oggi le pressioni per indurla a moderare la sua arroganza, per convincerla a trasformare il governo in una vera équipe. Si esige da lei una politica più sociale e più europeista. La ferrea signora deve cambiare. Deve ammettere la propria fallibilità. E' quanto sostengono anche i suoi ammiratori, che d'improvviso parlano con voci meno timorose. Sir Peter Hordern, parlamentare influente, ha dichiarato ieri, alla tv: «Il premier dovrebbe ascoltare maggiormente gli altri ministri e dimostrare che la leadership del governo è veramente collettiva». Mario Ciriello
Persone citate: Kinnock, Margaret Thatcher, Neil Kinnock, Peter Hordern, Tory Maggie
Luoghi citati: Inghilterra, Londra
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