Juventus a tappeto di Franco Badolato

Skoro lancia la sfida Lo slavo del Torino pensa anche a rientrare in Nazionale Skoro lancia la sfida «La A può valere il mondiale» TORINO. L'altra metà di Muller, il gemello Haris Skoro, tre gol contro sei del brasiliano, sarà dunque l'unico straniero del Torino in campo a Cosenza. Ieri il pullman della squadra ha lasciato il Filadelfia con sedici giocatori e senza Muller dolorante alla spalla. Da Linate la comitiva s'è imbarcata alla volta di Lamezia. Stamane allenamento di rifinitura a Cosenza e ufficializzazione della squadra (che sarà quella tipo) con Lentini al posto del brasiliano. In panchina Martina, Bianchi, Venturin, Sordo e Zocchi. Per Skoro un doppio compito: quello di avanzare il proprio raggio d'azione e di aiutare Pacione unica vera punta dell'attacco granata. Dice lo slavo: «Senza Muller sarà più difficile, i gol segnati parlano per lui. Ma il Toro ha l'obbligo di cercare ugualmente di vincere o perlomeno di restare in media inglese. In trasferta ci manca il successo pieno ma i pareggi possono bastare ai fini della classifica. L'importante è non perdere, non possiamo mollare anche se abbiamo già ampiamente dimostrato di essere squadra da A». E' questa la prima trasferta al Sud per il Toro se si eccettua la gara di Messina in Coppa Italia. Quel giorno Skoro non c'era: «Mi hanno spiegato che nel campionato cadetto conta molto il fattore campo al Sud. Non ho esperienze di questo tipo anche perché in Jugoslavia non c'è differenza tra Zagabria e Belgrado, tra Spalato e Sarajevo. Una squadra come la nostra non si fa certo impressionare dalla grinta degli avversari o dal calore dei tifosi». Dicevano che Skoro, come Muller, si sarebbe abituato a fatica al «clima» della serie B. Invece sia il brasiliano che lo slavo, seppure in misura minore, finora non hanno risentito del salto di categoria. Che cosa è successo? «Rispetto all'anno scorso giochiamo mèglio anche perché abbiamo superato i problemi di ambientamento. Personalmente ritengo poi che questa squadra sia nettamente più forte di quella che è retrocessa e infine mi sembra asso¬ dato che il campionato di B è meno impegnativo di quello di A, quindi il compito è per tutti più facile da assolvere». Questo Skoro più brillante, in campo e fuori, ha un unico problema, grosso. Come convincere Osim, selezionatore della nazionale jugoslava, già ammessa ai mondiali, a tenerlo in considerazione in vista di Italia '90. «Giocando in B — ammette Haris — le mie imprese hanno scarsa eco nel mio Paese. Con Osim non parlo da quattro mesi né ho mai disputato partite di qualificazione. So che devo giocare bene per battere la concorrenza di tanti bravi connazionali. Ma anche se spero che Osim si ricordi di me e se non ho perso le speranze di indossare la maglia della nazionale nei prossimi mondiali, devo riconoscere che non sarà facile entrare tra i 22. E dire che per me disputare i mondiali nel vostro Paese sarebbe veramente bello. Chissà se basterà una promozione con il Torino?». Franco Badolato