Candele accese contro il vecchio Honecker di Tito Sansa

Candele accese contro il vecchio Honecker La dura reazione del regime rivela la paura per una situazione che sta sfuggendo di mano Candele accese contro il vecchio Honecker Cresce l'opposizione contro l'ultimo staliniano BERLINO DAL NOSTRO INVIATO Dalla mezzanotte di domenica, Berlino Est, rinchiusasi 28 anni fa dietro il «muro», è ancora più isolata. Passata la festa del 40° compleanno della Ddr, ripartito Gorbaciov, il regime si è scatenato contro i dissidenti che nella capitale e in altre città erano scesi nelle strade per chiedere libertà e riforme. Ma per poterlo fare senza scomodi testimoni, ha sollecitato i giornalisti occidentali a lasciare il Paese prima che le campane di Santa Edvige suonassero i dodici rintocchi. Nella Friedrichstrasse, proprio nel cuore dell'Europa, sulla cerniera fra il mondo capitalista e quello comunista in trasformazione, domenica sera il tempo ò tornato indietro di decenni. In fretta, tutta la stampa occidentale (esclusi gli inviati giunti da Mosca, che la Ddr non ha osato importunare), ha dovuto impacchettare bagagli e strumenti di lavoro per trasferirsi verso Berlino Ovest. Ci hanno costretti a fuggire verso il vicino Check Point Charlie. In un paio d'ore, l'animatissimo «Grand Hotel», sfolgorante di lampadari, mobili e tappeti kitsch della Berlino Anni Trenta si è svuotato. Simbolicamente, un cartellone dell'Opera di Stato annunciava la messa in scena de «La città morta». «Non è colpa nostra — dicevano dispiaciuti — sono stati "loro" a mandarvi via». Lo stesso ripetevano i funzionari governativi dell'Ipz, il Centro stampa internazionale, dai quali mai ci si sarebbe aspettata una critica alle autorità. Nessuno però sapeva dire da chi era venuto l'ordine. «Loro», intanto, avevano mobilitato la polizia popolare e gli agenti della Sicurezza di Stato, per stroncare ogni manifestazione, com'era avvenuto in modo brutale e cruento la notte precedente. E così diversi giornalisti hanno fatto in tempo a vedere, prima di trasferirsi in Occidente, una dimostrazione fuori della chiesa di Getsemani, dove circa duemila giovani avevano chiesto la liberazione dei detenuti politici. «Libertà», «niente violenza» scandivano i ragazzi inermi procedendo con le mani alzate o reggendo candele accese. Volevano andare verso il centro, ma hanno trovato la strada sbarrata da strani automezzi, simili a spazzaneve, attrezzati con larghi steccati d'acciaio a formare un muro mobile. Sulla Schòneberg Allee, i ragazzi si sono allora accovacciati sul selciato, continuando a scandire «Niente violenza». Ma il muro d'acciaio avanzava implacabile. I ragazzi allora si sono dati alla fuga e gli agenti si sono lanciati con gli sfollagente. Una ventina di giovani sono stati feriti, diverse decine arrestati. Già ieri mattina, con processi per direttissima, un numero imprecisato di dimostranti, definiti «saccheggiatori», era stato condannato a pene detentive fra i 4 e i 6 mesi. Più numerosa ò stata la folla di dimostranti domenica sera a Dresda, la città più inquieta, dove circa 10 mila giovani hanno chiesto riforme. La polizia ha scatenato i cani, ci sono stati molti feriti e arrestati. La dimostrazione ha tuttavia portato frutti: il sindaco della città, Berghofer, funzionario del partito, ha acconsentito a ricevere ieri mattina una delegazione di 20 dissidenti del movimento Neues Forum (messo al bando) e ha discusso con loro un manifesto di riforme urgenti, che è stato firmato anche dal direttore dell'orchestra di Stato Kurt Masur e anche da 3 alti dirigenti del partito. Altri segni positivi sono la fondazione (per la prima volta dalla fine della guerra) di un partito socialdemocratico, alla testa del quale è stato eletto lo storico Ibrahim Boehme, e la pubblicazione senza autorizzazione governativa (cosa mai accaduta) di un libro critico sui 40 anni della Ddr. L'ondata di contestazione ha ormai raggiunto dimensioni tali che il regime non è più in grado di arginarla. E' impotente contro gli intellettuali che affluiscono nelle chiese, come nel Medio Evo, nulla può contro coloro che dimostrano solidarietà con i dissidenti esponendo candele accese sui davanzali, poco può contro quelli che (sono già più di 11 mila) vanno a mettere la loro firma sulle liste di Neues Forum. Nella Prussia, dove per tradizione secolare si accettavano disciplinatamente gli ordini dall'alto, ora una spinta viene dal «basso» e — dicono — anche da «dentro» il partito. Un sondaggio fatto dall'Istituto Wickert di Tubinga tra 1910 cittadini della Ddr ha rivelato che l'81 per cento degli interrogati crede che presto vi saranno riforme. La Ddr sembra avviarsi verso la perdita della propria identità. Accade anche tra i tifosi del calcio: domenica al Karl Marx Stadt, dove la Nazionale giocava contro l'Unione Sovietica per la qualificazione al Mondiale, sugli spalti si è fatto il tifo per la squadra dell'Urss. La rete iniziale dei russi è stata salutata con ovazioni. Chiusa per i giornalisti occidentali, Berlino Est ha riaperto ieri i passaggi attraverso il «muro» ai turisti, dopo che per cinque giorni ne aveva respinti più di 4 mila. Ma contro alcuni fotografi e operatori della televisione le guardie sono state spietate. Hanno sequestrato le loro pellicole, hanno distrutto le loro macchine, hanno smontato pezzo per pezzo alcune vetture. A Berlino Est ora si può di nuovo andare, ma nei luoghi «caldi» è vietato fotografare. Invece a Lipsia, una folla enorme, 70-80 mila persone, è sfilata in silenzio per il centro, dopo la consueta preghiera del lunedì nella chiesa di San Nicola. Ora l'edificio è circondato dalla polizia con blindati e la città è off-limits per tutti gli stranieri, giornalisti e turisti. Tito Sansa Un sit-in di giovani a Berlino Est: stanno invocando Gorbaciov

Persone citate: Berghofer, Gorbaciov, Honecker, Ibrahim Boehme, Karl Marx, Kurt Masur