Treni, avanza il colosso Abb di Roberto Ippolito
Treni, avanza il colosso Abb Spietata analisi del gigante svedese: l'Europa su rotaia è piena di sprechi Treni, avanza il colosso Abb Interesse per accordi con aziende italiane LONDRA DAL NOSTRO INVIATO Il gigante vuole crescere ancora. L'Asea Brown Boveri, uno dei colossi mondiali dell'industria ferroviaria, si preoccupa di allargare la sua presenza. Percy Barnevik, presidente dell'Abb, lamenta che il mercato europeo è troppo frantumato: ben 24 aziende di locomotive operano nell'area occidentale, 13 in quella orientale. Al contrario, negli Usa ce ne sono appena due e il Giappone ne conta tre. «Le industrie europee del settore non sono molto efficienti; sono abituate ad operare in un mercato protetto» evidenzia Barnevik. E aggiunge che le imprese europee hanno costi superiori del 13% e sfruttano solo fra il 50 e il 70% della capacità produttiva. Le analisi sul settore e gli obiettivi da raggiungere sono stati illustrati a Londra dall'Abb, una multinazionale con proprietà svedese e svizzera che ha come principale campo di attività il termoelettromec- canico. Dall'incontro è emersa una pressante richiesta alla Cee per uniformare le caratteristiche tecniche dei sistemi ferroviari e la sollecitazione ai governi per dare maggiore spazio al treno: «Governi, compagnie di trasporti e industrie — spiega Barnevik — devono adoperarsi per trovare nuove soluzioni per le metropoli e per gli aeroporti». Il discorso, ovviamente, riguarda anche l'Italia il cui sistema ferroviario presenta gravi carenze. Le insufficienze di oggi fanno però sperare che si apra una fase di sviluppo. L'Abb guarda perciò con grande interesse al mercato italiano. Punta ad alleanze con le industrie del settore come ha già fatto per le centrali elettriche con l'intesa raggiunta all'inizio dell'anno con la Finmeccanica. «Siamo molto interessati a trovare accordi con i produttori nazionali» fa presente Ivo Braglia, amministratore delegato dell'Abb Tecnomasio, la filiale italiana. Proprio ieri a Londra, Braglia ha annunciato la costi¬ tuzione di una nuova società, Abb Metrofer, che offrirà la fornitura completa chiavi in mano di metropolitane leggere. Gli azionisti sono tre aziende italiane che fatturano 250 miliardi nel ferroviario: Tecnomasio, Sae Sadelmi e Eb Fatme . Nuove iniziative, società comuni ed acquisizioni sono il ritornello degli ultimi due anni, da quando cioè la Sea s'è fusa con la Brown Boveri. Barnevik ha svelato che in questo periodo sono state compiute 60 operazioni fra acquisizioni e joint ventures nei diversi settori in cui il Gruppo opera. Il fatturato è cresciuto di 5000 miliardi. I dipendenti sono aumentati di 40 mila unità, ma 15 mila sono fuorusciti per i disinvestimenti. Bert Olof Svanholm, vicepresidente per il settore trasporti, ha ricostruito gli effetti di questa politica espansionistica sul settore ferroviario: «Il tasso di crescita è impressionante; dalla somma di 1000 miliardi di lire delle vendite delle due compagnie prima della fusione si è passati a 1750 miliardi nell'88 e a 3100 miliardi stimati per l'89». I problemi su scala continentale non mancano. «Ma oggi — dice Barnevik — le ferrovie europee hanno per esempio quattro differenti scartamenti, cinque differenti voltaggi e sistemi di segnalamento del tutto differenti». Barnevik ha ricordato di aver chiesto alla Cee di procedere e in modo molto più rapido alla standardizzazione delle ferrovie così che sia poi possibile trovare un raccordo con i Paesi dell'Est e soprattutto con l'Unione Sovietica, uno dei mercati in teoria più promettenti. Nel merito della politica dei trasporti, l'Abb indica tre obiettivi: la costruzione di una rete europea ad alta velocità; la realizzazione di collegamenti veloci, da poche ore, per rendere competitivo il treno rispetto all'aereo; l'integrazione del trasporto su strada con quello su rotaia. Roberto Ippolito
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